ANNA MARIA RITA MASIN: L’AUTOSTIMA

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AUTOSTIMA

Battistelli (1994) definisce l’autostima come “un insieme di giudizi valutativi che l’individuo ha di se stesso”.

autostima
Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Ciò vuol dire che l’individuo, fin dalla tenerissima età, inizia a costruirsi una valutazione di sé attraverso ciò che riesce a portare a termine, ciò che riesce a realizzare, attraverso le opinioni che gli altri gli comunicano in modo implicito ed esplicito. Per “altri” si intendono sia gli adulti di riferimento (genitori, insegnanti, famigliari in generale) sia le persone che fanno parte del suo ambiente sociale. La costruzione dell’autostima è il risultato della sommatoria di vari elementi.

 

Uno di questi elementi è una buona immagine di sé, risultante dal confronto tra il sé ideale (come vorrei essere) e il sé reale (ciò che io sono, come mi vedo e mi percepisco); se il sé ideale è sempre troppo lontano dal sé reale allora di creerà disistima. Per esempio, uno ragazzo pensa che per essere un bravo studente deve prendere SOLO ottimi voti (sé ideale) ma, nonostante tutto, riesce ad avere una media un po’ più bassa (sé reale) di quella desiderata e trae la conclusione che non è un bravo studente e che non ha le capacità per proseguire gli studi. In questa convinzione emerge anche un errore di generalizzazione ed uno stile di pensiero rigido. Un altro elemento che contribuisce alla costruzione di una sana autostima è avere la consapevolezza delle proprie capacità di affrontare le situazioni problematiche della vita. Per esempio: se un adulto di riferimento continua a risolvere ogni problema del ragazzo, il ragazzo penserà implicitamente che lui non è in grado di affrontare le problematiche della vita; per cui si costruirà un’immagine di sé il cui titolo sarà “non so se sono in grado” per cui cercherà sempre qualcuno a cui appoggiarsi.

Una soluzione educativa è porre un piccolo problema al giorno al bambino e lasciargli la libertà di trovare la propria soluzione ma anche di sbagliare. Un altro elemento fondamentale è aver costruito una buona immagine corporea. Per esempio: se l’adulto di riferimento continua a fare degli apprezzamenti negativi sull’aspetto fisico, allora il ragazzo inizierà ad osservare e a giudicare il proprio corpo in modo coerente con tali apprezzamenti. Vi siete mai chiesti perché delle persone di bell’aspetto non credono di essere tali e invece persone che non rientrano nei classici “canoni della bellezza” risultano molto affascinanti? Ricordiamoci che gli adulti di riferimento sono le “autorità” e le “verità” del bambino (anche se il bambino sembra non ritenerli tali) e che le continue svalutazioni, anche se piccole e quasi impercettibili ma costanti, portano a dei grandi risultati. Un altro importante elemento che mina la costruzione di una sana autostima sono le distorsioni cognitive, ossia dei modi disfunzionali di interpretare le proprie esperienze. Per esempio: ho sbagliato una volta e sbaglierò sempre, ho la memoria corta (convinzione non supportata da evidenti danni cerebrali e problemi neurologici), ci sono riuscita ma è stato un caso/la fortuna, di un evento si enfatizza solo un elemento negativo o le parti negative e si trascurano gli altri elementi, o le cose vanno bene (come dico io) oppure vanno male, o è bianco o è nero.

Queste modalità cognitive e comportamentali si sono costruite e solidificate nel tempo; ci vuole tempo affinché vengano ridimensionate e la persona accetti altre prospettive del proprio vissuto.

Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta
Psicologa Giuridico-Forense
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