LA PIANTA DELLE EMORRAGIE MESTRUALI ABBONDANTI.
A differenza di altri vegetali di cui si utilizzano solo le radici (ad esempio, e non è un caso, l’Hydrastis conadensis in cui è il rizoma, la radice gialla, che viene utilizzata) la Borsa del pastore (Capsella busa pastoris) sfrutta tutta la pianta intera senza la radice.
Capsella deriva da “capsa” (borsa) per la forma della siliqua (tipo di frutto secco deiscente simile al baccello , che si apre in due valve separate da un tramezzo membranoso il quale porta i semi). Bursa pastoris per l’analogia alla bisaccia del pastore (una sacca a borsa a due tasche da portare a tracolla, usata non solo dai pastori ma in passato anche dai frati questuanti, come fra Nocino dei Promessi sposi).
Il segnale della “capsia”, ossia del frutto, ricorda i genitali femminili, cosi come, in minor grado, le due tasche della bisacca portate a tracolla dai pastori. La materia prima impiegata è la pianta fresca intera e fiorita. Le sue proprietà sono sia un’azione emostatica che regolarizzatrice del ciclo mestruale femminile.
Menorragia (mestruazioni abbondanti), metrorragia (emorragia intermestruale), menotrorragie (entrambe) sono tutte sindromi emorragiche cosi come il sanguinamento post partum, l’epistassi (emorragia di origine nasale), la gengivorragia, il sanguinamento emorroidario. L’organotropismo di questa pianta, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, riguarda pertanto il sangue, i vasi arteriosi, genitali femminili. L’impiego terapeutico (della pianta intera senza radice) riguardo soprattutto le meno – metroraggie (perché ha attività vasocostrittrice ed emostatici) delle giovinette e delle donne in menopausa.
La medicina popolare utilizza solo le parti aeree del vegetali in caso di epistassi o di sangue dalle gengive, con un cotone imbevuto di succo del pastore introdotto nelle narici o poggiato sulle gengive. Il Mattioli (Pierandrea, medico e naturalista italiano di gran fama alla Corte di Praga nel 1500) fu il primo ad esaltare le proprietà antiemorragiche, utili soprattutto nelle menometrorragie. Leclerc H. (Precis de phytoterapie. 1976) prescriveva l’estratto fluido (2 cucchiaini die) per 10 giorni prima dell’epoca presunta delle mestruazioni per ridurne l’abbondanza e nelle turbe circolatorie della menopausa. L’attività emostatica fu dimostrata nel 1968 a due fitoterapeuti giapponesi (K.Kuroda e K.Takagi). Secondo Dorvault (l’Officine, 1995) l’attività della pianta sarebbe dovuta al frequente parassitismo di un fungo (Cystopus candidus).
In ogni caso quello che è certo è che l’azione emostatica, nei casi di menometrorragia, sarebbe conseguenza di una vasocostrizione passiva e locale dovuta alla contrazione delle pareti muscolari dell’intero. L’Hydrastis agisce invece con una vasocostrizione attiva ed è pertanto da impiegare quando si vuole ottenere un’azione sedativa sull’apparato utero – ovarico.
La Capsella invece provoca un aumento del tono e delle contrazioni uterine. La letteratura non segnale effetti secondari tossici alle dosi terapeutiche, anche se, nell’utilizzo cronico, occorre fare attenzione all’iperpotassiemia. La posologia di Capsella bursa pastoris è T.M. è 30 -40 gtt, 3 volte al giorno. L’irregolarità mestruale richiede il trattamento per una settimana prima del mestruo, per almeno 3 mesi consecutivi. L’estratto fluido: un cucchiaino da caffè da 2 a 4 volte al giorno.
Ho utilizzato la Capsella sia da sola che in associazione con l’Equiseto sia arvensis che hiemale (ana parti 50 g, tre cucchiaini da caffè in infusione in due bicchieri di acqua) sia nella menorragia che nell’epistassi con diatesi emorragica dei soggetti longilinei, cerebrali, freddolosi (in omeopatia di costituzione “fosforica”). Nell’ epistassi recidivante ho utilizzato l’Equisetum arsensis T.M. (30 gtt, in un po’ d’acqua , 3 volte al giorno lontano dai pasti) molto efficace anche nella fragilità degli annessi cutanei (caduta dei capelli, fragilità delle unghie). Cosi , alla stessa stregua, ricordo l’Achillea millefolium T,M, (40 gtt x 3 volte/die) che vanta un’attività emostatica nei sanguinamenti di origine arteriolare, grazie alla vasocostrizione precapillare.
Ho utilizzato anche l’Achillea, associata alla Bursa pastoris, nelle meno metrorragie e nelle diatesi emorragiche per sinergismo d’azione. Per completare il tema emorragico non posso non citare un gemmoterapico Cornus sanguines M.G. 1 DH (30 gtt in un po’ d’acqua 15 minuti prima dei due pasti principali) particolarmente indicato nelle emorragie postraumatiche.
Aldo Ercoli