Acea Ato 2: la perversione istituzionalizzata

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Le origini della situazione in cui versa Ladispoli con Acea come gestore. E non solo…

Bisogna collegare alcuni elementi storici per consentire ai “comuni mortali”, che seguono con poca attenzione gli sviluppi politici, che poi incidono significativamente sull’evoluzione della società, sul mondo economico e sullo “Zeitgeist”, meglio cultura contemporanea delle masse. E per capire meglio il perché l’ACEA ATO2 possa permettersi di comportarsi nel modo denunciato da tanti utenti, è necessario fare una retrospettiva degli ultimi quaranta anni…

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Raffaele Cavaliere – autore 

Personalmente ho scritto insieme agli amici Roberto Magri e Diego Corrao diversi articoli sulla questione, promosso insieme a loro anche una Mozione per il Consiglio Comunale di Ladispoli (prot. n. 27431/2023 del 5.6.23) e anche un’informativa indirizzata al Difensore Civico R.L. ed al Garante della Concorrenza (PEC dell’8.7.23 regolarmente consegnata), per mettere in evidenza alcune incongruenze riscontrate dallo studio dei documenti. L’istanza anzidetta è stata interamente allegata ad un articolo, il link:

https://www.orticaweb.it/wp-content/uploads/2023/07/1.1-Luglio-23-.-Comunicazione-AGCM-e-Dif.-Civ.-ACEA.pdf

Negli anni ’80 arrivano dai potentati inglesi e tedeschi certe indicazioni, indirizzati ad alcuni politici italiani, per bloccare la IV° potenza economica al mondo. L’Italia aveva superato la Gran Bretagna e la Francia! L’Italia era economicamente più potente della Francia e dell’Inghilterra, entrambe nazioni coloniali, che avevano contribuito alla formazione della “Unità d’Italia” a danno del Regno delle Due Sicilie; e vorrei ricordarvi che prima del 1865, il Regno dei Borbone, aveva la IV flotta militare ed era la III° potenza commerciale navale, così come Napoli era la terza città in Europa, dopo Parigi e Londra! Per l’occasioni del 150° anniversario dell’Unità di Italia organizzai a Ladispoli tre convegni di “contro storia”, proprio per far capire i danni fatti da Garibaldi, Mazzini, Cavour e Savoia al popolo del Sud e mettere in chiaro i “miti risorgimentali” basati su alcune menzogne storiche.

Ma torniamo alle radici storiche/culturali del comportamento di ACEA ATO2 S.p.A., il Ministro Andreatta, nell’81’, con una semplice lettera indirizzata alla Banca d’Italia, scinde la politica monetaria dal controllo del Ministero del Tesoro lasciando così la piena autonomia sulla gestione monetaria alla Banca d’Italia allora interamente statale.

Il 12 febbraio 1981 il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta scrive al Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi la lettera che avvia il cosiddetto “divorzio” tra le due istituzioni. La politica monetaria in Italia cambia corso e con essa da “nazione virtuosa”, allora il debito pubblico era c.ca al 60% mentre ora è a c.ca 144% del PIL, l’Italia perde lentamente brillantezza. Nel 1981 l’Italia godeva della sovranità monetaria e politica, le sue industrie nei settori strategici permettevano di essere “molto indipendenti” dai mercati internazionali, e con la svalutazione della Lira i vari Governi riuscivano a mantenere la competitività sui mercati internazionali e così la bilancia commerciale era sempre all’attivo!

Il 2 giugno 1992 sul panfilo della regina Elisabetta, Royal Yacht “Britannia”, attraccata  nel porto di  Civitavecchia, fu deciso di avviare la privatizzazione dell’Italia: gli ospiti erano l’alto comando dell’economia di Stato italiana: il presidente di Bankitalia Ciampi,  politici come  Giuliano Amato, Romano Prodi e l’onnipresente Beniamino Andreatta e tanti altri politici di spicco; c’erano anche i vertici di Eni, Iri, Comit, Ina, le aziende di Stato e le partecipate al gran completo; ovviamente sul panfilo inglese c’erano anche i rappresentanti del “deep state” britannico e dell’alta finanza del Regno Unito. C’era, a introdurre il congresso radunato per decidere “la fine dell’Italia” come potenza mondiale, il direttore generale del Tesoro Dr. Mario Draghi che quando è stato recentemente Presidente del Consiglio ha completato la sua opera di distruzione dell’Italia stracciando insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la Costituzione Italiana.

Le privatizzazioni, quella gigantesca dismissione degli “asset strategici” era condizione imprescindibile per entrare nella nascente moneta unica e creazione dell’UE, e fu allora che si coniò lo slogan utilizzato soprattutto dalla sinistra italiana globalista, e sempre a favore della cessione della sovranità nazionale: “Ce lo chiede l’Europa”. I “signori” del vapore e della finanza inglese chiedevano parecchio agli italiani presenti sulla nave, ma purtroppo per noi comuni mortali, gli inglesi  hanno trovato subito il consenso e la collaborazione degli italiani schierati con i “vincenti” di sempre! Allora lo Stato controllava treni, aerei e autostrade per intero, idem per acqua, elettricità e gas, l’ 80% del sistema bancario, l’intera telefonia, la Rai, porzioni consistenti della siderurgia e della chimica. I settori di partecipazione statale erano praterie sconfinate per gli speculatori stranieri: assicurazioni, meccanica ed elettromeccanica, settore alimentare, impiantistica, fibre, vetro, pubblicità, supermercati, alberghi, agenzie di viaggio. Le imprese a partecipazione statale impiegavano il 16% della forza lavoro nel paese. Smantellare il sistema delle industrie di Stato serviva per depauperare la ricchezza dell’Italia, renderla più debole sui mercati internazionali e togliere potere di autonomia politica-industriale alla nostra nazione.

L’Euro ha reso più poveri gli italiani

Romano Prodi

Subito dopo l’incontro a Civitavecchia, nel 1992, l’On. G. Amato diventa Presidente del Consiglio, tra i primi gesti vi è stato la semi privatizzazione della Banca d’Italia, dando le azioni alle partecipate statali che poi sono state a loro volta privatizzate soprattutto dai governi di sx, in primis da Prodi e da Bersani. Il primo Governo Berlusconi, 1994 – 1996, bloccò la svendita degli “asset strategici”, ma i successivi governi di sinistra, spesso non eletti ma imposti dai diversi Presidenti della Repubblica,  hanno poi completato l’opera vendendo i gioielli di Stato. Il Presidente del Consiglio Romano Prodi, nel 2006, poi privatizzò al 95%  la Banca d’Italia, solo il 5% rimase all’INPS, che con i dividendi della partecipazione alla Banca d’Italia (ora banca centrale privata), finanziava e finanzia ancora  i suoi compiti istituzionali di assistenza sociale.

Nel 2010, la Corte dei Conti, in una valutazione complessiva del ventennio delle privatizzazioni, fa presente che non vi è stato un miglioramento dei servizi e la loro conseguente maggior appetibilità promessa dai politici di turno: in pratica vi è stato solo un aumento delle tariffe. E noi a Ladispoli stiamo subendo le “vessazioni” dell’ACEA ATO2 S.P.A..

Dal 1992, in particolare i  politici della  sinistra italiana, spingevano e spingono ancora (su ordine dei “loro padroni” stranieri), alla cessione di sovranità ed alle privatizzazioni per ridurre, a loro dire, il debito pubblico, aumentare la competitività sui mercati internazionali, aumentare l’occupazione, migliori servizi dei privati rispetto alla gestione statale ecc., tutto questo non è mai avvenuto!
Come già scritto dalla Corte dei Conti, che  sostanzialmente ha certificato il fallimento della svendita dei gioielli di Stato. Di tutte le promesse di miglioramento dovute alle privatizzazione  non si è manifestato nulla: il debito pubblico è aumentato vertiginosamente, anche perché lo Stato non incassava più gli  utili delle sue aziende che garantivano anche l’autonomia negli approvvigionamento delle materie prime, produzione di energia ecc…; i privati hanno ridotto il personale aumentando la disoccupazione e spesso hanno delocalizzato; sui mercati internazionali la competitività è diminuita questo grazie anche all’introduzione dell’Euro (vi ricordate le promesse di R. Prodi a proposito dell’introduzione dell’Euro come moneta in Italia?Certo l’Euro ha reso più poveri gli italiani).

Tutti questi argomenti sono ben esposti nei libri del prof. Nino Galloni, dell’On. D. Scilipoti (sulla sovranità monetaria), dei giornalisti come F. Amodeo o dell’Avv. M. Della Luna. Il 12.10.2013, per spiegare tutti questi fenomeni storici, feci un convegno nell’Aula Consigliare del Comune di Ladispoli, con il titolo: “Europa si, Europa no. Sovranità monetaria e sovranità del popolo inesistente”, Galloni e Scilipoti (che non si presentò per impegni istituzionali sopraggiunti) erano tra i relatori.

Questa lunga premessa storica è servita solo  per farvi capire perché l’ACEA ATO2 S.p.A. si comporta così con i suoi utenti: disservizi, aumenti esagerati dei prezzi ecc.. denunciati in tantissimi articoli sui social e sulla stampa locale; nella Mozione e nell’Istanza suddetta (tutte reperibili sul WEB) i singoli aspetti sono stati tecnicamente analizzati.

Acea Ato 2: Grazie Mario

(© 2022 Carmine Flamminio / Senato della Repubblica)Mario Monti

A questo punto è bene ricordare che il Presidente della Repubblica, G. Napolitano (PCI ora PD), defenestro nel 2011, il Governo legittimamente eletto di Berlusconi, per imporre (la Costituzione lo consente) come Presidente del Consiglio Mario Monti (allora non eletto da nessuno), che sostanzialmente privatizzò l’acqua pubblica, alla faccia dei Referendum in cui gli italiani votarono per lasciare pubblica l’acqua anche perché è un bene comune primario!

Quali sono le “presunte perversioni istituzionali” riscontrabili nel passaggio dalla gestione Flavia Servizi di Ladispoli all’ACEA ATO2 S.p.A.?

Il Comune di Ladispoli, ha perso tutti i ricorsi in tribunale e per tanto è stato obbligato a cedere il sistema idrico: dall’estrazione dell’acqua dai tre pozzi autonomi, all’impianto idrico e dearsenificatore, all’impianto delle fognature e al depuratore tutto è stato trasferito all’ACEA, ovviamente, in tutto questo, non è mancata la pressione da parte della Regione Lazio, allora gestita dall’On. Nicola Zingaretti (PD).

La privatizzazione dell’acqua pubblica bene comune imposta dal Governo del Sen. Mario Monti è stata realizzata anche a Ladispoli, ma vorrei farvi riflettere su alcuni fatti, che sono stati documentati ampiamente nei precedenti otto articoli sulla questione ACEA:

  • Il Comune di Ladispoli possiede un’azione di €10 di ACEA ATO2 S.P.A., per ciò possiamo dire ch’è ridicola la partecipazione pubblica alla società per azioni.
  • L’ACEA ATO2 S.p.A. pratica delle tariffe esose rispetta alle vecchie tariffe della Flavia Servizi di Ladispoli.
  • L’ACEA ATO2 S.p.A. estrae l’acqua, pagando un canone ridicolo di c.ca € 10.000/annui alla Regione Lazio per milioni di litri d’acqua, praticamente quantità illimitate di acqua praticamente a costo zero.
  • Ladispoli ha tre pozzi propri da dove estrare praticamente acqua in quantità illimitate a costo praticamente  zero.
  • L’ACEA ATO2 S.p.A. pratica tariffe a scaglioni di consumo, la tariffa cosiddetta sociale, che  praticamente si raggiunge velocemente, così da passare subito ai scaglioni che costano moltissimo; e così il consumo d’acqua “eccessivo” viene fatturato a costi/mc d’acqua praticamente a “prezzo d’oro”, ecco perché le prime bollette ricevute dagli utenti di Ladispoli sono state altissime.
  • ACEA ATO2 S.p.A. praticamente non paga niente per l’acquisto della matteria prima (acqua bene comune primario) ma si rivende l’acqua a “prezzi d’oro” senza migliorare il servizio….
  • Non vi sembra strano/perverso che l’ACEA ATO2 S.p.A. ottiene la materia prima (acqua bene comune primario) in modo illimitato e quasi a costo zero e pratica tariffe proibitive dove gli scaglioni superiori sono la parte maggiore delle fatture?
  • Non vi sembra strano/perverso che l’ACEA ATO2 S.p.A., in regime monopolistico, con una ridicola partecipazione del Comune di Ladispoli, “vessa” gli utenti/cittadini con bollette costosissime senza che nessuno possa opporsi? E chi non paga gli viene tolta l’acqua?
  • Non vi sembra strano/perverso che l’ACEA ATO2 S.p.A. ha chiesto alla BEI un finanziamento di € settecento milioni ma di investimenti strutturali a Ladispoli non si è visto proprio niente, anzi le “fogne a cielo aperto”, denunciate sui social e sulla stampa locale, nonché altri disagi legati all’erogazione dell’acqua potabile non sembrano attestare un miglioramento del servizio “pubblico” che  l’ACEA ATO2 S.p.A. dovrebbe fornire! Vi ricordate cosa ha scritto la Corte dei Conti nel 2010?
  • Non vi sembra strano/perverso che l’ACEA ATO2 S.p.A. che la frazione di Ladispoli Marina di San Nicola non è stata assoggettata al passaggio all’ACEA?
  • Marina di S. Nicola non ha nemmeno un ciclo completo di lavorazione dell’acqua, certo ha dei pozzi autonomi, depura e denitrifica, ha un impianto idrico, delle fognature ma non ha un depuratore proprio! Le fogne di Marina S. Nicola si riversano nelle fogne di Ladispoli e così vengono depurate dal depuratore di Ladispoli….!
  • LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI, così si legge in molte aule dei tribunali italiani, così è anche garantito dalla Costituzione italiana!
  • Come mai Ladispoli viene “annessa” da l’ACEA ATO2 S.p.A. e la frazione di Ladispoli Marina di S. Nicola no?

A tutto questo Roberto Magri, Diego Corrao e il sottoscritto hanno chiesto spiegazioni al Consiglio Comunale di Ladispoli, al Garante della Concorrenza e al Difensore Civico della Regione Lazio.

Raffaele Cavaliere

Riceviamo e pubblichiamo