“Anche i soggetti vaccinati, seppur con rischio ridotto, possono andare incontro a infezione da SARS-CoV-2 poiché nessun vaccino è efficace al 100%”
Come Organizzazione sindacale autonoma e di base, neutra su preconcetti ideologici riguardo i vaccini, esprimiamo una sera preoccupazione in quanto stiamo ricevendo molte segnalazioni riguardo al clima instauratosi sui posti di lavoro e tra i cittadini per la campagna mediatica instaurata contro gli operatori sanitari non vaccinati, definiti “untori” e contro i quali si minacciano provvedimenti draconiani – affermano in una nota dal Direttivo Nazionale ULS- Unione Lavoratori Sanità.
L’attuale Governo Draghi vorrebbe licenziare un decreto – proseguono Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo ULS- che imponga ex lege l’obbligo vaccinale a tutto il personale sanitario. Ciò è quanto previsto dalla Costituzione all’art.32 co.2 e, a nostro parere, rafforzato nei fatti dall’attuale stato di emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19. E’ indiscusso che il vaccino e’ e sarà l’arma per combattere il virus che ha mietuto centinaia di migliaia di morti e sarà la causa indiretta di altrettanta sofferenza che ne deriverà dalla crisi economica. Ma facciamo fatica a comprendere in un momento come l’attuale, in cui bisognerebbe rinsaldare valori e pensieri collettivi d’unione nel paese messo in ginocchio dopo un anno di contrasto al virus, l’attacco senza precedenti alla categoria sanitaria ancora non vaccinata. Per questo riteniamo assai pericoloso semplificare la posizione di coloro che non si vaccinano a quella dei famigerati No Vax, complottisti, ruba stipendi e pertanto sanzionabili e licenziabili.
Senza entrare nel vasto merito giuridico scientifico di un vaccino ancora in fase sperimentale e per il quale si richiede la firma su un consenso informato di 8 pagine, sarebbe da tenere in considerazione le legittime perplessità di tipo sanitario presenti in una categoria di Lavoratrici e Lavoratori, spesso giovani, che possano temere effetti collaterali non ancora sufficientemente testati. Lo stesso Ministero della Salute nelle sue ultime indicazioni sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da Sars-Cov-2 esplicita come attualmente “non sia ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e/o della trasmissione ad altre persone” vista la circolazione delle nuove varianti. Altresì, è stata mantenuta in vigore la deroga alla quarantena del personale sanitario, anche se vaccinato, per quanto riguarda l’evenienza di contatto stretto con un caso positivo Covid-19. Il Dicastero in questione infine sancisce che “Anche i soggetti vaccinati, seppur con rischio ridotto, possono andare incontro a infezione da SARS-CoV-2 poiché nessun vaccino è efficace al 100% e la risposta immunitaria alla vaccinazione può variare da soggetto a soggetto. Inoltre, la durata della protezione non è stata ancora definita”. Allo stato attuale sembrerebbe che non si debba escludere la possibilità che una persona, anche se vaccinata, possa essere infettata e poi per un certo tempo essere infettiva. Al netto di quanto sopra l’elemento vaccinazione da solo non sarebbe quindi decisivo, ai fini della protezione dei pazienti, ed è chiaramente indicato che vanno mantenute in uso le precauzioni da contatto e i dpi previsti nelle corsie di ospedale e nelle rsa. Riteniamo pertanto che sarebbe opportuna un’opera di seria informazione e non di caccia alle streghe per una categoria che ha dato tanto in termini di sforzo lavorativo e caduti sul campo. Medici, Infermieri e restanti operatori sanitari hanno dovuto combattere due volte la pandemia. Il virus vero e proprio e la carenza di posti letto e personale, ancora in essere dopo più di un anno di emergenza sanitaria.
Se oggi il Governo farà uscire il decreto per l’obbligo vaccinale dei sanitari dia un segnale di presenza delle Istituzioni verso coloro i quali stanno mantenendo le quotidiane opportune misure di sicurezza nei confronti dei pazienti e dei colleghi. Allora tolga l’obbligo di firmare il consenso informato, in quanto obbligati da una legge e non più in modo volontario, assumendosi la responsabilità come Stato nei casi di reazioni avverse nell’immediato a breve e a lungo termine – concludono dal Direttivo ULS.