I LAVORI PER RIVALORIZZARE AQUAE CAERETANAE SUBIRONO UN BRUSCO STOP NEL 1987: ORA C’È UN FINANZIAMENTO DI MEZZO MILIONE.
Aquae Caeretanae, e chi le aveva più sentite nominare? Per anni, decenni non si era più saputo nulla di questo sito semi nascosto nella radura di Pian della Carlotta, nella frazione cerveterana del Sasso. Da oltre 30 anni in fondo si erano perse le tracce. Eppure di queste vasche etrusche ne parlò secoli e secoli fa lo storico scrittore romano Tito Livio nella sua “Ab Urbe Condida”. Questo perché evidentemente già nel 59 a.C. erano note le proprietà di un simbolo etrusco che in pochi conoscono.
Ed eccoci arrivati al punto, alla novità: le Aquae Caeretanae verranno riqualificate grazie ad un finanziamento di mezzo milione di euro che la Sovrintendenza ai Beni culturali riceverà dal Governo e dirotterà proprio nella frazione Sasso per far risplendere le antiche terme. Precisamente nel 1987 erano iniziati i lavori di scavo in quell’area da parte della Sovrintendenza archeologica, e la struttura era stata anche in parte restaurata. L’anno prima durante il passaggio di un trattore, il proprietario del terreno segnalò la presenza di cocci e frammenti di marmo e vetro sparsi su una superficie ampia. Fu quel ritrovamento ad allertare il Ministero. Poi, per carenza di fondi, come spesso avvenuto sul territorio e in Italia, il cantiere venne bloccato e le Aquae Caeretanae sprofondarono nuovamente nel dimenticatoio per decenni con la vegetazione che nel frattempo è cresciuta a dismisura mentre i ladri hanno depredato tutto quello che c’era da portarsi via. Poi, negli scorsi anni il Gruppo archeologico del territorio caerite e il museo civico di Santa Marinella, in accordo sempre con la Sovrintendenza, sono tornati a puntare i riflettori sul sito, rimboccandosi le maniche e curando la zona.
Chissà, magari proprio grazie a questo intervento di restyling che ora le Aquae Caeretanae possono vantare il finanziamento di circa 500mila euro per una sua più completa valorizzazione e rimessa in sicurezza. «Si tratta di un investimento importante – ha spiegato il direttore del Museo del Mare e della Navigazione Antica, Flavio Enei – che porterà ad un risultato notevole a Cerveteri. Il complesso termale presenta un calidarium, una grande piscina e un tepidarium molto ben conservato. È una notizia che ripaga delle fatiche di tutti noi». E sempre negli anni ottanta furono notate delle iscrizioni con delle dediche a Giove e alla fonte di Ercole. Flavio Enei, coordinatore scientifico del Gruppo archeologico del territorio cerite, è entusiasta. «Non vediamo l’ora che partano i lavori – aggiunge – è una grande vittoria per questo comprensorio».
È una fase primordiale. Ancora non si conosce la data darà il via all’inizio del cantiere, quindi neanche il taglio del nastro che comunque dovrebbe esserci entro il 2022. È molto probabile che le terme risalgano almeno al III° secolo a.C, anche se già precedentemente pare fossero note e fruite dal popolo etrusco. I volontari delle associazioni in più di un’occasione hanno ripulito il calidarium e il tepidarium, oltre a due stanze ed un corridoio corto riportato alla luce dall’equipe di esperti. Le scoperte. E grazie all’ottima sinergia e alla collaborazione proficua tra Sovrintendenza e Gatc, con l’amministrazione comunale, sarà possibile visitare di nuovo, gratuitamente, i 7mila metri quadri della zona archeologica del “Laghetto”. Un’area che racchiude ben 500 tombe.