ALLO STUDIO UN PROGETTO TURISTICO AMBIENTALE, ENOGASTRONOMICO E STORICO-ARCHEOLOGICO CON PERCORSI PEDONALI COLLEGATI A BORGHI E FATTORIE.
Nel panorama agricolo nazionale i biodistretti rappresentano una novità. Basta ricordare che la legge per il loro riconoscimento è stata approvata, dopo ben quindici anni di gestazione parlamentare, nell’anno 2022. Nel frattempo, in assenza di una norma nazionale, alcune regioni avevano provveduto a legiferare in materia, fra queste dobbiamo annoverare la Regione Lazio che nel 2019 aveva promulgato la propria legge (L.R. 11/2019) e successivamente, dopo un percorso tecnico-amministrativo intrapreso dal Comitato Promotore del Biodistretto Etrusco Romano, il primo ottobre dello stesso anno ha riconosciuto ufficialmente con Delibera di Giunta Regionale il Biodistretto Etrusco Romano. Oltre alle norme di legge, ciò che caratterizza i biodistretti risiede nel fatto che sono i soci a decidere spontaneamente di praticare il metodo biologico nella produzione dei beni agro-alimentari e della loro trasformazione e commercializzazione; tutto ciò avviene utilizzando al meglio la naturale fertilità del suolo, nel rispetto della biodiversità e con l’esclusione dei prodotti di sintesi e degli organismi geneticamente modificati. Il Biodistretto Etrusco Romano è nato per volontà di un gruppo di agricoltori e trasformatori dei prodotti agricoli che già da anni praticavano l’agricoltura con il metodo biologico ed erano in possesso delle relative certificazioni. Il Biodistretto Etrusco Romano include il territorio dei Comuni di Cerveteri, di Fiumicino e della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano ricadente all’interno del Comune di Roma; in questo vaso territorio di pregio, ricco di significative testimonianze storiche evidenziate dalla presenza di importanti depositi di beni storico-archeologici (Sito UNESCO della Banditaccia di Cerveteri, Porti di Claudio e Traiano di Fiumicino, Ville romane, Torri costiere di avvistamento, ecc.) insistono ben 37 mila ettari di Superficie Agricola Utile (SAU) di cui 4.600 sono coltivati con il metodo biologico. I soci del Biodistretto occupano il 75% di questi 4.600 ettari operando con importanti aziende zootecniche, ortofrutticole e vitivinicole nonché realtà produttrici di birra artigianale, miele e tante altre eccellenze agroalimentari che in parte vengono trasformate e commercializzate direttamente in campo o consegnate presso le abitazioni dei clienti singoli o aggregati come i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), o alle piattaforme che forniscono i pasti per le mense scolastiche. Nel piano triennale del Biodistretto Etrusco Romano, approvato con Delibera dalla Giunta Regionale, hanno un ruolo rilevante la ricerca sperimentale e l’agricoltura 4.0; molte sono le attività che si stanno sviluppando in attuazione dei Protocolli d’Intesa con Università e Enti di Ricerca, senza dimenticare gli stage che neolaureati effettuano presso le aziende socie. Attualmente, stiamo intensamente lavorando a un progetto turistico ambientale, enogastronomico e storico-archeologico, affinché, entro un periodo ragionevole, sia realizzato un sistema di percorsi pedonali, integrati fra loro e collegati ai borghi e alle fattorie: tutto ciò, oltre a far conoscere il nostro territorio a un più vasto pubblico, è finalizzato a favorire la multifunzionalità aziendale e a incrementare l’ospitalità, offrendo una ristorazione che esalti le eccellenze territoriali e renda nel contempo le aziende dei soci sempre più rispondenti alle aspettative dei visitatori.
Presidente Associazione Biodistretto Etrusco Romano
Massimiliano Mattiuzzo