CAMPAGNE DI BOICOTTAGGIO IN FRANCIA E AUSTRALIA: «BOICOTTA IL 5G!»

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boicotta 5g

BLITZ DI PROTESTA DAVANTI AI NEGOZI PURE IN ITALIA: I CONSUMATORI DECIDERANNO IL FUTURO DELL’INTERNET DELLE COSE?

di Maurizo Martucci

«Chiediamo quindi solennemente a tutti i cittadini preoccupati per il futuro delle generazioni presenti e future di boicottare tutti i prodotti direttamente o indirettamente legati al 5G e al suo mondo. Se sei incoraggiato a passare al telefono o al piano 5G, anche a un prezzo basso, rispondi di no».
È scritto nell’appello senza compromessi lanciato dal 663 tra scienziati, medici, tecnici, ingegneri, insegnanti ed esperti sulle pagine on-line dello storico quotidiano francese Liberation. L’invito è rivolto ai cittadini/consumatori d’oltralpe: boicottate il 5G in ogni sua forma e declinazione e in tutti i suoi prodotti. L’obiettivo è fermare il 5G e il suo mondo di oggetti connessi, rendendolo impraticabile con un’azione di disturbo civile e non violenta come il boicottaggio. «Mettendo la parola fine – sostengono i promotori- intendiamo dimostrare che è possibile porre fine al business asusual che vorrebbe schiacciare la Terra ei suoi abitanti con le sue devastazioni ecologiche e umane». L’appello francese sostiene poi che «quali che siano gli argomenti utilizzati dai promotori del 5G, dobbiamo essere chiari su un punto: no, certo che no, non è assolutamente compatibile con una transizione verso un mondo sostenibile.

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Sì, data center e robotica all’avanguardia, il 5G sta accelerando la distruzione del pianeta. E non solo a causa del riscaldamento globale: l’attività mineraria necessaria per produrre nuovi gadget tecnologici ha, in alcune parti del mondo, conseguenze drammatiche. Oltre ai danni agli ecosistemi, sono uomini, donne e bambini che lavorano nelle miniere senza protezione, con strumenti rudimentali, per una miseria, a volte sotto controllo paramilitare o mafioso. Oggi, a volte è in condizioni di schiavitù moderna che gli esseri umani muoiono e altri crollano sotto oggetti connessi». Sempre in Francia, blitz di protesta davanti ai negozi di telefonia mobile.
È successo nella città universitaria di Tours, dove un gruppo di cittadini si è posizionato all’ingresso dei negozi dei marchi Free, Orange, SFR (società francese di radiotelefonia) e Bouygues mostrando striscioni contro il 5G. Precedenti di proteste anche davanti ai negozi di telefonia in Svizzera (Swisscom), Italia (TIM) e America (Verizon).

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AUSTRALIA
Parte poi dal movimento australiano Northern Rivers for Safe Technology la campagna di sensibilizzazione sociale ‘Noi non siamo Sam’, pensata per boicottare i prodotti commerciali del 5G. Il nome dell’iniziativa parte da Sam, il panthoms, il manichino riempito di gel su cui la controversa e discussa Commissione Internazionale per la protezione dalla radiazioni non ionizzanti (ICNIRP) simula il surriscaldamento termico da elettrosmog, ignorando qualsiasi tipo di riposta biologica e danno all’organismo vivente. Gli australiani hanno prodotto un decalogo, questi i primi punti di denuncia: i telefoni 5G ma «in realtà tutti i telefoni cellulari, non sono mai stati testati per la sicurezza sugli esseri umani. Invece, stanno testando su una testa fittizia di plastica riempita con un liquido; non sono allineati alle pratiche di “sostenibilità”: il profitto è sulle persone e sul pianeta; interrompono la navigazione delle api mellifere e causano il collasso della colonia. Se le nostre api scompaiono, la maggior parte delle nostre scorte di cibo fresco passa; porteranno miliardi di dispositivi a diventare rifiuti elettronici tossici; aumenteranno ulteriormente la domanda di metalli preziosi nell’industria mineraria dei conflitti (schiavitù infantile, traffico di esseri umani e disordini civili); richiederanno un maggiore consumo di energia e aumenteranno l’impronta di carbonio del settore wireless, destinato a diventare i principali consumatori di energia al mondo nei prossimi 5 anni».

ITALIA
Negli ultimi anni, intanto, diverse sigle di associazioni consumatori hanno assunto una posizione critica sul 5G: «giù le mani dai limiti fissati dall’Italia – riferendosi alla proposta di innalzare i limiti soglia d’irradiazione elettromagnetica da 6 V/m a 61 V/m – non si baratta la rete 5G con la salute dei cittadini ed il rispetto del principio di precauzione», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Un dossier di denuncia sui pericoli del 5G è stato poi redatto da European Consumers, critica Federconsumatori (“chiediamo una attenta valutazione dei rischi”) mentre il Codacons ha lanciato un appello contro l’installazione delle nuove reti. Ogni primo giorno del mese Alleanza Italiana Stop 5G promuove infine il Disconnessy Day, giornata di sciopero digitale, sostenuta da Associazione Difesa Consumatori, Associazione Consumatori Cittadini Italiani, Centro Tutela Consumatori Utentie Movimento Consumatori: «Siamo convinti che i cittadini abbiamo il diritto di essere informati in maniera trasparente e adeguata su quale impatto possano avere le nuove tecnologie sulla loro salute e sull’ambiente – spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori– ci rifiutiamo di essere cavie inconsapevoli in nome di interessi lobbistici. La politica è chiamata ora ad una moratoria a tutela della salute collettiva attuando il principio di precauzione e all’attivazione della comunità scientifica, quella indipendente, per dare nel più breve tempo possibile risposte sui rischi legati al 5G con studi che ne accertino o no la pericolosità, tenuto conto anche della disponibilità dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di provvedere ad una riclassificazione, nel prossimo quinquennio, degli effetti cancerogeni delle radiofrequenze»