CAPITANO ULTIMO, SIMBOLO DELLA LOTTA CONTRO LE MAFIE

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Capitano Ultimo: “La linea che unisce Mafia, Filiera Psichiatrica e Abusi sui Bambini è la Barriera dell’Abbandono”

Una presenza d’eccezione il prossimo 22 marzo all’Evento “Arte, Cultura e Scienza per i Diritti Umani e contro la Filiera Psichiatrica”, quella di un EROE, il Colonnello Sergio De Caprio, meglio noto con il nome di “Capitano Ultimo”. Un simbolo della lotta contro le mafie e il voto di scambio, una vita – a livello professionale e umano – da sempre improntata alla salvaguardia della legalità e della giustizia.

Colonnello, Lei è da sempre modello di rettitudine e integrità: dal Suo punto di vista Mafia, Filiera Psichiatrica e Abusi sui Bambini hanno qualcosa in comune? C’è un filo che li unisce?
La linea che unisce Mafia, Filiera Psichiatrica e Abusi sui Bambini è la Barriera dell’Abbandono, è la pratica del Dominio tra le persone e tra le Istituzioni. Quando sul ‘Servizio’, sull’assistenza, sull’aiuto, prevalgono la Gestione, la manipolazione, lo sfruttamento, allora Mafia, Dominio Psichiatrico e Abuso si uniscono e spazzano via l’Umanità, la capacità di sostenere, e la violenza ha il sopravvento sulla legalità che è uguaglianza e fratellanza”.  

Lei, con grande coraggio ed entusiasmo si spende costantemente in favore della giustizia e della legalità. A Suo avviso, com’è possibile contribuire fattivamente per scoperchiare determinate realtà e garantire effettiva tutela ai Diritti della persona e dei Bambini, in particolare nell’ottica di una cultura senza abusi ed interventi autoritativi sui Bambini?
Io credo nel diritto all’autodeterminazione dei Bambini e delle persone anche nei Progetti ‘educativi’ o di sostegno; credo che sulla progettualità condivisa ed estesa, sulla dimensione ‘comunitarista’ aperta si possano e si debbano costruire percorsi di sostegno e di integrazione che spazzino via le Bolle chiuse dove nella chiusura di settori autoreferenziali il dominio, la farmacologia di dominio e la gestione generano sfruttamento e oppressione. La Comunità è un ottimo supervisore”.

Colonnello, Lei è anche un grande Educatore: con che spirito prende parte a questo Evento e quale contributo è possibile dare attraverso iniziative e battaglie di questo tipo?
“Io credo in voi, credo nella forza della denuncia consapevole, nelle persone che servono chi ha bisogno, senza mai servirsene per fini propri. Credo che il ricorso alla farmacologia psichiatrica di dominio sia uno dei crimini più grandi e che sia necessario creare modelli condivisi che percorrano la strada del servizio, dell’assistenza basata sull’autodeterminazione, con équipe sempre più orientate alla comunità aperta e con una capacità di adattamento alle esigenze delle persone che sostengono e ad accettare i cambiamenti di interessi e di obiettivi dei Minori prima di tutti, rimodellandosi ogni volta, senza cercare mai la gestione o la manipolazione, portando sempre al centro di ogni progetto, di ogni percorso, la Persona e la sua dignità, e il suo diritto di essere quello che è”.