Armando Avversari, la storia di Ladispoli

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La storia di Ladispoli
Immagine di Ladispoli anni 1967

avversariÈ il cittadino più anziano, classe 1913, ha vissuto
tutti i momenti epocali del nostro territorio

Lui c’era prima che sorgesse Ladispoli. C’era quando stava per scoppiare la prima guerra mondiale e ha vissuto la seconda sulla propria pelle di uomo. E ha vissuto un intero secolo, entrando nel nuovo millennio. Non è un super eroe dei fumetti che saltella da un’epoca all’altra, bensì un arzillo e molto lucido nonno di 103 anni che ha ancora molto da insegnare a tutti noi. Parliamo di Armando Avversari, classe 1913, un anziano allegro, spiritoso e simpatico che vive la sua favolosa età da record come se nulla fosse. Per Armando avere 103 anni sembra come averne la metà, pensate che ha smesso di guidare la macchina a 93 anni quando proprio la Motorizzazione civile non poteva rinnovarla. E’ sicuramente uno dei simboli iconici di Ladispoli, un nonno che ha molto da raccontare alle nuove generazioni. Come ha fatto di recente incontrando gli alunni della scuola Corrado Melone dove sono iscritti due bambini, nipoti di bisnonno Armando.
Davanti al cittadino più anziano di Ladispoli gli alunni si sono incuriositi, hanno posto tante domande, felici di avere davanti la storia della città e del territorio. La vita di Armando è come un film a puntate, nacque nella zona di Palo Laziale dove all’epoca si estendeva la grande proprietà terriera dei principi Odescalchi dove lavorava suo padre. Armando è tra i pochi che può vantare di essere stato battezzato nella cappella del castello dei principi. All’epoca i ragazzi andavano a lavorare quasi subito, fu assunto come custode della preziosa sabbia nera di Ladispoli, ricca di ferro, che veniva acquistata in grande quantità dalle famose acciaierie di Terni. Ma Armando, era un giovane volenteroso, imparò il mestiere di idraulico, un’attività che poi per decenni ha insegnato a tanti ragazzi di Ladispoli. Erano altri tempi, il mondo viaggiava verso la follia della guerra e delle dittature totalitarie, per arrivare a Roma occorreva avere un carretto trainato da un cavallo. Treni, pullman ed auto erano un miraggio. Armando Avversari, insieme a tanti amici che non sono più tornati, fu costretto ad andare in guerra. Tornò provato, amareggiato ma per fortuna salvo e riprese a vivere e lavorare nella sua Ladispoli che, dopo le macerie del conflitto, si preparava a rinascere, a crescere, ad estendersi come territorio. Non esistono segreti di lunga vita, ma Armando Avversari ha più volte ribadito che un bicchiere di vino al giorno, una sana alimentazione e non aver mai fumato una sigaretta sono le ragioni della sua longevità. Così come la passione per lo studio e per il proprio lavoro. Ma non pensate, amici lettori, che Armando sia un vecchietto che non vive i suoi tempi e non sa nemmeno accendere un computer. Davanti agli alunni della Melone ha mostrato il suo telefono moderno, ha confermato di essere conoscitore della tecnologia. Un uomo che viene dal passato ma che può insegnare a vivere nel futuro a tutti noi. Grazie di tutto Armando.