PER ANAS MOLTI SONO PERICOLOSI DOPO ESSERE STATI ATTACCATI DAGLI INCENDI. IL SINDACO GRANDO ATTENDE LA RELAZIONE DEI TECNICI: «ANCORA NON È ARRIVATA». A SETTEMBRE UN ALBERO È CROLLATO RISCHIANDO DI TRAVOLGERE UN AUTOMOBILISTA.
Altri alberi verranno abbattuti sulla via Aurelia, forse una decina. Molto probabilmente così è deciso e non si tornerà indietro a Ladispoli. Non è un rettilineo qualsiasi quello della statale tra Osteria Nuova e Palo Laziale. C’è un legame particolare dal punto di vista cinematografico e anche culturale con questi pini immortalati in un capolavoro della commedia italiana.
In un ferragosto di 60 anni fa Vittorio Gassman (Bruno Cortona) e Jean Louis Trintignant (Roberto Mariani) scappano da Roma e percorrono la via Aurelia a bordo di una Spider B24 bianca. Non è un film qualunque, è il Sorpasso, diretto da Dino Risi, affresco di un’epoca che stava vivendo la ripresa economica (oggi la curva invece è al ribasso). Uno dei cult di sempre insomma legato ai sogni di fuga estiva dalla città e del girovagare in auto senza una meta precisa tra le infinite strade del centro Italia. E proprio quei pini di Ladispoli vengono inquadrati sullo sfondo, con Gassman e Trintignan, in viaggio verso la Toscana in compagnia del nonnetto che tiene in bocca il sigaro. Strombazzano con il clacson, mostrano le corna e azzardano manovre rischiose.
Molti di quegli alberi, sinonimo di libertà e spensieratezza che hanno custodito per tutto questo tempo quel dolce ricordo, dovranno essere rimossi. Il crollo di un pino lo scorso 28 settembre ha riacceso i riflettori su un problema soltanto rimandato. L’enorme arbusto caduto sulla carreggiata, oltre a rischiare di provocare una tragedia, ha paralizzato la statale per un’intera giornata mettendo a dura prova la pazienza degli automobilisti. In quell’occasione la radice del pino si è spezzata naturalmente, perciò non sarebbe attribuibile ai gravi incendi che si sono verificati nell’ultima estate e anche in passato. Per risolvere il caos erano arrivati anche i vigili del fuoco con diverse squadre, tra cui la 26A di Marina di Cerveteri, e altri rinforzi muniti di motoseghe per tagliare i rami e il tronco L’Anas ha avviato uno studio approfondito scoprendo però che le altre piante invece erano state compromesse proprio dai roghi innescati probabilmente da piromani senza scrupoli. Il parassita dunque non avrebbe coinvolto gli altri pini oltre a quello già lesionato.
Recentemente si era parlato a Cerveteri di questo problema dato che il Comune aveva dato inizio agli interventi di disinfestazione contro la cocciniglia su circa 200 pini presenti in città e a Cerenova. Questo insetto riesce a ridurre il vigore e la fotosintesi dell’albero – è la spiegazione del Granarone – porta ad un deperimento e ad un indebolimento della pianta, spesso causandone la morte. Da quel che trapela da Anas, a breve ci sarà una relazione dettagliata da parte di un agronomo incaricato. La ricognizione riguarda il tratto che va dal chilometro 38 verso sud in direzione della Capitale. Il Comune al momento non ha ricevuto nessuna comunicazione a proposito. «Attendiamo anche noi la perizia – conferma il sindaco ladispolano, Alessandro Grando – fermo restando che se degli alberi dovessero essere abbattuti perché pericolosi per la sicurezza dei cittadini non potremo opporci».
Negli anni passati avevano protestato associazioni ambientaliste e comitati perché già una decina di pini erano stati divelti. La pineta di questo passo perderà gran parte del suo polmone. L’area di Palo Laziale è stata una delle più colpite dai roghi estivi a questo punto viene da pensare innescati da piromani senza scrupoli. Poi ci sono gli alberi che riguardano i terreni privati. Di pini ne sono stati rimossi una trentina all’interno di un casolare per altro demolito recentemente. Una vicenda che ha fatto infuriare il Pd locale che annunciato una battaglia per chiedere di riattivare un vincolo per l’abbattimento di queste strutture.
ENZO PALIOTTA: «QUESTO È IL PIÙ BEL TRATTO DELL’AURELIA FINO A VENTIMIGLIA E I REGISTI SE NE SONO ACCORTI»
L’ex sindaco ladispolano Enzo Paliotta di alberi e di storia se ne intende. La copertina del suo libro “Ladispoli e i luoghi del cinema” è stata dedicata proprio a questo tratto e al film di Risi.
Ce ne sono tanti altri, vero? «Quando nel 1927 il famoso scrittore inglese David Lawrence scese alla stazione di Palo e si diresse a piedi verso Cerveteri, iniziando così il suo bellissimo “Viaggio in Etruria”, descrisse quel tratto iniziale dell’Aurelia come una strada bianca e dritta, un viale nobilmente affiancato dai pini. Non sapeva che erano stati proprio dei nobili, gli Odescalchi, a far piantare a metà dell’800 due filari di pini che dal loro castello sul mare facevano da coronamento ad un viale che arrivava a ricongiungersi alla statale».
Quando venne costruita la ferrovia? «Nel 1859 e l’opera aveva interrotto la continuità del magnifico viale, mentre intorno al 1930 altri pini, insieme a due filari di cipressi, furono aggiunti fino ad arrivare all’ altezza di Osteria Nuova. Gli anni 50 del 900 furono quelli del massimo splendore di questo tratto di Aurelia, probabilmente il più bello di tutto il percorso fino a Ventimiglia».
Altri registi lavorarono qui a Ladispoli? «Sì, se ne accorse ad esempio De Sica, che nel 1952 ambientò sotto i pini della parte iniziale del viale la parte finale di “Umberto D”, uno dei suoi film più famosi. Nel 1960 la sede stradale fu ampliata e ne fecero le spese, oltre a dieci pini, i cipressi posti a fianco degli alberi più grandi. Ma la bellezza scenografica del viale rimase e Risi nel 1962 vi ambientò una delle scene più famose de “Il sorpasso”. Nel 1978 fu Monicelli a girare sul viale alcune scene di “In viaggio con Anita”».
Cosa successe poi ai pini? «Fu purtroppo proprio alla fine degli anni settanta che per i grandiosi pini che iniziarono i problemi. Prima una tromba d’aria che nel 1979 sradicò quelli posti davanti la chiesa, poi alcuni incendi e ancora più avanti l’abbattimento di altri otto per far posto al nuovo cavalcavia. E intanto continuavano, estate dopo estate, i roghi lungo i bordi dell’Aurelia».
Per arrivare alle malattie, non è così? «Per ultimi, ma insidiosissimi, sono arrivati i parassiti: quello più recente è la cosiddetta, “Cocciniglia Tartaruga” , poco visibile ma micidiale se non presa in tempo».
Archivio fotografico G.C. Enzo Paliotta