Il tecnico di 47 anni che ha riportato i rossoblu in serie D è già volato in Oriente a Changsha dove guiderà i ragazzi di uno storico college.
La Cina è vicina, si dice. E lo è ancora di più per Pietro Bosco, ladispolano doc, lo scorso anno sulla panchina della squadra di calcio rossoblu in serie D, e ora volato in Oriente. Nel Paese del Sol Levante il tecnico di 47 anni, dipendente comunale a Ladispoli, è andato a caccia di fortune. Biglietto aereo e partenza per Changsha, città con 6 milioni abitanti, dove in un college gli studenti vengono preparati a diventare futuri calciatori. Fabio Cannavaro, Marcello Lippi, Alberto Zaccheroni, Ciro Ferrara e Fabio Capello. Tanti i big dello Stivale finiti in panchina nel continente giallo. Certo, Bosco finora non ha mai allenato tra i professionisti, ma mai dire mai soprattutto nel mondo sportivo. Gli imprenditori cinesi da anni insediatisi in Toscana nel settore dell’industria tessile da tempo avevano messi gli occhi sull’allenatore che ha riportato il Ladispoli nel Campionato Nazionale Dilettanti dopo svariati anni e dopo una cavalcata avvincente nelle finale spareggio contro Castelfranco Veneto. Poi la conoscenza con Marco Nappi, ex attaccante in serie A di Fiorentina, Atalanta e Genoa che da tempo vive proprio a Ladispoli. “E’ stata un sua intuizione a farmi concepire questa idea – ha raccontato Bosco poco prima di imbarcarsi a Fiumicino – dopo che con il Ladispoli avevo raggiunto la promozione in serie D, ero stato invitato a prendere in considerazione l’ipotesi Cina. Non volevo lasciare la squadra della mia città, nè la famiglia. Dopo un anno però confrontandomi con mia moglie e mie due figli, e su sollecitazione loro, ho pensato che fosse giusto per il mio bagaglio l’esperienza nella Grande Muraglia”. Per ora il cammino di Bosco in Cina, che attualmente non stava allenando nessuna squadra, sarà di un paio di mesi. Chissà cosa accadrà dopo. “Non so cosa accadrà dopo, sono molto emozionato”. L’allenatore guiderà un gruppo di giovani studenti in un college prestigioso, aiutato da interpreti e dal mental coach italiano Stefano Tavoletti. “E’ un’avventura che mi stimola e spero mi renda gratificato e di questo ne sono convinto. Sarà difficile abituarsi ad un altro stile di vita, ma ho voglia di riscattarmi. Non nascondo di provare emozioni, del resto mi catapulto in un luogo diverso dal nostro, ma spero di farne tesoro anche per una mia cultura personale”, è quanto detto dal 47enne prima di partire.