Aspettando la Sagra, il Carciofo, dal cardo al marchio IGP

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1989

Il carciofo è una pianta tipica del bacino occidentale del Mediterraneo. Gli Egiziani e i Greci già lo consideravano un “dono del sole” e ben conoscevano le proprietà medicinali uniche di questo ortaggio già nella varietà selvatica popolarmente conosciuta come “cardo”. Gli arabi lo coltivavano sin dal IV sec. a.C. e lo chiamavano “al-karshuf” cioè “spina di terra” da cui deriva la parola spagnola “alcarchofa”. I romani lo chiamavano Cynara, termine che deriva dal latino “cinis” che significa “dalla cenere”, sostanza con cui veniva arricchito il terreno destinato alla coltivazione del carciofo. Lo scrittore agronomo romano Lucio Giunio Moderato Columella (nato nel 4 dopo Cristo), ci tramanda le antiche tecniche di coltivazione della pianta, largamente diffusa in quel periodo. Ma la coltivazione del carciofo nel Lazio sembra risalire al tempo degli Etruschi ai quali alcuni autori attribuiscono l’opera di addomesticamento della varietà selvatica: l’archeologo Massimo Pallottino, in particolare, testimonia la coltivazione del cardo nell’Etruria già oltre 2.500 anni fa. Ma il carciofo non ha sempre riscosso favori: per buona parte del Medioevo a causa “della durezza, delle spine e dell’amaritudine”, come scrive Ludovico Ariosto, questo ortaggio non fu più utilizzato come ingrediente per deliziare i palati. Il carciofo viene infine riscoperto come cibo e quindi come risorsa agricola, solo dopo la seconda guerra mondiale vista la facilità di coltivazione e riproduzione delle piante e la lunga durata degli impianti, con una produzione buona per almeno 6 o 7 anni. Il Carciofo Romanesco del Lazio viene coltivano sul litorale in particolare nelle campagne di Ladispoli, Cerveteri, Santa Marinella, Tarquinia, Tolfa, Roma e dintorni ed è stato il primo prodotto Italiano ad essere tutelato a livello comunitario, dal 2001, con il marchio della denominazione geografica protetta, l’IGP. A Ladispoli, il successo della coltura spinse la Pro Loco a rilanciare l’economia della città con questo prodotto tipico locale: il 2 aprile del 1950 entra nella scena delle tradizioni gastronomiche e turistiche della città la Sagra del Carciofo Romanesco che nel 2001 è diventata anche una fiera nazionale di folklore e tradizioni riconosciuta non solo in Italia ma anche all’estero. Come la favola del ranocchio che diventò principe, questa è la breve storia di come un semplice e spinoso cardo diventò quell’ottimo prodotto da tutelare e proteggere che tutti conosciamo.

 Pamela Stracci