ANNA LISA AMODIO: LA MIA VITA DA BRIDGET JONES

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Uno dei volti femminili più intriganti dello showbiz nazionale.

Mara Fux

Attrice, cantante, conduttrice, imitatrice. Anna Lisa Amodio grazie all’esperienza formativa proveniente dalla “Paolo Grassi” di Milano riesce a destreggiarsi con nonchalance dal ruolo di Dorothy ne “Il Mago di Oz” a quello di Acroteleuzio ne “Il Vantone” finanche all’estrosa conduttrice di variegate e spumeggianti serate di cabaret burlesque del “Flapper Cabaret.”

Ti senti di più cantante o attrice?
In realtà mi riconosco in ambo i ruoli, ho sempre vissuto recitazione e canzone di pari passo; poi ho scoperto che facevo ridere con i miei modi un po’ buffi, finanche maldestri, di campare la vita e questo atteggiamento un po’ alla Bridget Jones è diventata la mia cifra.

Tra i tanti interpretati, quale è lo spettacolo cui sei più legata?
Sicuramente “Rent” di Jonathan Larson, opera meravigliosa che potremmo definire la versione rock della Boheme di Puccini, che ha cambiato profondamente il concetto di musical; una storia affascinante che ha modernizzato l’opera originale trasferendo la condotta bohemien dei personaggi creati da Puccini in un ambito di emarginazione contemporanea dove si muovono tossici, travestiti nonché protagonisti malati di aids destinati a morire proprio come lo stesso Larson, il quale morì giusto il giorno del debutto del suo spettacolo, che quindi non vide mai realizzato. Io ne ho interpretato una versione napoletana ove più che di malati di aids si parlava di fumi tossici, ma è stata un’esperienza fortissima cantare le musiche composte da Larson. In questo periodo, invece, canti le musiche di Giovanni Zappalorto… Si ed in ben due spettacoli: sono la piccola Dorothy ne “Il Mago di Oz” una versione un po’ surreale di cui Giovanni è anche regista e sono l’ammiccante Acroteleuzio ne “Il Vantone”, traduzione del Miles Gloriosus firmata da Pasolini e diretta da Nicasio Anzelmo con musiche di Zappalorto.

Un Miles musicale?
Plauto scrisse la commedia prevedendo tra i suoi personaggi degli scambi perfetti di duetti e terzetti che Pasolini trascrisse nella sua versione romanesca e che Zappalorto ha riportato nelle sue composizioni aggiungendone le note rendendo lo spettacolo ancor più brioso. Anzelmo, che ne è il regista lo ha arricchito creando un cast che interagisce esaltando ogni movimento scenico attraverso passi a due che all’occhio dello spettatore appaiono quasi come dei balletti.

Quindi ne Il Vantone canti e balli?
Canto un paio di brani; il mio personaggio, Acroteleuzio, è una prostituta della Roma di Pasolini, una molto di “core” ma anche molto furba e senza scrupoli se le capitano davanti uomini della risma di Pirgopolinice, che si vantano troppo di se stessi; è una grandissima seduttrice che applica tutta la sua sensualità per il raggiungimento del suo fine e che gioca ogni carta, dal corpo alla voce, per incantarlo e farlo cascare nella rete, complice anche la sua fidata amica Milfidippa, prostituta anch’essa di lungo corso, con la quale si diverte a tessergli un bel tiro mancino. E’ uno spettacolo molto divertente e molto corale.

Quando è iniziata la tua collaborazione con Zappalorto?
Circa 11 anni fa, con “Giro del mondo in 80 quarti”; tra noi c’è una profonda stima artistica anche se sono profondamente convinta che lui si diverta moltissimo della mia vicinanza perché mi trova estremamente buffa nella vita, il fatto che io sia completamente, dice, sconclusionata nel quotidiano ed estremamente precisa nella professionalità lo affascina: pensa, durante le cene di compagnia non fa altro che raccontare aneddoti su di me cose del tipo che quando arrivo puntualissima all’appuntamento per la partenza di qualche tournée è perché scordo a casa i bagagli!

Ed è vero?
Purtroppo, ahimé, è vero! Ho un po’ una vita alla Brideget Jones. E come lo spieghi? Non so, credo sia un retaggio della Scuola di recitazione Paolo Grassi che mi ha portato a entrare nei personaggi immedesimandomi per cui, se per esempio devo interpretare una bulimica, mi ingoffo con strati e strati di vestiti per assumere le movenze oltre che le fattezze di una persona goffa. Mi discosto dalla mia vita reale il più possibile.

Che mi dici invece del Flapper Cabaret?
Il Flapper è il mio teatro nel teatro, mi permette di esprimermi a tutto tondo nella recitazione, nella canzone, nella imitazione; è uno speack easy, uno di quei luoghi segreti nati negli anni venti durante il proibizionismo, ove si entrava dando all’ingresso di qualche scantinato una parola d’ordine per accedere a locali fastosi e festosi dove la gente si incontrava per ascoltare musica, danzare e bere liberamente. Il Flapper Cabaret è così. E tu lì che fai? Di tutto e di più ma di base nei panni della sessuologa Greta von OctoKatz conduco uno spettacolo di cabaret burlesque dove indossando le vesti di più personaggi presento gag di comici, numeri di magia o prestidigitazione, cantando brani della bella epoque dando via libera ad ogni tipo di fantasia sempre attenendomi a delle precise regole comunicate precedentemente al pubblico che comunque interagisce con chi è sul palco.

Ti senti più Dorothy, Acroteleuzio o Greta von Octokatz?
Vuoi davvero sapere la verità? Forse più di tutte mi sento Bridget Jones!