Come è noto i capolavori pittorici (almeno quelli di attribuzione certa) di Leonardo non sono molti e sono fisicamente distribuiti in vari luoghi di differenti nazioni; come è pur vero che il Genio Assoluto di Vinci non dipinse moltissimo, anzi, tanto era preso dalle sue molteplici attività creative che alternava, con una facilità assoluta, magari lasciando incompiuta un’opera qualsivoglia di qualsiasi tipo ordine e natura, per dedicarsi ad un’altra realtà che in quel preciso momento gli aggradava di più; cosa piuttosto “ovvia” questa in quanto di Leonardo da Vinci, ad oggi, ne è esistito uno ed uno solamente sulla faccia della terra. Come è pur vero che qualsivoglia cosa che lo riguardi, anche ora a distanza di oltre cinque secoli, accenda immediatamente i riflettori culturali di tutto il mondo. In questo senso è di grande rilievo che la Galleria degli Uffizi a Firenze abbia riunito, per la prima volta, in una unica sala, i tre grandi capolavori di Leonardo da Vinci che sono in suo possesso: L’Adorazione dei Magi (di recente “uscita” da un minuziosissimo restauro durato ben cinque anni), l’Annunciazione e il Battesimo di Cristo (che l’Artista realizzò insieme al Verrocchio il suo iniziale maestro il quale sentendosi superato dall’eccezionale talento pittorico del suo straordinario allievo smise di dipingere per dedicarsi solo alla scultura – Vasari dixit), tre opere bellissime riunite appunto in un unico spazio espositivo allestito grazie al sostegno degli Amici degli Uffizi e Friends of the Uffizi galleries. Fino a pochissimi giorni fa le opere erano separate al primo piano della Galleria: l’Adorazione dei Magi da sola in un sala, il Battesimo e l’Annunciazione insieme in un’altra. Dice, con legittimo orgoglio il tedesco prof. Eike Schmidt direttore della Galleria fiorentina:“Le pareti della Sala sono caratterizzate da una tonalità di grigio molto morbida, quasi perlacea, per esaltare «la pienezza delle forme così tipica dello stile di Leonardo” aggiunge sempre Schmidt: “La sala è praticamente `dirimpettaia´ di un altro nuovo scrigno di tesori assoluti della galleria, recentemente creato: la stanza che accoglie insieme, ponendoli in dialogo, il Tondo Doni di Michelangelo con capolavori di Raffaello Sanzio, tra i quali la Madonna del Cardellino”. Tanto per essere precisi le tre preziosissime opere di Leonardo ora sono appunto riunite, al secondo piano della Galleria, nella sala 35 dell’Ala di Ponente. In questo modo continua il rinnovamento della Galleria degli Uffizi che dopo il riallestimento degli spazi dedicati a Caravaggio, Michelangelo e Raffaello, ora con i tre capolavori di Leonardo si evidenzia ancor meglio una chiarezza narrativa che è alla base del ritorno a un percorso cronologico, con il Genio di Vinci posto immediatamente prima di Michelangelo e Raffaello. E su questo nuovo allestimento interviene sempre, con la sua consueta chiarezza, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt dicendo: “non è solo studiato per permettere un tipo di visita lenta, meditata, in cui il visitatore può confrontare le opere e capire l’evoluzione stilistica di Leonardo giovane, ma rende anche giustizia alla storia dell’arte, collocando le opere dell’artista immediatamente dopo le sale dedicate al Quattrocento fiorentino. Essa fa parte di una serie di cambiamenti messi in atto per adeguare gli Uffizi alle necessità di comprensione del pubblico ed ai primari educativi cui il museo è improntato”. Dettagliando ancor meglio le caratteristiche della sala va detto che le sue pareti sono state rinnovate con l’antica tecnica della pittura a spatola ( che richiama gli ambienti storici dei luoghi ove un tempo erano collocate le tre stupende opere) in una tonalità di grigio pallido che si intona con il pavimento in pietra intarsiata. Uguale cura è stata posta nelle relative teche che garantiscono ai dipinti un microclima ottimale e si giovano di vetri antiriflesso che offrono al visitatore ( già basito di fronte a cotante Opere) la gran bella esperienza di una visione più naturale possibile. Vedere insieme i tre capolavori consente allo spettatore, seppur in maniera molto larvata, di “intravedere” i cenni evolutivi di un immenso Genio dell’Arte che più lo si studia e più pone grandi interrogativi. Ad esempio, ma solo ad esempio, va ricordato come nel Battesimo di Cristo, eseguito da Leonardo durante l’apprendistato dal Verrocchio, il Genio scelse di dipingere ad olio per meglio ottenere i suoi, poi famosissimi e stupendi, toni sfumati, mentre tutti gli altri pingevano solo a tempera. Nell’ Annunciazione le stupende ali dell’angelo fanno ben intravedere come esse siano ispirate dal vero a seguito dello studio effettuato su quelle degli uccelli, per non parlare poi dell’ombra della creatura angelica che proiettata sul prato fiorito ne fa quasi un Essere realisticamente tangibile. L’incompiuta Adorazione dei Magi invece è la prova visibile delle varie sperimentazioni leonardesche in tema di pittura con tutta la sua genialissima inventiva messa poi in atto in altri capolavori quali: La Vergine delle Rocce, il San Girolamo e la Battaglia di Anghiari. A questo punto non rimane che suggerire, a chicchessia, un’andata in quel di Florentia, per ammirare, oltre a tante altre apprezzabilissime cose sparse per il capoluogo toscano, questa nuova Sala Leonardo alla Galleria Uffizi che riunisce in un unico ambiente i suddetti tre capolavori i quali, visti insieme, lasciano semplicemente stupiti, ammirati e letteralmente con gli occhi sgranati, tutti gli spettatori davanti a tale triplo incantesimo frutto del più grande Genio che l’Umanità abbia mai avuto. Un altro “Frutto” fantastico di un sicuramente irrepetibile (per tantissimi motivi) periodo storico, molto articolato e complesso, nomato “ Rinascimento” che Rinascimento di tutto veramente fu.
Arnaldo Gioacchini