Uscito “Ancora quì”, l’ultimo libro del giovane autore
di Ugo Russo
Non più tardi di una settimana fa chiedendo a Roberto Bertoni a che numero di libri da lui scritti fosse arrivato abbiamo convenuto (visto che li conosco tutti, avendo il piacere di conoscerlo da tantissimo tempo) che si tratta almeno di una ventina. Vista la giovane età (appena 27 anni) c’é veramente da stupirsi. Anche perché non sono stati libri scritti “tanto per far numero”, si é trattato di parti dovuti alla certosina preparazione e alla ampia conoscenza che Bertoni ha delle cose che possono spaziare in tutto lo scibile umano.
E così ecco la sua nuova fatica editoriale, “Ancora qui” – Il romanzo della Juventus, casa editrice Imprimatur, 216 pagine. In questo caso l’autore torna a parlare di una delle sue grandi passioni, il calcio, raccontando con le solite arguzia e competenza la sua grande fede per una delle massime rappresentanti del football mondiale: la Juventus. . Una lettura appassionante, che avvince e che commuove, tra realtà e fantasia, due sostantivi che ritroviamo spesso nei suoi lavori, per edulcorarli di atmosfere da sogno.
La Juventus, eh già, quanti anni, quante cose da raccontare, quanti, tantissimi trionfi ed anche la parte delle delusioni, come quelle relative alle Champions League (o, se volete, ancor prima Coppe dei Campioni) perse. E Roberto Bertoni riesce ad attualizzare il tutto, inserendo anche l’ultima arrabbiatura: il trofeo dalle “Grandi orecchie” perso a Cardiff.
Il tutto con riferimenti e racconti precisi dei grandi della storia bianconera, partendo da quella panchina dove nel 1897 un gruppo di liceali ebbe l’idea di fondare una nuova società cui fu dato il nome latino che esemplificava la loro gioventù e che fu alla base del primo cantico juventino: la giovenbtù di cui portiamo il nome…
Centoventi anni esatti che mescolano le vicende calcistiche con quelle di un Paese, l’Italia, radicalmente cambiato, di pari passo all’evoluzione (spesso anche all’involuzione) dei tempi. Ma la Juventus no, non é cambiata, con la sua sete mai appagata di vittorie, di essere sempre competitiva ai massimi livelli, tranne in quella parentesi disgraziata dell’amarezza della serie B e di quell’esordio a Rimini che l’autore racconta, anche qui inserendo personaggi all’apparenza inventati. Siamo proprio sicuri, infatti, che Massimo, Andrea, Giovanni, Daniela, Salvatore, Giulia, per citare alcuni dei protagonisti di questo libro, che vivono a fondo le vicende bianconere, parallelamente alle prodezze dei grandi giocatori, perché amano profondamente quella maglia non abbiano attinenze con personaggi conosciuti dall’autore o con altri, realmente esistiti, che a lui sono stati raccontati dalle fervide reminiscenze del nonno o dei genitori, che Roberto ha sempre adorato e che per lui sono stati continuamente una inesauribile fucina di notizie?
Fatto sta che si tratta di un romanzo avvincente, da leggere tutto di un fiato. L’amore di Bertoni per quella maglia, finalmente sviscerato in un racconto, una maglia inizialmente rosa per un difetto di invio di casacche dall’Inghilterra e presto diventata bianconera, dove sopra sono sempre stati cuciti, o nel tempo stampati, i simboli dei trionfi. Allora come ora.