A Cerveteri, la truffa delle false badanti: indagano i carabinieri 

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La truffa in questo caso potrebbe riguardare false assunzioni di badanti regolarmente registrate all’Inps.

Negli ultimi tempi si dice spesso che la crisi è crisi, e se c’è chi prova l’escamotage per ottenere il reddito di cittadinanza semplicemente cambiando residenza (di questa storia ce ne siamo occupati nel numero precedente de L’Ortica), ora spunta fuori anche chi tenta la truffa all’Inps. Riuscendoci pure, ma finendo per essere smascherato dalle forze dell’ordine. Un’altra storia quindi, che se da una parte dovrà essere appurata eventualmente nei vari gradi processuali, semmai ci sarà un processo, dall’altra fa capire come ci si possa ingegnare per ottenere soldi statali con il minimo sforzo.

E così si assiste in piena pandemia ad un’irruzione dei carabinieri in uno sportello Caf di Cerveteri, durante una mattinata tranquilla, con i militari che escono con in mano diversi documenti. La truffa in questo caso potrebbe riguardare false assunzioni di badanti regolarmente registrate all’Inps. Che cosa si nasconda dentro ai faldoni dovrà essere appurato da un’indagine avviata dalla magistratura inquirente di Civitavecchia. Il sospetto che le pratiche fossero illecite però c’è – secondo quanto trapela – e in cinque sono stati iscritti sul registro degli indagati, tra cui il gestore del centro di assistenza fiscale. Tutte persone che risultano residenti Ladispoli e Cerveteri, alcune provenienti dall’Est Europa. Ma quali sarebbero le irregolarità? Secondo gli inquirenti, l’Inps di Civitavecchia avrebbe ricevuto delle richieste da parte del Caf per l’avvio di un rapporto di lavoro domestico da parte di pensionati che però neanche sapevano di avere un badante. Con probabilità, un sistema fraudolento e nello stesso tempo articolato che avrebbe consentito al falso badante di poter usufruire indebitamente anche dell’indennità di disoccupazione dell’ente previdenziale pubblico una volta cessato il rapporto lavorativo. E magari – i presunti truffatori – si sarebbero versati da soli dei contributi per non attirare le attenzioni degli ispettori Inps e finire nell’occhio dei controllori.

Sarebbe stato un cittadino a rivolgersi a chi di dovere. E le anomalie riscontrate hanno portato alla perquisizione che potrebbe a questo punto sciogliere tutti i dubbi per stabilire un possibile danno erariale ai danni dell’Inps il cui accertamento è ancora in corso attraverso i controlli incrociati. Sulla vicenda vige il massimo riserbo delle Autorità competenti, anche se non sono da escludere colpi di scena e soprattutto controlli anche in altri Caf del territorio.