CALAMITE SUI TIR, LA SCOPERTA DELLA POLSTRADA DI CERVETERI

0
933
camionisti

TRECENTO CAMIONISTI SORPRESI NEL 2020 SULLA A12: TAROCCAVANO IL TACHIGRAFO GUIDANDO SENZA FERMARSI MAI.

Un normale controllo ad inizio del 2020, quelli di routine che la polstrada effettua lungo l’autostrada. Qualcosa però non va, se ne accorgono gli agenti di pattuglia che scovano una calamita sul sensore del cronotachigrafo del camion. Subito la scoperta: quel marchingegno serve per alterare le registrazioni e risultare in pausa quando si è alla guida. Il magnete oltre a far risultare il mezzo fermo anche se in movimento, inibisce il sistema di frenatura automatica e il controllo della velocità. In questo modo i tir possono viaggiare a 120 all’ora, e anche più, per tantissime ore consecutive.

Avvolgiamo il nastro e andiamo all’altra notte quando sempre i poliziotti della sede di Cerveteri-Ladispoli, diretti dal comandante Claudio Paolini, alzano la paletta a due camionisti con targa straniera. Solito sospetto, con la conferma finale: la calamita. Una pratica sempre più diffusa nel mondo dei trasportatori a cui però la polizia stradale ha messo un freno. E i numeri lo confermano. Soltanto sulla A-12 negli ultimi mesi sono stati bloccati e denunciati circa 300 autisti di rispettivi mezzi pesanti che avevano taroccato il tachigrafo per guidare più del consentito. E nello stesso tempo far risultare le soste forzate, insomma il classico riposo imposto nella tabella di marcia dal Codice della strada per prevenire la sicurezza stradale. Eppure i poliziotti hanno visto quanto sia facile poter aggirare la legge anche sulla Roma-Civitavecchia applicando soltanto un piccolo magnete acquistabile ovunque, persino nel bar di una stazione di servizio, sul sensore di cronotachigrafo del camion.

In realtà decine e decine di autotrasportatori erano riusciti ad andare oltre, rinunciando alla calamita e creando un sistema elettronico in grado di proseguire il viaggio e contemporaneamente non far avanzare i chilometri. In che modo? Spingendo un bottone posizionato vicino al cambio. Conducenti italiani, romeni, bulgari e polacchi soprattutto e ora anche due turchi costretti a seguire le forze dell’ordine in un’officina sull’Aurelia per il controllo. Il fiuto ha permesso agli investigatori di smascherare la truffa orchestrata con il magnetismo della calamita che di fatto con i suoi impulsi interferiva con il cronotachigrafo digitale alterando così i dati. Durissime le sanzioni. A cominciare dalla multa che si aggira sui 1.700 euro. Poi c’è da aggiungere il ritiro della patente da 15 giorni fino a 3 mesi con annessa decurtazione di 10 punti e anche il ritiro della licenza da trasportatore se “pizzicato” per la terza volta dalle forze dell’ordine.

Modificare illegalmente l’itinerario è un reato punibile penalmente perché si può finire di fronte ad un giudice per rimozione ed omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. La magistratura di Civitavecchia sarebbe al lavoro su diversi casi tra i 300 circa registrati dalla polizia stradale cerveterana. La priorità degli inquirenti è quella di tutelare la sicurezza in strada evitando che le condizioni psicofisiche degli autisti dei camion possa essere allo stremo proprio per questo stratagemma. Le indagini proseguono a tutto campo e sono mirate a stabilire se i conducenti degli autoarticolati abbiano avuto disposizioni dai rispettivi datori di lavoro per eseguire altre ordinazioni. In questo caso a rischiare non sarebbe solo l’autista ma la ditta.