CERVETERI AL TAR CONTRO LE ANTENNE

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PERICOLO ELETTROSMOG: DUE RICORSI PER IMPEDIRE L’INSTALLAZIONE DI DUE NUOVE STAZIONI RADIO BASE.

VENERDÌ ASSEMBLEA ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO GIOVANNI CENA. COMUNE, FAMIGLIE, STUDENTI E RESIDENTI SUL PIEDE DI GUERRA.

di Maurizio Martucci

L’amministrazione comunale di Cerveteri è ricorsa al TAR: due procedimenti sono in corso al tribunale amministrativo del Lazio per impedire l’installazione di due nuove stazioni radio base al di fuori delle aree individuate dal Piano di localizzazione delle antenne, recentemente approvato in consiglio comunale cerite e voluto dal sindaco Elena Gubetti.

Attese le sentenze. Si temono ripercussioni ambientali e sanitarie, i temuti effetti dell’elettrosmog sulla salute umana, ma soprattutto che le compagnie telefoniche possano accordarsi con i privati, posizionando all’impazzata le nuove antenne, bypassando il regolamento municipale e il nuovo piano di localizzazione che invece disciplina le zone secondo un criterio cautelativo votato a minimizzare l’impatto elettromagnetico.

Il primo ricorso è stato presentato per fermare l’antenna Iliad in Via dei Prati (già montato, però, il traliccio porta antenne, 30 metri di altezza tra le case). L’intervento della Polizia Locale e una manifestazione di cittadini sollevò il caso lo scorso anno, tra le polemiche. Più recente, invece, il tentativo di WinTre di posizionarne un’altra in Via del Sorbo, a ridosso dell’Istituto Comprensivo Giovanni Cena, dove ogni giorno studiano poco meno di un migliaio di bambini e adolescenti.

Qui si sono mosse le famiglie dei ragazzi con l’appoggio della dirigenza scolastica: venerdì 9 è prevista un’assemblea pubblica all’interno della scuola, interverrà anche Francesca Appetiti, Assessore alla Sostenibilità Ambientale del Comune di Cerveteri, insieme a Riccardo Ricci responsabile del Praeet, il Piano di Riassetto Analitico delle Emissioni Elettromagnetiche.

L’obiettivo, in attesa dell’ordinanza del giudice del TAR, è delocalizzare su terreno pubblico la temuta antenna: l’alternativa è il Palazzo del Granarone, in posizione più dominante e già sito di altri ripetitori wireless.

I precedenti scuola-antenna fanno però paura: negli Stati Uniti d’America, a Ripon nella contea di San Joaquin in California, i genitori hanno chiesto misure drastiche a salvaguardia della salute degli alunni. Su 400 iscritti, 4 i casi di bambini malati di cancro, col sospetto proprio sulla stazione radio base, cioè l’antenna di telefonia mobile piazzata praticamente all’interno dell’edificio scolastico.

Nel 2020 il Tar Campania ha invece accolto la domanda cautelare presentata da un gruppo di cittadini preoccupati per l’installazione di un’antenna 5G Iliad a ridosso di una scuola elementare nel quartiere periferico di Piscinola, ordinandone la disattivazione: il giudice amministrativo valutò favorevolmente le istanze del territorio, bloccando i lavori.

Lo stesso nel 2022 in provincia di Caserta, con ordinanza della camera di consiglio di Napoli il TAR ha annullato l’autorizzazione all’installazione di un’antenna di telefonia mobile nel Comune di San Cipriano D’Aversa: “considerato che i ricorrenti si dolgono della violazione sia delle garanzie di pubblicità e di partecipazione procedimentale – si legge nell’ordinanza – sia delle norme poste a protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, con particolare riferimento all’impatto dell’impianto sul terrazzo di pertinenza della loro abitazione e alla presenza di scuole“.

In Scozia, nella piccola comunità di Stronsay (370 abitanti) i genitori di tre alunni di 7,9,10 anni sono infine arrivati a togliere i loro figli dalla scuola, piazzata un’antenna 5G davanti le aule: sul Cena pende poi un’ordinanza del tribunale di Roma che ha ordinato lo spegnimento dell’irradiazione wireless in difesa della salute tra i banchi. In questo caso il Comune di Cerveteri fu condannato, insieme al Ministero dell’Istruzione. La difesa della salute prima di tutto!