Al Quirinale arriva la “Porta dell’Inferno”

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porta dell'Inferno

A Roma dal 15 ottobre prossimo e fino al 9 gennaio 2022

Eccezionalmente concessa in prestito dal Musée Rodin di Parigi, è partita con un trasporto speciale la “Porta dell’Inferno” dello scultore François Auguste René Rodin è ed è arrivata a Roma nei giorni scorsi. Si tratta del modello di fusione in gesso scala 1:1: di una porta monumentale alta ben 7 metri, che però Rodin non vide mai fondere.

Allo scultore francese venne commissionata nel 1880 e lavorò a questo progetto per quasi quarant’anni fino alla sua morte. Dal modello in gesso vennero poi fusi otto originali multipli custoditi in vari musei del mondo, a Parigi, a Zurigo, Filadelfia, Tokio, Standford, Seul e a Città del Messico. Un tripudio di bassorilievi ispirati al ciclo dell’Inferno dantesco decorano questa opera monumentale che dal 15 ottobre prossimo e fino al 9 gennaio 2022 sarà possibile ammirare alle Scuderie del Quirinale nella mostra “Inferno” uno degli eventi più attesi in occasione dei festeggiamenti dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Tra le decorazioni sfilano oltre 180 personaggi disposti in una serie di prospettive tra i quali Dante stesso in posizione seduta – posa ripresa successivamente sempre da Rodin per realizzare la statua de Il Pensatore – Il Conte Ugolino, Paolo e Francesca e Adamo ed Eva.

La mostra è organizzata dallo storico dell’arte e curatore francese Jean Clair e naturalmente la “Porta dell’Inferno” non sarà l’unico capolavoro ad essere esposto: oltre duecento opere d’arte provenienti dall’Italia e da tutta Europa descriveranno attraverso l’iconografia dei più grandi maestri di tutti i tempi, l’Inferno dantesco in una continua ricerca della coscienza umana di bramare alla salvezza o di “meritare” la dannazione. Tra i grandi mastri che faranno calare i visitatori nei gironi infernali troviamo Beato Angelico, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Cezanne e Sandro Botticelli con la celebre “Voragine infernale” un capolavoro ottenuto in prestito dalla Biblioteca Apostolica Vaticana.

Pamela Stracci