Al Teatro Vascello “La Strada” di Cormac McCarthy

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di Giovanni Zucconi

Domenica scorsa, al Teatro Vascello, è stata rappresentata “La Strada” di Cormac McCarthy.

Un’opera andata in scena nell’ambito della rassegna “Flautissimo”, dove il Teatro incontra la musica dal vivo. E’ stata una rappresentazione molto intensa, interpretata da un bravissimo e giovanissimo Guglielmo Poggi. Un attore che mi ha ricordato molto un’interprete che adoro: Fabrizio Gifuni. Non vorrei semplificare troppo, ne sminuire, anzi. Ma direi che la rappresentazione de “La Strada” si possa confrontare con un audiolibro al quale Poggi ha fornito il corpo, oltre che la voce. Un corpo immerso in una suggestiva ambientazione scenica, creata da uno schermo dove venivano proiettate delle foto riconducibili ad un paesaggio apocalittico, e sottolineata dalla musica dal vivo di Francesco Berretti. Avevo apprezzato tantissimo l’ultima fatica di Gifuni al Teatro Vascello, dove interpretò, uno dietro l’altro, ben quattro capolavori della letteratura mondiale. E domenica ho rivissuto le stesse emozioni. La lettura “professionale” di un testo la trovo sempre molto affascinante. Il riuscire a vedere i personaggi senza che ci sia una vera e propria recitazione, è per me è sempre un’esperienza appassionante. Guglielmo Poggi ha prestato il suo corpo così come Gifuni lo presta nelle sue rappresentazioni. Riporto, per chiudere questa piccola recensione, e per esprimere meglio il concetto che ho voluto trasmettere, le parole che mi disse Fabrizio Gifuni dopo la sua performance, al Teatro Vascello, “L’Autore e il suo doppio”:

“L’idea è che le parole che si sono depositate sulle pagine di un libro, con l’unico scopo di essere lette, provengano dai corpi dei loro autori. Credo che il passaggio di staccare queste parole dalla dimensione orizzontale delle pagine in cui si trovano, per riportarle nella loro sede naturale che è il corpo, sia un’operazione assolutamente naturale. Fare questo significa, molto concretamente e molto semplicemente, ricordare che quelle parole provengono da un corpo. Le parole provengono sempre da un corpo, che è quello dello scrittore, del poeta che le ha generate. Io le riporto al corpo e alla voce, che è sempre corpo.”