Chi non conosce la Calendula per i suoi bellissimi fiori giallo – arancio, luminosi quanto il sole? Il suo nome deriva dal latino Calendae, vale a dire il primo giorno del mese quando inizia a fiorire, specie in primavera – estate.
Che sia una pianta veramente solare lo dimostrano i suoi fiori che seguono il precorso dell’astro del cielo. I capolini del fiore si aprono in tante “linguine gialle” ai primi raggi solari per poi richiudersi al tramonto ed andare a dormire durante la buia notte.
La dottrina delle Signature (Paracelso) spiegava come la forma ed il colore dei fiori, ci inviasse dei segnali precisi per curare le malattie umane.
Un silenzioso messaggio vegetale (il linguaggio dei fiori di Charles Baudelaire), che dobbiamo saper interpretare dallo studio della natura. Se di giorno, alla luce del sole, il fiore si apre appiattendosi come la pelle umana, la Calendula ha un significato “vulnerario”, ossia è indicata nelle lesioni cutanee.
Quante pomate a base di Calendula vi sono in commercio per proteggere e curare la pelle? Una miriade. <e’ stato dimostrato che la pomata di calendula accelera cicatrizzazione, stimola granulazione tessutale, inibisce i processi flogistici e manifesta attività batteriostatica; ottimizza, inoltre, l’irrorazione sanguigna (azione sul microcircolo n.d.r.) della cute, migliorandone peraltro il trofismo>
(E. Campanini. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. Tecniche Nuove. Milano 1998). Se la cute è irradiata dal sole altri organi interni non lo vedono mai: polmoni, cuore, fegato, reni, utero …
Quando la sommità fiorita, si richiude al tramonto, quando va a dormire di notte, i capolini assumono una forma simile ad un utero rovesciato mantenendo il loro colore giallo che ci riporta alla bile epatica ma anche al sole.
Queste note botaniche ci sono utili riguardo le indicazioni terapeutiche: 1)Per uso topico (crema o T.M.) nelle ferite, piaghe, ulcerazioni, eritemi solari, cheratosi palmo – plantare, specialmente nelle callosità dolorose delle piante dei piedi. 2)
Per via orale (30-40 gtt di T.M., diluite in un po’ d’acqua, 2-3 volte al giorno, lontano dai pasti), nell’ irregolarità mestruali, nella dismenorrea e nelle patologie epatobiliari. Le proprietà, completamente accertate scientificamente, dalle sommità fiorite della Calendula sono quelle di facilitare e regolarizzare il flusso mestruale (emmenagoghe), antidismenorroiche, ma anche coleretiche (vie epato – biliari).
Alla dose di 40 gtt T.M., 2-3 volte al giorno il flusso mestruale si normalizza ed i fenomeni dolorosi dovuti alla mestruazione si attenuano considerevolmente. Queste proprietà, già ben note alla medicina popolare, sono state convalidate da recenti studi che le attribuiscono, per uso interno ossia via orale, anche con certo effetto simil calciantagonista ipotensivo per vasodilatazione periferica miotropa associato ad una blanda azione sedativa a livello del sistema nervoso centrale .
Se ciò può esserci utile nelle donne “steniche”, robuste, in menopausa, con rialzo dei valori di pressione arteriosa occorre fare attenzione nelle donne longilinee (in omeopatia “fosforiche”)che costituzionalmente e geneticamente hanno una bassa pressione arteriosa e che, nelle stagioni più calde, tendono a venir meno, a svenire.
Tra i principi attivi del fitocomplesso l’olio essenziale ha un’azione antimicrobica, antifungina ed antivirale. La Calendula pomata con tintura al 10-20% p efficace contro lo Streptococco Beta – emolitico e lo Staphylococcus epidermidis, un saprofita. Molto meno credo che lo sia contro lo Stapylococcus aureus, specie patogena, responsabile di ascessi cutanei o sottocutanei (foruncolosi).
L’attività antinfiammatoria sarebbe invece da attribuire agli alcoli triterpenici (steroli) e quella antivulneraria ai carotenoidi. In quest’ ultimo caso si assiste ad un aumento della fagocitosi da parte del Sistema Reticolo Endoteliale associato all’incremento della produzione di fibrina, con veloce riparazione delle ferite e formazioni del tessuto di granulazione.
Tutto il fitocomplesso è responsabile dell’impiego terapeutico, per uso interno, nell’amenorrea, irregolarità mestruali, dismenorrea. Molto meno utilizzato lo è nelle patologie epato – biliari.
C’è ancora tanto da indagare su questa pianta eliotrop: “figlia del sole”. P.S. Secondo la “visione paracelsiana” la notte essendo l’opposto del giorno … tutto si capovolge (anche i capolini dei fiori delle Calendule).
Aldo Ercoli