Colpo di Stato nel paese sudamericano: scontri e disordini, saccheggiati i supermercati.
di Antonella Scaramuzzino
É mascherato dalla nomina “ad interim”, ovvero come periodo di tempo per il quale un soggetto assume l’esercizio di determinate funzioni in attesa dell’assunzione della carica da parte di un nuovo titolare, il golpe che ha messo alla guida della Bolivia la senatrice Jeanine Anez, del partito Unidad Democratica. Questa, la condanna internazionale che vede come primo accusatore Evo Morales, presidente dimissionario rifugiato in Messico, cui è stato imposto l’obbligo di rinuncia all’incarico.
E di colpo di Stato parlano Onu, UE, Cina e Osa: nessun quorum era stato raggiunto nelle sedute di Camera e Senato, vista l’assenza alle elezioni della maggioranza del Mas (Movimento al socialismo), al controllo di 2/3 delle Camere, i cui rappresentanti non sono riusciti a raggiungere il palazzo del Parlamento a causa dei gravissimi rischi e pericoli dei veri e propri attacchi militari loro rivolti.
Violenti scontri a La Paz e a El Alto tra i militanti delle fazioni: incendiati bus e auto, saccheggiati supermercati e negozi, edifici dati alle fiamme. La polizia non riesce a reggere l’onda d’urto dei disordini e ha chiesto l’intervento dell’esercito. Il comandante delle Forze Armate a garantito le tempestiva messa in campo di uomini e risorse per combattere gli estremisti.
Il Dipartimento di Stato americano a ‘livello 4’ l’allerta, che scoraggia viaggi nel Paese sudamericano.