Pendolari: nessuna certezza sul rimborso
Tutto tace a casa Atac sul fronte rimborsi. Da settembre gli utenti attendono il risarcimento della parte di abbonamento annuale inutilizzato causa lockdown. Il prolungamento dell’abbonamento di due mesi oppure l’equivalente in denaro. ALMENTO QUESTA ERA LA PROMESSA DI ATAC per tutti i possessori di abbonamento annuale. Lavoratori e studenti impossibilitati a viaggiare avevano – a sentire l’azienda – diritto ad un risarcimento. Dopo aver atteso le modalità, gli aventi diritto sono stati invitati a compilare online la richiesta ma ad oggi ancora attendono. Chi ha ripreso a lavorare, intanto, si è trovato a dover rinnovare l’abbonamento scaduto, con il timore di ritrovarsi di nuovo in smart working. “Ho fatto la richesta ad agosto, ma dicono che arriverà una mail entro il 26 novembre” racconta una pendolare – mentre c’è anche chi, recatosi allo sportello sito alla Stazione Termini si è sentito rispondere che per dicembre qualcosa si sblocca. Insomma come regalo di Natale. Qualche dubbio arriva nel sentir dire “se l’abbonamento vi scade a fine novembre e lo rinnovate entro il 31 dicembre, avete 2 mesi in più di utilizzo”.
Chi si è trovato in tale situazione nei mesi di settembre e ottobre intanto non ha ricevuto un prolungamento della scadenza. Invece, per chi non investe in un nuovo abbonamento annuale, vuoi per mancanza di disponibilità economica, vuoi per l’incertezza lavorativa del momento (in presenza/a casa) optando per un abbonamneto mensile, come avverrà il rimborso dei mesi persi? Lo perde? É il caso di Marco. Ha scelto il mensile, scaduto l’annuale, dal mese di ottobre spende euro 59,90 al mese per recarsi a lavoro. Lui è uno dei tanti a cui Atac dovrà dare risposta. Il rimborso pubblicizzato dall’azienda riguarda l’abbonamento precedente non utilizzato per 4 mesi durante i quali il pendolare era in cassa integrazione. Rimasto a causa contro la sua volontà, verrà doppiamente penalizato per non aver scelto l’annuale?