ADDIO AI PINI DE “IL SORPASSO”

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NULLA OSTA DEL COMUNE DI LADISPOLI AD ANAS PER L’ABBATTIMENTO DI 16 ALBERI.

Bruciati dagli incendi, malati, poco curati. Quale sia il motivo scatenante forse non si saprà, ma alla fine addio ad altri pini del film Il Sorpasso sulla via Aurelia, a Ladispoli. Il celebre cult del cinema italiano dove nel 1962 quella bellissima strada alberata venne inquadrata sullo sfondo del film mentre Vittorio Gassman (Bruno Cortona) e Jean Louis Trintignant (Roberto Mariani) erano fuggiti dalla Capitale percorrendo la statale a bordo di una Spider B24 di colore bianco.

Ma ora quegli alberi, storici, non sono più sicuri per chi ne detiene la responsabilità a livello di sicurezza. E così l’Anas, e la notizia è ormai ufficiale e confermata, provvederà a rimuovere almeno 16 pini nel tratto tra Osteria Nova e Palo. Un colpo al cuore. Azione che diventerà concreta non appena un agronomo firmerà una relazione per abbattere le piante «previo permesso del comune di Ladispoli e della Sovrintendenza», specifica la stessa Anas. Insomma, niente da fare per gli alberi che ne hanno passate davvero tante tra attacchi di roghi provocati da piromani, poi anche tanta trascuratezza. In più ci si è messa la cocciniglia che continua a mietere vittime anche in altre città e frazioni, come Cerenova ad esempio. Palazzo Falcone conferma lo smantellamento del patrimonio arboreo. «L’Anas ci ha chiesto il nulla osta – ammette Veronica De Santis, assessore ai Lavori pubblici del comune di Ladispoli – e credo sia un atto dovuto perché gli alberi sono secchi». Non ci saranno discussioni in Consiglio. Ora la palla torna nuovamente all’Anas che dovrà soltanto programmare gli interventi di sradicamento dei pini con la ditta incaricata indicando i giorni e le modalità dei cantieri che in qualche modo causeranno anche rallentamenti sull’Aurelia.

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Al di là delle circostanze e delle risposte istituzionali, resta il grande dispiacere per la cancellazione di una parte di storia di questa città, non solo dal punto di vista cinematografico dove il regista Dino Risi ha rappresentato un’epoca incentrata sulla ripresa economica, con i due attori in fuga dalla città girovagando in auto senza una meta precisa tra gli infiniti pini del centro Italia. Sinonimo di libertà e spensieratezza, anche per i romani in villeggiatura nel week end non possono far altro che ammirare questi alberi.

E proprio in quel tratto gli operai dell’Anas entreranno presto in azione per smembrare parte della pineta monumentale. «È un peccato – è nostalgico il consigliere comunale ed ex sindaco ladispolano Crescenzo Paliotta – basti pensare che quella scena fu girata proprio a Ladispoli dove Gassman e Trintignant aveva dato un passaggio a un contadino, il quale disse: “Ma sta macchina nun core?”. Frase rimasta celebre. Quel vialone alberato avrebbe condotto al Castello degli Odescalchi senza il passaggio a livello». Nel raggio di due chilometri furono girati vari capolavori e tutti differenti l’uno dall’altro, a cominciare da “L’Uomo dalla croce” di Rossellini. Il set fu organizzato nelle campagne intorno al Castellaccio dei Monteroni. Umberto D invece, film del 1952 con regista Vittorio De Sica, a ridosso della stazione di Palo e del vecchio passaggio a livello.