É IL QUARTO TITOLO CONSECUTIVO PER LA JUDOKA NELLA CATEGORIA VETERANI.
Carla Prado a Cracovia sale sul podio più alto battendo l’atleta polacca Brozyna Jolanta al Campionato Mondiale di Judo nella categoria Veterani. Quarantanove anni, 41 passati sul tatami, per lei il judo è molto più di una disciplina sportiva, è uno stile di vita. Il suo Maestro è Paolo Quaglia, si allena presso il centro sportivo il Gabbiano a Ladispoli e domenica 11 settembre per la quarta volta consecutiva ha conquistato il titolo mondiale.
Carla, è stato difficile mantenere il titolo?
Si, la finale è stata contro una atleta polacca, eravamo a Cracovia e l’intero palazzetto tifava per lei. L’incontro è durato due minuti e mezzo e, a trenta secondi dalla fine sono riuscita a batterla. Da quanti anni pratichi il judo? Ho iniziato a 8 anni, dunque sono 41 anni di attività. Il judo è una disciplina che, con il maestro giusto, diventa uno stile di vita: rigore, rispetto e determinazione sono i principi che acquisisci e non lasci più.
In questo sport c’è un tempo entro il quale raggiungere gli obiettivi oppure gli anni non contano?
Basta avere la motivazione e riesce tutto. É necessaria tanta disciplina per andare oltre le difficoltà che la vita ti presenta.
Nonostante l’allenamento costante e la determinazione, sul tatami ti giochi tutto in pochi secondi, è l’aspetto crudele del judo. Come si supera la delusione?
Ovvio non va sempre bene, l’esperienza aiuta a superare questo aspetto ma determinante è lo stato mentale. É necessario eliminare ogni pensiero e concentrarsi sull’obiettivo, in questo è fondamentale il coach che ti prepara prima e ti affianca in quel momento: devi ascoltare solo la sua voce. Cambia tutto! Nel mio caso, avevo tutto il palazzetto che faceva il tifo all’avversaria, non era facile ma sono rimasta concentrata su di me.
È una prova di carattere! Come si allena la mente?
Se non hai la capacità di focalizzare le energie ti demoralizzi. Per questo esistono i mental coach, è compito loro lasciarti nello stato mentale giusto. L’atleta pensa al resto.
Se non c’è un limite di età, qual è tuo prossimo obiettivo?
Il judo prega per la mutua prosperità, fino a che ti senti puoi gareggiare senza limiti, poi ti dedichi agli altri. Difficilmente si lascia il judo. Probabilmente parteciperò al prossimo mondiale, ora però mi godo la vittoria di domenica scorsa. Siamo molto contenti, devi sapere che il mio Maestro è anche mio marito, vivere questa esperienza in famiglia è fantastico!
Non è la tua prima vittoria, ci si abitua ad essere una campionessa mondiale?
No, questo è il mio quarto titolo mondiale ma è sempre un’emozione fortissima: il mal di pancia, l’ansia, il nervoso ci sono sempre. Anche il peso di essere la campionessa mondiale in carica: tutti vengono determinati per menarti!
Un consiglio per chi ama il judo, possiede un’ottima tecnica ma sul tatami prova difficoltà nell’essere aggressivo?
Ci sono atleti che sono grandiosi ma che non sono agonisti, persone con una tecnica pazzesca che non si sentono di gareggiare. Agonisti si nasce, infatti sono contraria a quei maestri che forzano i ragazzi a gareggiare. La gara deve essere un divertimento non uno stress, necessita, pur nelle regole, di aggressività. Non tutti si sentono e non c’è nulla di male.
L’obiettivo del judo quindi qual’è?
La formazione del carattere è l’obiettivo del judo, praticandolo sarai sempre una grande Donna o un grande Uomo.