ANDREA RONCATO: “FARE L’ATTORE? STUDIARE PRIMA DI TUTTO”

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Andrea Roncato

INTERVISTA A TUTTO CAMPO, DALLA MONDAINI A MOANA POZZI. MONITO AI GIOVANI ASPIRANTI ATTORI. “RAI…PIÙ SERIA”

di Graziarosa Villani

Andrea RoncatoDal cabaret al set, dal teatro alla televisione, con in tasca una laurea in Giurisprudenza e un diploma di solfeggio. Andrea Roncato nella sua piena maturità artistica prosegue in un lavoro iniziato in due, da comico cabarettista, con Gigi. Molte le produzioni che lo vedono coinvolto, anche in questo periodo di pandemia. Lo abbiamo incontrato ad Anguillara nel corso delle riprese del cortometraggio, di prossima uscita, Grazie Michele per la regia Rosario Errico.

Andrea Roncato nasce in duo e poi diventa attore solista. Qual è la differenza tra recitare in due e recitare invece da soli?
Diciamo che la differenza è tra recitare e fare cabaret o fare spettacoli. In due con Gigi ancora adesso facciamo spettacoli in teatro ma il cinema è un altra cosa soprattutto se tu cominci come comico, il comico non ha un ruolo quindi non è un attore perché interpreta se stesso. Essere attori vuol dire interpretare un ruolo che non sei tu. Però da Cochi, da Renato, a Aldo Giovanni e Giacomo, allo stesso Zalone – Zalone fa Zalone, quindi non è un attore fa se stesso – quindi se cominci a fare film come coppia come me e Gigi, ti accorgi che dopo un po’, facendo gli stessi ruoli, fai sempre lo stesso film quindi rischi di stancare la gente. Per questo motivo io e Gigi abbiamo smesso di fare film insieme. Io li faccio da solo perché amo il cinema, lui fa più teatro, però poi ci troviamo insieme per fare spettacoli. Ma perché a me piace fare l’attore, far l’attore vuol dire interpretare ruoli diversi da te che usano solo il tuo modo di pensare il tuo modo di amare, di agire, ruoli però che non sono legati ad un personaggio televisivo, quindi io infatti ho cominciato con fare film comici e ho finito adesso con Pupi Avati, Virzì, Muccino e anche film di natura drammatica, questa estate ne ho fatti tre con Violante Placido, film seri.

Un laureato in Giurisprudenza come arriva a fare l’attore, hai voluto emulare Nino Manfredi?
Non è che sono arrivato, io sono partito che volevo fare l’attore. Quindi tutte le cose che ho fatto dopo erano in più, la laurea in Giurisprudenza per far contenti i miei genitori che avevano paura che l’attore non fosse un mestiere abbastanza sicuro, il conservatorio l’ho fatto perché mi piace suonare, suonavo l’organo, addirittura i primi soldi li facevo suonando ai matrimoni in chiesa. Ho fatto due scuole di teatro ho fatto la scuola di cinema in America, ho fatto dieci anni di gavetta, dei quali tre anni con Sandra Mondaini e poi ho cominciato ad andare in televisione. Da allora ho fatto 67 film e ho fatto 385 episodi di fiction più varie trasmissioni come Premiatissima, Grand Hotel, Festival, Domenica in 1997/98 con Mara Venier. Con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini… Ho fatto Io e la Befana…la prima cosa che ho fatto in televisione.

Come li hai trovati?
Sono loro che hanno trovato me.

Ti sono piaciuti?
Sono personaggi irripetibili.

Cosa è che di più ti ha colpito più di Raimondo?
La forza, l’ironia, l’intelligenza, la cultura, la sagacia. La Mondaini era un animale da palcoscenico vero e proprio. Rido quando adesso vedo ragazze che dicono sono una soubrette e non sanno fare niente in realtà. La Mondaini era una delle poche soubrette che insieme a poche altre che sapeva cantare, ballare, recitare. Essere soubrette vuol dire saper far tutto mentre adesso purtroppo il termine soubrette si usa quando uno non sa fare niente ed anche perché, a differenza di una volta – tu dici laureato in legge – una volta per fare l’attore dovevi studiare. Adesso pensano vado a fare Uomini e Donne poi vado a fare l’attore però non arriveranno mai. Sono tutte fabbriche di falliti, come io ho sempre detto, perché bisogna studiare per fare qualsiasi mestiere dal fontaniere all’attore. Purtroppo adesso i ragazzi amano mostrarsi. C’è la mania di farsi vedere, su Instagram, al Grande Fratello. Tutti vanno lì e dicono come sono bello, come sono bravo, come sono simpatico, come sono buono. Però se gli dici: “Va bene, tu sei questo, ma cosa sai fare? Niente”.

Le donne di Andrea Roncato. Tra le altre Moana Pozzi che ha vissuto anche ad Anguillara.
Moana l’ho conosciuta che stava facendo l’attrice. Fece con me il Pompiere, Doppio misto. Poi si è messa a fare la pornodiva ma io poi non l’ho più seguita. Tutti lo sanno perché Moana lo ha scritto nel suo libro La filosofia di Moana Pozzi nel quale ha dato i voti ai suoi amanti. Sono citato anche io. Anzi mi ha dato un bellissimo voto e la ringrazio perché mi ha fatto fare una gran bella figura.

Con Stefania Orlando…
Stefania Orlando è la mia prima moglie. Abbiamo convissuto quattro anni insieme, poi due di matrimonio, poi lei se n’è andata con uno, va bene così…tutto risale a 25 anni fa.

Perché ti sei sposato a Bracciano?
Perché mi piacevano le Scuderie di Bracciano. Mi sono sposato nel 2017 con Micol, la mia seconda moglie…perché io ogni venti anni mi sposo…

Hai lavorato sia in Rai che in Mediaset. Qual’è la differenza di produzione tra le due?
All’inizio la differenza era che Mediaset pagava molto di più. Adesso le produzioni sono senza soldi da ambo le parti…quindi … forse la Rai è più seria per certe cose…almeno non ha bisogno di fare Grandi Fratelli per cercare di tirare avanti.

Sei mai passato dall’altra parte della macchina da presa?
No però prima o poi lo farò, perché insegno all’Accademia anche regia e recitazione. Per adesso mi piace recitare, non ho mai avuto tempo di farlo dall’altra parte…però non è escluso che prima o poi lo faccia…quando sarò stanco di andare in giro recitare. Tieni presente che il cinema anche con la pandemia non si è mai fermato. Io negli ultimi quattro anni ho fatto una ventina di film, sei quest’anno, addirittura due serie in Francia in dodici puntate. Il pubblico sta smettendo di andare al cinema perché ha perso l’abitudine però esistono queste piattaforme che stanno sostituendo le sale cinematografiche.

La tesi su che tema l’hai fatta?
In Medicina Legale. Avevo fatto una ricerca su alcuni casi di suicidio che sembravano impossibili per i modi con i quali le persone avevano scelto di uccidersi.