Caravaggio venne davvero a Palo Laziale?

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Analizziamo a fondo tutti i dubbi che permangono dopo secoli sulla presenza del celebre pittore che forse andava in cerca della grazia
di Aldo Ercoli

Che Michelangelo Merisi, meglio noto come il Caravaggio (nato a Milano il 27 Settembre 1571), fosse una “miscela di genio e sregolatezza” è noto quanto i suoi  “ritratti dal vero”, animato “dalla passione della realtà” (Vittorio Sgarbi). Mi soffermerò sull’essenziale della storia della sua turbolenta vita, trascorsa, tra alti e bassi, alternando la frequentazione dei posti più malfamati alle dimore dei più potenti aristocratici dell’epoca (fine 1500-inizio 1600). Tante furono le sue fughe  da Milano a Roma, a Genova, a Napoli. Ricordo che a Roma fu messo in prigione ben cinque volte per poi essere condannato a morte, nel 1606, per l’uccisione di Ranuccio da Terni (un Tommasoni appartenente ad un’ influente famiglia di militari filospagnoli).  Riusci’ a sfuggire al capestro grazie alla nobile famiglia romana dei Colonna che lo trasferi’ nel palazzo del principe di Zagarolo, Don Marzio Colonna che aveva vasti territori nel napoletano. E’ bene ricordare che Napoli era, allora, dopo Parigi, la più grande metropoli d’Europa, e tre volte più grande di Roma.  Pur nell’agiatezza napoletana era a Roma che il Caravaggio aveva eseguito i due dipinti che gli diedero una fama internazionale: “La Buona Ventura” ed “I Bari”.  In quell’ambiente perverso e ipocrita, anche se in apparenza perbenista, lui (come Leonardo da Vinci) dipingeva il vero con tutti gli stati d’animo umani: la gioia, il dolore, la paura, la morte. I Colonna che lo avevano poi portato a Napoli lo fecero fuggire a Malta, ove il secondo figlio di Costanza, Fabrizio Colonna, imputato di crimini paragonabili ai suoi e suo quasi coetaneo, era stato nominato Comandante capo della flotta dell’Ordine dei Cavalieri di Malta (di San Giovanni di Gerusalemme).  Un ordine religioso che accoglieva i giovani nobili più scapestrati concedendogli una sorta di umanità.  (Caravaggio-La Vita e l’Arte. Eurostrada-Johnson S.p.A 2007). Dopo un brillante esordio con il Gran Maestro Alof De  Wignacourt  fu di nuovo arrestato e messo in una “guna” (fossa scavata  nella roccia profonda poco più di tre metri);  probabilmente per un episodio a sfondo omosessuale. Grazie ai soliti protettori riusci’ a fuggire con una barca che lo portò a Siracusa. Lasciamo i suoi ulteriori vagabondaggi siciliani (Messina, Palermo), sempre alternando perversione ad esecuzione di opere stupende, per ritrovarlo di nuovo a Napoli,  sempre nella cerchia protettrice dei Colonna. Dopo tanti anni di esilio e con la fama di pittore eccelso Caravaggio pensava di meritare la grazia del nuovo Papa Paolo V (eletto nel 1605) alias Camillo Borghese figlio di Marcantonio I.  Si sparse la voce che la grazia fu concessa. Ma dove sono le prove? Unico  dispaccio ufficiale è quello del 1610 che riportava la notizia: “E’ morto Michel Angelo da Caravaggio pittore celebre a Porto Ercole mentre da Napoli veniva a Roma per la grazia di Sua Santità fattali dal bando capitale che aveva”.  Domanda.  Se aveva ricevuto la rimozione del bando perché non raggiungere Roma via terra senza recarsi, via mare, in terra toscana?  Evidentemente Caravaggio non si fidava e preferiva andare in un luogo che non era sotto lo Stato Pontificio.  Porto Ercole, già dal tempo di Filippo II  (1512-1597), re di Spagna, di Napoli e Sicilia era stata annessa allo Stato dei Presidi (assieme  a quello del Nordafrica). Tutto sotto dominio spagnolo. Le cronache del tempo riportano che Caravaggio mori’ per un violento stato febbrile mentre con ansia, attendeva una “feluca” (piccola imbarcazione a vela con due alberi a vela latina).  Mori’ da solo (scrive il Baglioni uno dei critici più duri con lui) “senza l’aiuto di nessuno”. Possibile che non aveva dei servi, degli amici ad assisterlo? Altra domanda. Il pittore, lungo il tragitto marino, si fermò a Palo Laziale? Il viaggio da Napoli a Porto Ercole era “una passeggiata” già molti secoli prima (basti ricordare i Vichinghi-Normanni che nel X-XI sec. solcavano l’Atlantico a bordo delle loro veloci drakkar). E vi pare che i velieri o navi  posteriori fossero meno veloci? Se Caravaggio si fermò davanti  a Palo lo fece solo per avere conferma certa della grazia.  Non ci teneva ad essere giustiziato da Francesco Borghese, duca di Rignano, governatore del fratello Papa Paolo V e generale dell’esercito pontificio. Non ho documenti né elementi per escludere o confermare la sua presenza a Palo o almeno non li conosco.  Quello che è certo è che la situazione a Roma era cambiata e non certo in meglio per il pittore. I Colonna e gli Orsini, nemici acerrimi per secoli, avevano smesso di farsi la guerra nel 1600. Marcantonio II Borghese (1601-1658) principe di Subiaco e generale di Spagna sposò nel 1619 Camilla Orsini. Aggiungeteci che la feluca che doveva portare le tele del Merisi a Porto Ercole per motivi che non sappiamo fece marcia indietro.  Ciò è testimoniato dal fatto che i dipinti giunsero  nelle mani di Costanza Sforza Colonna nella città partenopea . Pur tra tanti dubbi ed interrogativi la mia opinione è che il Caravaggio, mutate le condizioni politiche, fu lasciato letteralmente da solo, senza più protettori. Poi gli Sforza-Colonna se erano a conoscenza della sua morte dovevano per forza ritornare indietro. Che ci andavano a fare a Porto Ercole?