A via La Spezia l’interesse del singolo schiaccia la collettività. Tavoli in strada al posto delle auto.
Pedane e gazebi in strada al posto dei parcheggi. Spuntano come funghi recinzioni davanti ai ristoranti, pizzeria e bar per permettere di consumare al tavolo all’aperto. E chi non ha spazio si accontenta del parcheggio. Così capita che, tra una macchina e l’altra si gusta del sushi. L’amministrazione comunale per andare incontro ai ristoratori “disperati” prometteva l’occupazione del suolo pubblico e così è stato. Ovviamente per tutti e ovunque anche a discapito della qualità della vita sempre più scadente. Parliamo di Ladispoli centro dove tra parcheggi a pagamento e secchioni dell’immondizia delle attività commerciali ovunque, vivere è tutt’altro che piacevole.
A via La Spezia da ieri al posto di 2 posti auto è spuntata una recinzione in ferro che ospiterà i tavoli del locale di sushi presente. La sala interna gremita di gente a tutte le ore forse non è più sufficiente, oppure, come dargli torto, siccome il sindaco ha dato la possibilità di espandersi, ne approfittano.
Non considerando il decoro urbano, evitando lagne sull’indecenza dei secchi della spazzatura stracolmi di rifiuti (a tutte le ore) della suddetta attività di ristorazione, superando il limite di non poter usufruire del marciapiede divenuto da anni sala da pranzo anch’esso, si punta l’attenzione sulla questione dei parcheggi. Un grosso problema per i residenti che puntualmente l’estate girano a vuoto tra via Napoli, via Palermo, via Flavia e via Fiume nel tentativo di lasciare la macchina. Avere un’agevolazione sul parcheggio a pagamento non facilita il compito: il posto non si trova.
Dopo i parcheggi per disabili (troppi?); per il carico e scarico merci (concessi ad attività aperte e chiuse in 2 mesi) ma presenti tuttora e quelli necessari, i residenti di via La Spezia fanno i conti ora con la necessità di mangiare a Ladispoli. Località turistica dove la scelta non manca davvero e dove sono sempre di più gli imprenditori che optano per locali nelle traverse del viale Italia. E che importa se dove c’era una boutique ora apre una friggitoria che inquina un condominio!
Commuove la disponibilità verso una categoria di lavoratori penalizzata delle misure governative dell’ultimo anno ma allo stesso tempo ci si chiede se un giorno possa rientrare tra le priorità anche vivere piacevolmente la propria città, abitazione, via. Semmai a qualcuno venga in mente che i disagi su elencati fanno parte del lusso di vivere in centro, ricordiamo loro che la situazione è precipitata negli ultimi anni in termini di vivibilità e restare in centro potrebbe non essere più una scelta. Tra le nuove costruzioni e le mini discariche a cielo aperto che le attività commerciali creano, i prezzi delle case sono in caduta libera, ostacolando un eventuale trasferimento. Oggi chi verrebbe a vivere in centro?