MAURIZIO MARTUCCI: “TRANSIZIONE ECOLOGICA E DIGITALE SONO I PRESUPPOSTI DI PARTENZA PER ATTUARE QUESTI CAMBIAMENTI DIROTTANDO LE RISORSE ENERGETICHE VERSO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE”.
“Il digitale e le nuove tecnologie sono l’architrave, l’ossatura, l’elemento fondante di tutta l’Agenda 2030” ha detto il giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci nella relazione tenuta lo scorso settembre in Veneto a Monastier di Treviso nell’incontro sull’Agenda 2030, promosso dall’associazione Itali, ripresa da Web TV 9MQ.
Martucci ha spiegato che “L’Agenda 2030 cerca di robotizzare l’umanità e umanizzare la robotica. Noi stiamo assistendo ad una inversione a 360 gradi dei piani, dove il virtuale si sta sostituendo al reale. Le giovani generazioni, i nostri figli, che non a caso sono stati chiamati i nativi digitali – ha proseguito il giornalista – sono il target privilegiato su cui gli ingegneri sociali, chiamiamoli così, con i quali hanno partorito il piano del 2015 che è stato sottoscritto a Parigi sotto la dicitura “Accordo sui cambiamenti climatici”, in realtà stanno portando avanti un piano che prevede fondamentalmente due punti essenziali: il cambiamento degli stili di vita, quindi il cambiamento della società civile e lo step successivo, il cambiamento dell’essenza ontologica e naturale dell’essere umano e qui entra in gioco il transumanesimo”.
Nell’Agenda 2030 Martucci individua alcuni punti che possono essere profondamente calzanti al tema delle nuove tecnologie: Il punto 2, “Sconfiggere la fame”; il punto 3, “Salute e benessere”; l’11, “Città e comunità sostenibili”; punto 12, “Consumo e produzione responsabile”; il punto 13, “Lotta al cambiamento climatico” e infine
il 15, “La vita sulla terra.“
Tutti questi punti ruotano intorno all’architrave, alla struttura centrale, alle nuove tecnologie. L’inganno su cui noi dobbiamo riflettere e fugare, è pensare ancora che le tecnologie sono state concepite per essere a servizio, utilizzo e consumo del cittadino. No, non è più così, l’Agenda 2030 sta sfruttando le nuove tecnologie per poter arrivare a quei due obiettivi : il cambiamento degli stili di vita, il cambiamento dell’umanità.
Il presupposto di partenza ce lo danno i fondi del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, circa 200 miliardi di euro: il 50% di questi fondi sono per la transizione ecologica e la transizione digitale. Le nuove tecnologie si inseriscono a piè pari sulla transizione ecologica nella misura in cui con le così dette rinnovabili [..] stanno cercando di alimentare nuove risorse energetiche. Ma nuove risorse energetiche per chi? Mi riferisco alle pale eoliche, al fotovoltaico e a tutto quello che si sta implementando nei nostri territori. Non servono ad alimentare nuova energia per i cittadini, servono alla transizione digitale – a cui si legano la transizione energetica e le nuove tecnologie – per portare avanti il cambiamento attraverso un nuovo cervello che si chiama Intelligenza Artificiale. L’IA è profondamente energivora: la nuova energia che stanno costruendo, con la scusa dei cambiamenti climatici, serve per alimentare questo grande cervello. Una ricerca scientifica, ci dice che dal 2022 al 2023, l’IA debole ha consumato tanto quanto una nazione pari all’Irlanda. Di recente è stato pubblicato un altro studio, che ci dice che nei prossimi anni, quando l’intelligenza non sarà più debole ma diventerà forte per tendere ad una misura senziente, consumerà tanto quanto tutti gli Stati Uniti d’America. [..]. Ma questo non è l’unico punto centrale di questo cambiamento che stiamo assistendo, l’altro punto è la rete. Perché se l’Intelligenza artificiale è un cervello pensante c’è una rete che può consentire di costruire quella che io definisco “la tecnogabbia”: Smart city, Società ecosostenibili, ZTL, Città 15 minuti, tutto quello che ci stanno costruendo intorno, è possibile solo ed esclusivamente ad una rete. Questa rete ha un nome ben preciso: 5G. La reale natura di questa rete ce l’ha spiegata Vittorio Colao in una intervista del 2018”. In quella intervista, sottolinea Martucci, “Colao non pronuncia mai la parola telefonino o smartphone, perché il 5G non serve alla comunicazione mobile, il 5g serve a creare una tecno gabbia: ha parlato di riconoscimento facciale, di robotica, di casa domotica dove viene controllato il consumo, lo spreco, l’energia, ha parlato di somministrare farmaci da remoto. Qualcuno dovrebbe ancora spiegarci come è possibile somministrare farmaci da remoto. In realtà l’Agenda 2030 si pone tra i punti cardine proprio l’aspetto di salute e benessere. Vittorio Colao dopo essere stato top manager del 5G in Europa e essere stato in consiglio di amministrazione del 5G americano, oggi lavora in una società di telemedicina. Questo dovrebbe farci capire cosa è avvenuto negli ultimi 4 anni. Ho fatto una inchiesta, Tecno Uomo 2030, proprio quando ho constatato che gli obiettivi sono i cambiamenti degli stili di vita e cambiamenti dell’umanità: se pensiamo all’Agenda 2030 anche le tecnologie prevedono un salto quantico per passare dall’internet delle cose, all’internet degli esseri umani. Quindi quando Colao parlava di somministrare farmaci da remoto, sapeva che tra 6 anni in linea con l’Agenda 2030, con il 6G si potrà passare direttamente alla connessione dell’essere umano con le macchine. Internet of Bodies è esattamente questo. L’aspetto importante è comprendere come tutto quanto il quadro d’insieme sia profondamente armonico e nessun pezzo è scollegato. È tutto connesso. Sta semplicemente a noi riuscire ad individuare i pericoli, gli attacchi denunciarli e fare resistenza”.