A TU PER TU CON ALICIA CHIESA

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alicia chiesa

LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO

DI MARA FUX

Trentun anni, un sorriso a 32 denti e tanta voglia di affrontare la vita mettendo a frutto un’esperienza dopo l’altra: è così che appare la new entry de “Il Paradiso delle Signore” a chiunque la incontri.

Sei entrata nel mondo televisivo a 18 anni con uno spot di Vodafone e da allora non ti sei mai fermata.
Non ci volevo credere neanche io! Avevo finito le scuole ed ero andata a vivere da sola; l’unica esperienza che avevo era nella moda dove facevo l’indossatrice sia di passerella che negli showroom. Per guadagnare di più mi iscrissi in un’agenzia e al primo provino cui mi mandarono fui scelta.

Immagino i salti…

Sì.Quando l’agente telefonò a casa dei miei genitori dicendo “Alicia è stata presa per lo spot”, io pensai “se è così facile, ne faccio uno a settimana e mi sistemo!”.

Poi però ho capito che non era così, bisognava sgomitare e darsi da fare. Sul set com’è andata?
Sembravo scesa da Marte perché non ne avevo mai visto uno e non avevo idea che ci fossero tanti specifici reparti. Guardandomi allo specchio la mattina del giorno che si iniziava a girare, mi son detta “mica posso andare così” e son corsa dal parrucchiere a farmi la piega, per cui sul set mi sono presentata truccata e pettinata salvo poi scoprire che al trucco e parrucco avrebbero ricominciato daccapo. Un buon inizio considerato che da allora hai girato pubblicità per aziende nazionali d’ogni settore.

Fare spot pubblicitari, secondo te, è utile ai fini della popolarità di un attore? Sicuramente aiuta, a me ha dato molta visibilità ma non credo che abbia influito sulla mia presenza in film o fiction. Piuttosto è servita a me per capire come funzionano il set, le luci, gli operatori, mi ha aiutato a sciogliermi. I set degli spot sono molto veloci quindi come attore fai un lavoro diverso: più sei sul set, più ti metti in gioco, più strumenti apprendi.

Perché, allora, molti attori ritengono squalificante girare spot?
In effetti ce ne sono molti che davanti alla pubblicità alzano il naso ma per me è un’ottima palestra, acquisti esperienza e scioltezza. Non so perché la ritengano squalificante, personalmente sono poco snob e la considero lavoro. Per un giovane è importante orientarsi sul mercato e fare quanto il mercato offre, nel mio caso tv, cinema,spot, teatro. Inoltre spesso le pubblicità sono girate da registi cinematografici che al momento opportuno puoi rincontrare; il set pubblicitario crea tanti legami tra professionisti che, in velocità, devono ottimizzare al massimo il lavoro.

Quindi non nasce così Lucia Giorgi, la new entry de “Il Paradiso delle Signore”? No, Lucia Giorgi nasce da un percorso diverso quando, appesa al chiodo la laurea in Economia, mi sono iscritta alla Duse International di Francesca De Sapio per seguirla nell’apprendimento del metodo Stanislavskij. A lei devo tutto della mia preparazione, è una persona straordinaria dalla vita pazzesca che mi ha insegnato questo metodo in cui credo moltissimo. Fatto sta che, preso il diploma, piano piano sono arrivati i primi contratti: “Un passo dal cielo”, “Volevo fare la rockstar”, “Chiamami ancora amore” insomma, lavori su set cinematografici fatti di attori con ruoli e vicende che seguivano una trama precisa.

ALICIA CHIESA

C’è un ruolo che hai amato di più?
Forse Fabrizia di Rockstar in cui mi rispecchiavo tanto, un personaggio fresco, giovane, da ragazza della porta accanto, quella che in fondo sono io.

Com’è invece Lucia Giorgi?
L’esatto opposto di quel che sono, il che mi stimola anche molto. Lucia è profondamente antipatica il che mi ha permesso di esercitare l’antipatia.

Il pubblico come l’ha accolta?
Bene, nel senso che era inevitabile che non ne suscitasse la simpatia, la ritiene una traditrice perché lascia il Paradiso per andare alla Galleria Milano Moda. Nell’interpretarla non avevo nulla della dolcezza delle veneri ma quando interpreti devi seguire le linee autoriali.

I telespettatori vedendoti per strada, ti riconoscono?
Si, certo, qualcuno mi ha anche fatto i complimenti ma parecchi girano alla larga perché c’è sempre la tendenza ad identificare la persona vera col personaggio.

Sui social come si comportano?
Qualche messaggio critico e graffiante l’ho ricevuto ma fortunatamente tanti prima di scrivermi verificano dai miei post che sono meno antipatica di Lucia Giorgi.

C’è un altro ruolo da te interpretato che credo non sia stato facile, Nicoletta, la ginnasta con cui si interfacciano i genitori di Yara Gambirasi nel film “Yara” diretto da Marco Tullio Giordana. Come è stato?
Lavorare con un grande regista già impegna ogni tua energia ma lavorare con un grande regista su un film incentrato su una storia vera da cui sei empaticamente presa, centuplica il tuo impegno. È stato molto difficile far rivivere tutto quel dolore.

Novità in vista?
Altre 3 pubblicità in uscita e poi un piccolo desiderio, che Lucia Giorgi svesta quei panni rigidi da signorina Rottermeier e si riscatti dinnanzi al pubblico mostrando la sua segreta umanità.