ACQUA: MEGLIO QUELLA DEL RUBINETTO, IMBOTTIGLIATA O DEPURATA?

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L’acqua è condizione essenziale per la vita, ma in merito regna il caos informativo. Proviamo a mettere un po’ d’ordine, almeno per quanto riguarda l’acqua di Ladispoli.

di Alfonso Lustrino

L’acqua distribuita in tutto il perimetro urbano di Ladispoli è la risultante di un mix di tre acque: Castel Giuliano, Pozzo Statua e Acea. Rientra in tutti i limiti consentiti dalla normativa ed è quindi perfettamente potabile. Le analisi vengono svolte regolarmente sia dalla ASL che dal gestore del servizio idrico e per trasparenza vengono pubblicate sul sito della Flavia Servizi. Nonostante ciò un’attività locale ha lanciato una raccolta fondi per effettuare le analisi presso un laboratorio privato di Anguillara: nel 2016 i valori sono risultati tutti nella norma, anche se l’arsenico risultava appena sotto i limiti consentiti (9.98 mg/l invece di 10 mg/l); nel 2020 (con l’entrata in funzione del nuovo dearsenificatore) i valori dell’arsenico sono scesi abbondantemente sotto i limiti, mentre i floruri hanno leggermente sconfinato (1,6 invece di 1,5).

Tutto sommato una buona acqua, controllata, assolutamente potabile e senza alcun rischio per la salute. Ma allora perché le vendite delle bottiglie d’acqua e dei depuratori non accennano a diminuire, anzi? Evidentemente alla base ci sono due fattori: la convinzione che l’acqua del rubinetto sia di una qualità inferiore, e il cattivo sapore provocato soprattutto dal cloro. Analizziamo i pro e i contro di queste due scelte.
Nonostante ciò, oltre agli appassionati di acqua in bottiglia, sempre più persone optano per l’acquisto di costosi depuratori.

ACQUA IN BOTTIGLIE
L’acqua in bottiglia costa circa 1.000 volte più di quella del rubinetto. I consumatori sono convinti che ciò sia dovuto al fatto che è sottoposta a diversi test, ma è vero proprio il contrario e cioè che l’acqua del rubinetto è normalmente più controllata di quella in bottiglia: è controllata 4 volte più frequentemente di quella in bottiglia, il contenuto di sali e altre sostanze è adeguato alle nostre necessità di salute, costa molto poco, non si fa pubblicità, e ha un impatto ambientale ridotto. Secondo i dati riportati dalla Commissione Europea, l’Italia è tra i primi paesi per il consumo di acqua minerale in bottiglie di plastica, con circa 224 litri a testa, che corrispondono più o meno a 13,5 miliardi di bottiglie di plastica prodotte e usate annualmente. In Europa, i 25 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, che vengono prodotti ogni anno, derivano dalle bottiglie di plastica dell’acqua minerale, rifiuti questi, che causano un grave impatto ambientale. Le notizie di cronaca che siamo ormai (tristemente) abituati a leggere documentano lo scenario allarmante di centinaia di migliaia di tonnellate di plastica che, sversate nei nostri oceani, danno vita a inquietanti isole artificiali. La migrazione, o cessione di sostanze dagli imballaggi plastici agli alimenti o alle bevande in essi contenuti è un problema che riguarda anche le bottiglie di plastica in cui è generalmente venduta l’acqua minerale. In verità il tema è dibattuto, ma è innegabile che alcuni fattori condizionano la migrazione di microplastiche, quali ad esempio la qualità del PET usato, dalle modalità di stoccaggio, dall’esposizione a fonti di calore o di luce per tempi prolungati.

Secondo Legambiente le acque in bottiglia alimentano nel nostro paese un giro d’affari di 10 miliardi: i guadagni per le aziende produttrici sono molto alti, anche perché i canoni concessionari sono irrisori, ovvero circa 1 millesimo di euro al litro, quindi 250 volte meno del prezzo medio pagato dal consumatore per una bottiglia. Molte aziende, inoltre, millantano “effetti miracolosi” del prodotto, dovuti a benefici poco chiari, dettati dalla moda del momento. Comunque lentamente sta prendendo piede la vecchia usanza del vuoto a rendere: un compromesso per gli irriducibili dell’acqua in bottiglia.

DEPURATORI
In linea di massima esistono due tipi di depuratori: ad osmosi inversa e a carboni attivi. Un impianto a OSMOSI INVERSA elimina tutte le sostanze in sospensione, depurando l’acqua da metalli pesanti, cloro, pesticidi, arsenico, sedimenti, nitrati, ecc. L’osmosi inversa elimina, però, anche i sali minerali, come il calcio ed il magnesio, quindi è indispensabile regolare il filtro in modo da non ottenere un’acqua distillata che risulterebbe dannosa per la salute (a volte anche reinserendo i minerali dopo la depurazione dell’acqua). Ricordiamo che il tanto temuto residuo fisso altro non è che il parametro dei sali disciolti dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180 gradi, quindi di sostanze che non sono pericolose per la salute. Un’acqua con un residuo fisso alto è semplicemente più ricca di sali minerali rispetto ad un’acqua che lo abbia basso. L’Oms consiglia il consumo di acqua con un considerevole residuo fisso, ritenuta utile nella prevenzione di tumori e patologie cardiovascolari. Di norma un impianto ad osmosi inversa ha costo considerevole.
Il depuratore con filtri A CARBONI ATTIVI è ottimo per eliminare dall’acqua soprattutto il cloro, migliorando così il sapore e l’odore dell’acqua. Elimina anche la sabbiolina, ma non eventuali presenze di nitrati o metalli. Hanno un costo decisamente inferiore.

CONCLUSIONI
L’acqua dei nostri rubinetti è perfettamente potabile. Per risolvere il problema del sapore basta installare un filtro a carboni attivi. Per gli spostamenti basta utilizzare una borraccia di vetro (protetta), in bioplastica o d’acciaio.L’utilizzo dell’acqua minerale in bottiglia comporta una spesa superflua inutile, un impatto ambientale devastante, una fatica per portarla a casa senza avere in cambio un miglioramento della qualità.Cambiare abitudine comporterebbe un risparmio e un contributo all’ambiente che ci circonda. Adesso lo sappiamo. Alibi zero.