CARAVAGGIO E LADISPOLI, LEGAME INDISSOLUBILE

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CON L’INTITOLAZIONE DELLA SCUOLA DEL GHIRLANDAIO AL GRANDE PITTORE, INIZIATO IL PERCORSO PER RIVENDICARE IL PROFONDO RAPPORTO TRA MICHELANGELO MERISI ED IL TERRITORIO
DI FELICIA CAGGIANELLI

A Ladispoli si torna a parlare del grande Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, grazie ad una iniziativa dei ragazzi della scuola media. E così, quello che da sempre era indicato con il nome di plesso di via del Ghirlandaio, è stato ribattezzato con il nome del pittore del ‘600 ovvero scuola Caravaggio. All’evento, avvenuto lo scorso sabato, hanno partecipato lo staff dirigenziale dell’istituto, le differenti cariche istituzionali del comune, nonché il maestro d’arte esperto del Caravaggio, Guido Venanzoni. A fare gli onori di casa è toccato al dirigente Roberto Mondelli che ha sottolineato: “il nome di questo personaggio caratterizzerà d’ora in poi la scuola, con l’auspicio che questa novità porti ad avere maggiore fiducia nel nostro plesso e ci consenta di crescere e di offrire a Ladispoli qualche sezione in più che sarebbe un ottimo risultato per noi”. Deciso e determinato anche il discorso del sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando: “Si tratta di un duplice traguardo perché riapriamo dopo mesi il piano superiore della scuola in quanto a causa di una crepa nel solaio siamo stati costretti a interdire l’accesso al piano superiore e oggi lo restituiamo alla scuola sicuramente più qualificato e sistemato rispetto al passato. C’è ancora tanto da fare ma ci stiamo lavorando, intanto i ragazzi possono studiare in un ambiente sicuro e confortevole e poi aver intitolato un istituto comprensivo al Caravaggio è l’inizio di un percorso che vogliamo fare con tutta l’amministrazione per valorizzare quel legame che c’è tra il pittore maledetto e Ladispoli che lo vede sicuramente di passaggio sul nostro territorio perché è qui che fu arrestato nel 1610. Siamo convinti tuttavia che ci sia dell’altro tra Ladispoli e il Caravaggio, cioè che la nostra città abbia visto non solo il suo arresto, la sua cattura ma addirittura probabilmente anche la sua morte. E quest’ultima ipotesi potrebbe essere un punto di svolta. Se fosse vero significherebbe riscrivere i libri di storia e portare Ladispoli sulla bocca di tutti in quanto diventerebbe il luogo dove il Caravaggio è morto, una domanda che ancora oggi non ha una risposta certa”.
Sindaco quale potrebbe essere il prossimo step, un museo, una statua o cos’altro?
“Perché no? Magari dedicare una piazza al Caravaggio dove potrebbe ergersi una statua che si rifà al suo arresto e da questo piccolo tassello iniziare un percorso che valorizzi la nostra città”. Quindi facciamo il nodo al fazzoletto, come fanno gli inviati di Striscia la notizia, perché da qui parte un progetto ad ampio respiro nel nome del Caravaggio?
“Si”.
Per addentrarci nell’argomento abbiamo intervistato la Professoressa Silvia Borracci responsabile della scuola media. Come nasce l’idea di dedicare una scuola al Caravaggio?
“L’idea è venuta da un lavoro realizzato dai ragazzi delle terze medie dello scorso anno. Tutto nasce dal desiderio di dedicare il plesso a un noto personaggio che desse lustro alla scuola stessa e così hanno iniziato a fare ricerche storiche. Sono stati sguinzagliati sul territorio e sono approdati a diverse opzioni”.
Quanti ragazzi hanno partecipato a questa iniziativa?
“Due classi, la nostra è una scuola piccola, abbiamo due corsi di scuola media più numerose classi di scuola dell’infanzia e primaria. Quindi circa una cinquantina di ragazzi di due classi di terza media hanno lavorato e sono giunti a proporre dei nomi. C’erano diversi personaggi che avevano dato lustro al Paese con le proprie peculiarità, quindi si è proceduto ad una votazione. A decretare il vincitore sono stati i voti degli alunni con il prezioso supporto dei professori che hanno contribuito alla scelta, hanno indirizzato e dato indicazioni. Successivamente queste proposte sono state portate all’attenzione del consiglio docenti e al consiglio d’Istituto, quindi agli adulti della scuola e insieme è stata presa la decisione che Caravaggio era il personaggio giusto”.
Perché proprio il Caravaggio, qual è stato l’incipit che ha veicolato questa scelta rispetto ad un’altra?
“Sicuramente il luogo. Il nostro plesso più grande è proprio qui, a Palo Laziale proprio dove i testi riportano l’arresto del grande pittore e dove si dice che ne sia avvenuta la morte. Noi, abbiamo pensato, sembriamo la periferia di Ladispoli. Siamo all’ingresso della città e un po’ fuori mano rispetto al cuore pulsante della città e delle istituzioni eppure ci troviamo in un luogo molto importante non solo grazie alla vicinanza con l’Oasi naturalistica di Palo ma soprattutto dal punto di vista storico, quindi abbiamo detto: Tiriamo fuori la storia”.
Prezioso è stato anche il contributo del maestro Guido Venanzoni che ha sottolineato: “I libri di storia dell’arte riportano Palo come ultimo approdo del Caravaggio ed io, forte di questo ho realizzato, in due anni di lavoro, un dipinto di ben due metri e mezzo recante la sua cattura esposto nella sala consiliare Fausto Ceraolo del Palazzetto di Piazza Falcone. Spero che con l’attenzione del sindaco Grando e della Giunta tutta si possa iniziare da questo piccolo evento a parlare di Caravaggio a Ladispoli. Per riprendere un discorso iniziato anni addietro con il più grande storico sul Caravaggio, Vincenzo Pacelli, venuto a mancare qualche anno fa, ovvero far riconoscere nel mondo che Michelangelo Merisi ha fatto il suo ultimo approdo a Ladispoli, Palo Laziale, e poiché credo fermamente in questo progetto vorrei portare avanti la tesi avvalorata dal prof. Pacelli che renderebbe Ladispoli una delle città più importanti del mondo essendo stata la città dov’è avvenuto l’arresto e probabilmente anche la morte del grande pittore”. Da questo momento la scuola intitolata al Caravaggio ecco che abbraccia una costola di radice storica fondamentale per il nostro territorio, sulla quale si sta ancora lavorando per quanto riguarda la morte del grande maestro. Una storia che si impreziosisce di un nuovo importante tassello, l’intitolazione di una scuola, a supporto di una delle più avvincenti e quanto mai turbolente storie di cui si è reso protagonista il grande Merisi. Una storia più che mai viva e pulsante grazie anche alle notizie giunte fino ai nostri giorni supportate da documenti e testi avvalorati dal lavoro di luminari del calibro del Professor Vincenzo Pacelli, docente dell’Università Federico II di Napoli e di tanti altri ricercatori innamorati del più grande pittore del 1600 che è riuscito a fondere genio e sregolatezza in capolavori che hanno abbattuto le barriere del tempo e dello spazio giungendo a noi in tutto il loro splendore. Non sappiamo se i ragazzi siano consapevoli del grande apporto dato da questa iniziativa a Ladispoli, tuttavia a loro va il merito di aver nuovamente acceso i riflettori sulla questione del Caravaggio, ovvero del suo arresto e magari anche della sua morte a Palo, tematiche già affrontate qualche anno fa e finite nell’oblio per una attenzione superficiale dell’amministrazione passata che, nonostante si fosse impegnata a riguardo ha relegato tutto nell’oblio. E dei tanti bei propositi resta un’unica indelebile traccia visibile ancora oggi ovvero il magnifico quadro dell’arresto del Caravaggio esposto nella sala consiliare Fausto Ceraolo del Palazzetto di Piazza Falcone, recante la firma del maestro d’arte nonché estimatore del grande Merisi, Guido Venanzoni, ospite all’evento che ci riproponiamo di intervistare per conoscere meglio la figura di Caravaggio e del progetto che si sta via via definendo a riguardo.