Il ministro Galletti: “Commissariare il comune di Bracciano”

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“Ci sono oggi Regioni dove, nonostante l’esercizio dei poteri sostitutivi e le numerose diffide inviate da parte del ministero, non sono stati istituiti enti di ambito o, anche se istituiti, non sono operativi.

Credo che il commissariamento di quei Comuni che non aderiscono ancora oggi agli Enti d’ambito, ne abbiamo un esempio sul lago di Bracciano, sia necessario e indifferibile”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in audizione in commissione Ambiente al Senato sull’emergenza idrica.

“La Pianificazione ambientale non può in alcun modo essere vista in maniera distinta da quella del servizio idrico integrato” – spiega Galletti – un “percorso” in cui “esistono, inutile nasconderlo, alcune difficoltà”. Il ministro, ricordando il lavoro degli Osservatori dedicati a favorire la “gestione ottimale” dell’acqua – rileva che “per fronteggiare la situazione”, la siccità, “abbiamo avviato un metodo di tipo ‘proattivo’, basato sul costante monitoraggio delle variabili idrometeorologiche e delle disponibilità idriche, sul continuo aggiornamento degli scenari, sull’individuazione e sulla predisposizione di misure ed interventi di prevenzione”.

Galletti dice poi che “il presupposto di tutto questo è la riforma strutturale messa in campo con la nuova governance del settore. La riforma, attesa da tempo, oltre a riallineare l’Italia con quanto richiesto dall’Europa, ha previsto la riduzione del numero degli Enti: da 7 Autorità di bacino nazionali e 30 Autorità di bacino interregionali e regionali siamo passati a 7 Autorità distrettuali, di cui 2 insulari”.

Lago Bracciano emergenza più grave

Il lago di Bracciano, sottolinea Galletti, “si trova nella più grave emergenza idrica registrata nell’Italia centrale. Proprio ieri si è tenuta una riunione dell’Osservatorio sull’Appennino Centrale”, per “affrontare prioritariamente le azioni rivolte alla salvaguardia del lago. Sulla base dei dati aggiornati al 24 luglio 2017 il quadro di severità idrologica è confermato elevato”, in particolare per le Regioni Lazio, Umbria e Marche” (in relazione all’ATO 1 di Pesaro Urbino). Per quanto riguarda il Lazio, e “la crisi idrica dell’ATO 2 Lazio Centrale, la Regione Lazio ha confermato che è in corso un confronto con il Comune di Roma ed il gestore ACEA ATO 2 spa, e si stanno verificando tutte le possibili soluzioni” per “trovare un punto di equilibrio tale da assicurare un accettabile livello di servizio per i cittadini, mitigando quanto più possibile i disagi, anche a tutela degli aspetti igienico-sanitari ed ambientali”.

Problemi di Roma perdite rete

“La situazione di Roma è, allo stato, quella che preoccupa maggiormente. E’ chiaro a tutti che una parte consistente dei problemi della Capitale e dei rischi che oggi corre siano da ricollegare alle intollerabili perdite di rete che caratterizzano la sua infrastrutturazione idrica. Questo è un problema antico, su cui bisogna una volta per tutte finalmente intervenire”. Così il ministro Galletti in audizione in commissione al Senato sulla siccità, parlando della necessità di nuove opere e di un uso sostenibile dell’acqua.
“Sono 21 milioni di euro i fondi destinati alla Regione Lazio nel quadro di un più ampio ‘Piano di sostituzione delle reti’ previsto nell’ambito della programmazione dei Fondi sviluppo e coesione – rileva Galletti di fronte alla commissione Ambiente al Senato – credo che questo sforzo del governo e del mio ministero possa e debba essere un volano per gli investimenti ai quali i soggetti gestori e le Regioni dovranno concorrere”. Per affrontare la situazione – osserva il ministro riferendosi, in questo caso, non soltanto all’Italia centrale ma ad una situazione più generale – occorre “realizzare nuovi invasi e promuovere un uso sostenibile della risorsa idrica, sia nell’irrigazione che negli usi potabili”. “L’analisi del quadro delle attuali disponibilità idriche e degli interventi migliorativi attivati ed attivabili ha condotto – conclude – all’identificazione della condizione di severità idrica alta limitatamente a Lazio, Umbria e Marche”; questo consentirà “l’eventuale attivazione delle procedure a sostegno del settore agricolo nonché la richiesta di concessione dello stato di emergenza, su impulso regionale”.

fonte Ansa