APPELLO AL GOVERNO: CURA, DEMOCRAZIA, FIDUCIA

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È passato un anno dall’inizio della pandemia. La discontinuità politica che il Paese oggi sta vivendo sia l’occasione per un radicale cambio di paradigma, nell’evidenza che gli approcci finora adottati si sono rivelati rovinosamente inadeguati, nel metodo e nel merito. Il necessario rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni è stato gravemente compromesso dalla recente gestione della cosa pubblica ed è urgente ripristinarlo e svilupparlo in modo costruttivo.

Queste sono le proposte e richieste che rivolgiamo al nuovo governo.

Riguardo al metodo chiediamo che:

  • Nell’attività normativa non si deroghi dalla più rigorosa osservanza del dettato costituzionale: basta dpcm, atti amministrativi individuali che finora, immotivatamente, hanno sostituito o affiancato gli strumenti legittimi previsti dalla Costituzione per la gestione dei “casi straordinari di necessità e di urgenza” – i decreti legge – e, in difetto di urgenza, le leggi ordinarie.
    Obblighi e divieti siano sostituiti da chiare raccomandazioni, dimostrando fiducia nei cittadini e puntando sulla responsabilità. Dove obblighi e divieti dovessero permanere, siano relativi ai fatti critici in sé, e non ai contesti in cui questi potrebbero avere luogo.
  • L’impianto delle restrizioni sia riformulato alla radice, in modo che l’eventuale temporanea limitazione di libertà e diritti, soprattutto se garantiti dalla Costituzione, corrisponda sempre a necessità razionali basate su evidenze scientifiche validate e comprovate in ambito internazionale, calate nei contesti specifici, e non su un generico e non verificabile “principio di massima precauzione”; includano inoltre la valutazione delle conseguenze negative in termini economici, di coesione sociale e di salute mentale e fisica delle persone.
  • Eventuali limitazioni al regolare svolgimento delle attività lavorative, sportive culturali e di svago siano considerate ammissibili solo in presenza di situazioni di pericolo concreto e attuale, sulla base dei dati della vigilanza epidemiologica locale, e abbiano un’applicazione territoriale quanto più possibile circoscritta. Siano esclusi comunque dalle restrizioni tutti gli ambiti di attività che non presentano reale e comprovato rischio di trasmissione dell’infezione.
  • Ogni intervento restrittivo sia vincolato ai principi di proporzionalità e tempestiva scalabilità.
  • Si attui il più attento contemperamento dei diritti fondamentali, come imposto dalla Carta.

Nel merito, tra i primissimi atti del nuovo governo ci aspettiamo:

  • Rimozione della misura del coprifuoco: misura gravemente lesiva della libertà personale e del tutto priva di basi scientifiche, come affermato anche da autorevoli scienziati.
    L’obbligo di mascherina all’aperto sia limitato alle sole situazioni di concreto e attuale rischio di contagio, cioè ai casi in cui non sia possibile mantenere la “distanza di sicurezza” (scientificamente quantificata), e soltanto dove la situazione epidemiologica locale lo suggerisca.
  • Riapertura dei luoghi e delle attività fondamentali per la vita sociale, culturale, economica del Paese, a partire da tutti quelli che possono essere considerati sicuri secondo i seguenti criteri: possibilità di controllo e contingentamento degli accessi, di registrazione dei presenti, di mantenimento della distanza di sicurezza, di controllo epidemiologico nel tempo. Quindi teatri, cinema, auditorium, musei, biblioteche, ristoranti, bar, palestre, piscine, esercizi commerciali di ogni genere, circoli. Queste precauzioni siano osservate solo fintantoché la circolazione del virus sars-cov-2 le renderà opportune.
  • Autorizzazione in ogni caso di tutte le attività motorie, sportive e di semplice frequentazione di ambienti naturali extra-urbani, praticate all’aperto e senza uso di mezzi di trasporto collettivi, in condizioni che di fatto escludono la possibilità di trasmissione dell’infezione.
  • Apertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado e delle università, con lezioni in presenza, con l’impegno di mantenerle aperte, optando in caso di emergenza per altri tipi di intervento.
  • Rimozione dell’obbligo di mascherina al banco, in particolare per tutti gli studenti sotto gli 11 anni – salvo eventuali situazioni locali straordinariamente critiche da trattare caso per caso – come indicato nelle linee guida dell’OMS e nei verbali del CTS, e come ribadito dalle ordinanze del TAR del Lazio n. 07468/2020 e 873/2021.
  • Vengano comunicati chiaramente i criteri, i parametri e i tempi ipotizzati per il pieno ritorno alla normalità.
  • Sia affermato concretamente il principio della trasparenza, con comunicazioni istituzionali rigorose, complete e tempestive, e con la pubblicazione dei dati e dei documenti sensibili, utili ad alimentare un corretto dibattito nella società civile e all’interno della comunità scientifica.

Nello specifico della gestione sanitaria della malattia covid-19, aspetto fondamentale e primario, ci aspettiamo che:

 

  • Pur facendo ogni sforzo per mantenere il controllo dell’epidemia, si abbandoni l’utopia del “contagio zero”, del “rischio zero”, e del “controllo totale della circolazione del virus”, che risulta impossibile da perseguire, non apporta alcuna utilità e al contrario colpisce l’apparato economico e sociale su cui il Paese si regge, e danneggia gravemente la salute mentale e fisica delle persone, producendo un effetto negativo anche sul sistema sanitario.
  • Si punti sulla diffusione di un capillare, efficace e tempestivo approccio terapeutico, aspetto cruciale – insieme a una politica vaccinale che escluda obblighi e ogni tipo di discriminazione per i non vaccinati, in ottemperanza alla recente risoluzione 2361/2021 del Consiglio d’Europa – che pure ancora oggi è straordinariamente lacunoso e contraddittorio. Siano aggiornati urgentemente i protocolli di cura domiciliare, coinvolgendo la comunità scientifica nazionale e internazionale, tenendo in considerazione le più recenti ricerche farmacologiche e, allo stesso tempo, il lavoro sul campo dei clinici, forti ormai di una vasta esperienza. Non si può non rilevare con sconcerto che i protocolli ministeriali diffusi il novembre scorso si discostano radicalmente, per tipo di soluzioni e per livello di articolazione, da quelli proposti da autorevolissimi medici, farmacologi e virologi.
  • Si promuova, parallelamente alla ricerca sui vaccini e con uguale urgenza e intensità, la ricerca in vivo e clinica sui farmaci antivirali e immunomodulanti, individuati quali più efficaci dalla comunità scientifica e dai medici, ivi incluse molecole naturali.
  • Finché la malattia covid-19 costituirà una minaccia per la salute pubblica, si investa in modo massiccio sulla protezione attiva e focalizzata dei soggetti a rischio, con un approccio non coercitivo e non basato sul togliere, ma che al contrario sappia informare e dare, offrendo alle persone specifiche opportunità, corsie preferenziali, servizi esclusivi, assistenza, dispositivi e tutele; in modo che, ridotto al minimo il rischio, la vita sociale possa riprendere a scorrere nelle forme più normali per la maggior parte dei cittadini e delle attività.

Primi firmatari

Carlo Cuppini Ramona Caia Domenico Guarino Olga Milanese Francesco Meneguzzo Emanuela Nava Marvyn Friscira Maria Famiglietti Luisella Chiavenuto Miriam Alborghetti Maurizio Matteoli Fabrizia Bagnati Clara Marinelli Nino Carella Arianna Russo Giovanni Agnoloni Daniela Danna Julie Bicocchi Fabio Pesantini Laura Latino Giulio Milani Michela Dallona Veronica Pandolfi Daniele Pesantini Daniela Bocciolini Eleonora Coloretti Pierangelo Preziosa Silvia Benvenuto Marte Pelazza Franco Galvagno Elena Dragagna

Per sottoscrivere inviare una email all’indirizzo dirittiscuolacultura@gmail.com con scritto:
“Sottoscrivo l’appello Cura e Democrazia – nome, cognome, città, professione (facoltativo)”