di Barbara Civinini
Angelo della casa eppure oscuro oggetto del desiderio: questo il tema di fondo dell’ambizioso progetto culturale lanciato dall’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este (Villae) in collaborazione con il Museo Nazionale Romano e il Parco Archeologico di Pompei con Eva vs Eva. L’obiettivo della mostra, che intende ripercorrere la bipolare e spesso ambigua raffigurazione di genere, è proprio quello di scandagliare la duplice valenza del femminile nell’immaginario occidentale. Figura del focolare e maliziosa forza della natura, il suo spirito ambivalente ne ha connotato la valenza sociale e la raffigurazione degli artisti fin dall’antichità. In questa prospettiva si sviluppa il progetto che si snoda con opere d’arte, documenti letterari, manufatti che giungono sino alla rivoluzione sessuale del 68. La Vergine Maria, Penelope, Cornelia, Beatrice, Doris Day, Medea, Artemide, Medusa, Salomé, Bette Davis: un’antinomia che vuole illustrare la visione della donna da parte del cosiddetto “sesso forte” che, dall’età classica, ha rappresentato il suo ruolo secondo una prospettiva tutta al maschile. Si tratta di due mostre distinte e complementari che coinvolgendo le due sedi, quella del piano nobile di Villa d’Este e quella dell’Antiquarium del Santuario di Ercole Vincitore, propongono le visoni antitetiche della donna. Grazie al prestito d’importanti opere provenienti dai due famosi siti museali che collaborano al progetto, viene tracciato, attraverso i capolavori greco-romani delle loro collezioni, un inedito percorso, dove figure mitologiche e personaggi storici dell’antichità assurgono da protagonisti di una visione che viene finalmente compromessa solo alla luce della più stretta contemporaneità. La volontà – ha spiegato Andrea Bruciati, direttore delle Villae – è quella di generare nuove connessioni ed esperienze di conoscenza, attraverso un racconto polifonico e composito, che si snoda, con molteplici suggestioni trasversali, dai primordi dell’umanità sino alla rivoluzione di genere del XX secolo. È quindi possibile ammirare, riuniti in unico percorso narrativo, sino al primo novembre, capolavori del Museo Nazionale Romano, del Parco Archeologico di Pompei e di Villa Adriana, ma anche di numerosi altri enti, istituzioni e prestatori privati, che generosamente hanno contribuito alla costruzione di un progetto dalla regia immaginifica e corale. Da ultimo col “secolo breve”, sarà la settima arte a catalizzare la sua immagine nell’immaginario collettivo riproponendo, però, il luogo comune che soggiace alla doppia natura del femminino. Non a caso la mostra mutua il titolo proprio dal celebre film del 1950, Eva contro Eva, che ebbe 14 nomination come Titanic e La La Land e che fu uno dei primi 50 film a essere selezionato per la conservazione nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1990. La guida dell’esposizione e il catalogo, curato da Andrea Bruciati, Massimo Osanna e Daniela Porro, sono editi da Gangemi.