10 anni fa, i demoni di Amy
Il 23 luglio di 10 anni fa moriva a soli 27 anni la cantante Amy Jade Winehouse.
Amy nasce a Londra il 14 settembre 1983 in una famiglia ebrea e sin da piccola mostra di preferire la musica allo studio scolastico. A dieci anni fonda un piccolo gruppo rap alla Ashmole School. A tredici anni viene espulsa dalla scuola per scarso rendimento aggravato da un comportamento eccessivamente trasgressivo: si presentò a lezione con un piercing al naso che si era fatta da sola e alcuni tatuaggi. A sedici anni canta come professionista in una orchestra jazz: viene così scoperta da un noto agente musicale, un talent scout, e ottiene un accordo con l’agenzia “9 Entertainment” che di lì a breve le procura un contratto discografico con la Island Records. Pochi anni dopo l’esordio con l’album “Frank” che riscuote subito ottimi successi non solo del pubblico ma soprattutto dalla critica.
Una voce calda e avvolgente, molto più matura della sua età con quel timbro “nero” accompagnato da sonorità jazz & soul e quel caratteristico stile vintage, questo è stato il segreto di un successo immediato che è valso alla cantante molti premi, da due dischi di platino al “Ivor Novello Award” e non solo, portandola ad altissimi livelli nella classifica musicale prima britannica e poi mondiale. Ma Amy rimane comunque insoddisfatta e irrequieta nonostante il successo: decide così di prendersi una pausa dalla musica anche se rimane sulle pagine gossip e scandalistiche per i suoi ripetuti eccessi e stravaganze. Riappare sulle scene musicali nel 2006 con l’album “Back to black” che la fa ritornare sulle vette della top-ten mondiale e che le vale premi e riconoscimenti importanti tra i quali cinque Grammy Awards. Ma i demoni di Amy continuano a rincorrerla: soffre di depressione e disordini alimentari ma anche di problemi legati alle droghe e all’alcol. Nel 2007 si sposa a Miami in Florida con Blake Fielder, un compositore britannico dipendete, secondo le cronache, da eroina e crack che, per i fan dell’artista, è stato responsabile della prematura morte di Amy: la cantante viene trovata morta nel letto della sua casa londinese al numero 30 di Camden Square. La causa del decesso è stata attribuita ad una forte intossicazione da alcol cinque volte superiore al limite stabilito per la guida. Oggi il padre Mitch, con i proventi dei dischi di Amy tutt’ora molto ascoltati, gestisce l’ente benefico Amy Winehouse Foundation ed Amy’s Place, un centro di accoglienza londinese per donne che hanno superato la dipendenza. Si conclude in questo modo la breve ma intensa vita di un’artista di talento, schiava della vita e del successo.
di Pamela Stracci