Ashwagandha, la pianta che di giorno dona vitalità e di notte favorisce il sonno
Il sonno è l’unico modo in cui il nostro organismo recupera le funzionalità fisiche e mentali. I disturbi a esso correlati comportano conseguenze disastrose. Per tali problematiche la medicina ayurvedica utilizza da oltre 3.000 anni rimedio naturale: la radice di ashwagandha, una pianta che appartiene alla famiglia delle Solanacee. L’ashwagandha presenta anche altre denominazioni che ne descrivono le proprietà medicinali e che possono apparire in contraddizione, come nel caso dell’appellativo latino Withania somnifera, che richiama gli effetti sedativi della pianta, in contrasto con la denominazione di “ginseng indiano”, che rimanda invece alle sue proprietà energizzanti. La ragione per cui una pianta agisce in due modi opposti risiede nelle proprietà adattogene della stessa. L’ashwagandha riequilibra l’organismo quando questo si trova a fronteggiare situazioni di stress, esercitando un’azione calmante nei casi di forte tensione, oppure stimolante durante gli episodi depressivi. Proprio per questo la medicina ayurvedica si serve della radice della pianta per regolare le funzioni immunitarie e per migliorare l’attività sessuale.
La radice di ashwagandha è un eccellente rimedio naturale contro i disturbi del sonno: contiene svariati composti attivi, come gli alcaloidi e i withanolidi, tra cui spiccano soprattutto la witaferina A e il withanolide D, sostanze responsabili delle sue proprietà ansiolitiche e antidepressive. Uno studio ha evidenziato che la pianta esercita un’azione ipnotica, resa possibile dalla modulazione del sistema GABAergico. La radice abbassa i livelli di tribulina (un marker dell’ansia) nel cervello, stabilizzando l’umore.
La sua azione, calmante e rilassante, è stata paragonata a quella di noti sonniferi ed ansiolitici presenti sul mercato. Tuttavia, a differenza di questi, l’ashwagandha non presenta effetti collaterali come amnesia e dipendenza; anzi, protegge il sistema nervoso centrale, mentre i withanolidi presenti in misura maggiore sono oggetto di studio come trattamento per l’Alzheimer. La pianta, con le sue straordinarie proprietà favorisce un sonno ristoratore e di conseguenza una ritrovata vitalità durante il giorno.
Miriam Alborghetti