Ha fatto crescere tanti ragazzi, allenato molte generazioni. Prima, da più giovane, era un giocatore forte e tenace, che a Cerveteri approdò negli anni settanta. Valentino Pambianco sarà ricordato come un uomo dai modi austeri, ma pieni di bontà, di amore per la maglia verde azzurra. Da calciatore ha vestito la maglia di squadre romane, giocando anche nella quarta serie, l’attuale serie D. Si trasferì a Cerveteri e fece vedere subito di che pasta era fatto. Combattivo, duro a morire, un centrocampista adattato anche a difensore. La sua carriera da allenatore iniziò con la scuola calcio, passando all’ under 19. C’è anche una parentesi in prima squadra , correva l’anno 1989/90, subentrò in panchina a poche giornate dal termine. Fatale per la retrocessione, purtroppo, fu la sconfitta a Fiumicino nell’ultima di campionato. Negli anni a seguire è rimasto vicino al club etrusco, smettendo di allenare nei primi anni novanta . Ma la sua passione non si è fermata lì, ha continuato ad essere al fianco della società, occupandone il ruolo di custode del campo. Ma quattro anni fa la salute non gli permetteva di gestire con facilità il ruolo ed ha deciso di allontanarsi. Allo stadio ci andava con assiduità, seguiva la squadra che aveva nel cuore. Quel cuore che ieri ha cessato di battere dopo una lunga malattia . A 77 anni, infatti, ha lasciato una città sgomenta. Per tutti era il mister.
Bandiera del Cerveteri degli anni settanta, Pambianco è stato uno dei più forti calciatori dei dillettanti laziali. Ha guidato il Cerveteri nella retrocessione del 1989.