Dura reazione dell’Ente Nazionale Protezione Animali e della Lega Anti Vivisezione: dietro l’angolo c’è la procedura d’infrazione U.E. + Europa lancia una raccolta firme per chiedere al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare il testo e rinviarlo in Parlamento.
Certo non siamo ai tempi della pietra e non è più necessario uccidere gli animali per nutrirci. Eppure l’epoca dei “Mangiamorte” – tanto per citare l’autrice dell’audace maghetto made in England – non passa mai moda, parola di Joanne Rowling. Tant’e’ che la Camera, dopo l’approvazione del disegno di legge al Senato il 19 luglio, nei giorni scorsi ha dato il via libera, con 53 contrari e 34 astenuti, al provvedimento che introduce il divieto di produrre e vendere carne coltivata.
Secondo il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida si tratta di un provvedimento coraggioso, chiesto dai cittadini con milioni di firme, che pone l’Italia all’avanguardia nel mondo. Siamo la prima nazione a vietarla – prosegue il ministro – con buona pace delle multinazionali che speravano di fare profitti mostruosi mettendo a rischio il lavoro e la salute dei cittadini. Eppure delle povere vittime delle nostre forchette sembra non preoccuparsi nessuno, tranne gli animalisti. La prima reazione dell’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) è stata particolarmente dura. Lo stop alla carne “cruelty free” – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale ENPA – esprime un’ideologia e una visione oscurantista che noi abbiamo più volte denunciato in altri ambiti dell’azione di Governo, incluso il tentativo di smantellare i capisaldi della nostra legislazione ambientalista.
Secondo l’Ente il provvedimento avrà conseguenze molto gravi per tutti gli italiani, aprendo la strada a una nuova condanna della Corte di Giustizia europea, perché la legge approvata dal Parlamento si pone in netto contrasto con le norme comunitarie.
Non da meno, la Lega Anti Vivisezione (LAV) parla di atto normativo profondamente antiscientifico che, con estrema ipocrisia, nega gli oggettivi danni dell’industria zootecnica sull’ambiente e pone l’Italia in una posizione d’impossibilità di sviluppo, danneggiando per primi gli animali, sfruttati e uccisi a milioni ogni anno negli allevamenti italiani, ma anche tutti i cittadini e le cittadine, la cui salute non sarà minimamente tutelata.
Eppure, come ricorda LAV, già dal 2015 con l’enciclica “Laudato Si” e il concetto di ecologia integrale, Papa Francesco ha iniziato un percorso di sensibilizzazione sulla necessità di cambiare il rapporto con il Pianeta e con gli altri suoi abitanti, in un’ottica di almeno diminuito antropocentrismo e di tutela dell’ambiente e del futuro di tutti. Secondo + Europa la “carne coltivata” potrebbe rappresentare un settore lavorativo per migliaia di giovani scienziati e ricercatori, e in futuro anche per migliaia d’imprenditori agricoli italiani, oltre che un’alternativa sostenibile agli allevamenti intensivi e alla macellazione di animali. Proprio per questi motivi ha lanciato una raccolta firme per chiedere al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare il testo e rinviarlo in Parlamento.
Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini
Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com