Da sette anni alla guida della Cantina sociale, il presidente Mauro De Carolis traccia un bilancio e lancia un messaggio alla futura amministrazione comunaledi Gianni Palmieri
Da sette anni è al timone della più importante azienda di Cerveteri. Una cooperativa con 57 anni di storia che nel corso del tempo ha permesso il rilancio dell’antica vocazione agricola del territorio. Un punto di riferimento per centinaia di soci che possono conferire le uve da tutto l’alto Lazio, consapevoli di essere protagonisti della conquista di rilevanti spazi nel mercato vinicolo regionale, nazionale ed internazionale. Visto che le bottiglie della Cantina sociale di Cerveteri arrivano anche oltre oceano. Ma sette anni, nella tradizione popolare, sono anche il momento della cosiddetta crisi in un rapporto affettivo. Per fugare questi dubbi, e soprattutto tracciare un bilancio dell’attività della cooperativa enologica, abbiamo incontrato il presidente Mauro De Carolis, artefice dal 2010 insieme a tutti i componenti del Consiglio di amministrazione, della rinascita e rilancio della Cantina sociale.
Da 7 anni lei è alla guida della Cantina sociale. Se dovesse tracciare un bilancio di questo settennato come lo definirebbe?
“In primo luogo, vorrei sottolineare il fatto che quello del Consiglio di amministrazione è un lavoro collegiale, di un gruppo eterogeneo di persone motivate e con degli obiettivi precisi, i personalismi non hanno mai fatto parte della nostra gestione. Posso aggiungere che siamo soddisfatti di risultati raggiunti, pertanto il bilancio è assolutamente positivo, ma non ci accontentiamo e dobbiamo intensificare le attività, migliorandoci sempre, peri Soci viticultori e l’Azienda. Abbiamo ridotto le esposizioni del 70%, aumentato gli utili del 400%, aumentando la produttività di ogni settore ed operando una netta e significativa riduzione dei costi di gestione. Significo che nel primo trimestre del 2017 siamo a +20% rispetto al medesimo trimestre del 2016. Stiamo proseguendo nel percorso virtuoso”.
La sua gestione è entrata alla presidente dell’azienda vinicola quando era ad un passo dal fallimento. A distanza di tanto tempo, siete stati più bravi o incoscienti a salire su una nave che stava affondando?
“Cantina Cerveteri è sicuramente una magnifica avventura. Abbiamo lavorato in maniera decisa ed energica, ora dobbiamo consolidare gli straordinari risultati raggiunti e cercare di migliorare. Non tutti i problemi sono risolti ma già da tempo stiamo lavorando a diverse possibili soluzioni che, abbiamo anche condiviso con i nostri Soci nelle ultime assemblee”.
Sveliamo finalmente dopo tanto tempo una vicenda di cui si sussurra da anni. Ma è vero che c’era un interesse di gruppi economici cinesi o francesi per acquistare la Cantina sociale a due lire?
“Questa è davvero una leggenda metropolitana elaborata con un grande sforzo di fantasia. Posso però dire che cinesi e francesi sono grandi estimatori dei nostri vini e, questa circostanza ci lusinga molto”.
Che prospettive ci sono per i soci nel 2017?
“Negli ultimi tempi più che mai, abbiamo condiviso con i Soci sensazioni e prospettive. Cantina Cerveteri è un’azienda che lavora e produce e che sa adattarsi al mercato che cambia ogni giorno, nel 2017 mi auguro di arrivare ad oltrepassare la quota dei 4 milioni di bottiglie vendute, risultato mai raggiunto prima. Ci sono alcune situazioni che vanno però affrontate e definite per poterci poi dedicare completamente e con decisione allo sviluppo che vogliamo sia a livello mondiale, perché quello è il nostro panorama”.
Ultima, delicata, domanda. A giugno Cerveteri avrà una nuova amministrazione comunale. Quale richiesta sentirebbe di formulare la Cantina sociale al futuro sindaco?
“Come considerazione generale, rilevo che troppo spesso la politica in realtà come la nostra o comunque in ordine al mondo agricolo è stata assente ingiustificata. Siamo fortemente convinti che la viticultura rappresenti oltre che una concreta possibilità di occupazione, in un territorio dove c’è un forte bisogno di lavoro, anche una soluzione reale ed immediata alla salvaguardia dell’ambiente e dei territori, su questo però siamo stati purtroppo inascoltati. Mi auguro che l’Amministrazione ascolti le istanze degli agricoltori per trovare insieme delle soluzioni per il miglioramento del settore. Posso inoltre affermare che con decisione cercherò di tutelare l’azienda che rappresento, da strumentalizzazioni elettorali e politiche che non fanno proprio parte della nostra natura, in quanto, siamo una realtà grande e dagli importanti risvolti sociali, ma che rimaniamo comunque un’azienda privata che opera nel libero mercato”.