NUOVO PIANO PANDEMICO: IL GOVERNO MELONI NORMALIZZA IL BESTIARIO COVIDISTA

0
479
Orazio Schillaci
immagine Orazio Schillaci

Era il 5 maggio 2021 quando in una scuola di Fano ad uno studente di 18 anni che protestava pacificamente contro l’obbligo di mascherina al banco, veniva inflitto un TSO.

Nessuno può dimenticarlo. Questo accadeva sotto il governo Conte che impose l’obbligo di mascherina (confermato da Draghi) senza peraltro essere in possesso di uno straccio di prova in merito all’efficacia e ai rischi di questo dispositivo.

«Al riguardo si rappresenta che questa amministrazione per quanto di competenza non è in possesso della specifica documentazione richiesta» rispondeva il Ministero della salute ad un gruppo di associazioni che chiedevano i documenti che attestassero “studi e rischi/ benefici calcolati sulla base dell’utilizzo giornaliero prolungato” della mascherina imposto sui minori dai 6 anni di età, che dimostrassero “l’utilità del dispositivo senza avere ripercussioni sulla salute psicofisica”.

Documenti che ad oggi nessuno possiede: “Non ci sono prove che le mascherine facciano alcuna differenza. Punto” (cit. Tom Jefferson, epidemiologo di Oxford, marzo 2023) Acqua passata? Fatti analoghi mai più si ripeteranno? La risposta la trovate nel piano pandemico 2024-2028, con il quale il governo Meloni normalizza il bestiario covidista, certificando così che la prossima pandemia – data per certa dalle élite globaliste – sarà gestita come la precedente, in subordine dell’OMS, organizzazione foraggiata da mastodontici finanziamenti privati. Nell’autunno del 2022, quando il Governo Meloni si insediò, non occorreva certo essere dei chiaroveggenti per prevedere che i pilastri demolitivi dei diritti fondamentali della persona, posti dal trio Conte-Speranza-Draghi, e innalzati su una montagna di balle fatte passare per verità scientifiche, non sarebbero stati demoliti.

Tuttavia, forse in pochi si aspettavano che il nuovo inquilino di Palazzo Chigi li avrebbe addirittura consolidati, normalizzati e consacrati attraverso un piano pandemico nazionale che definire gattopardesco è eufemistico. Una sorta di copia incolla dei metodi messi a punto per il circo covid, in barba alle molteplici evidenze che ne hanno dimostrato l’inutilità e/o l’ascientificità a fronte di danni per salute fisica e mentale: limitazioni alla libertà personale, trattamenti sanitari obbligatori e “i vaccini”.

Quest’ultimi, assurti a dogma della fede, nell’ineffabile documento sono definiti aprioristicamente le“misure preventive più efficaci”, nonostante che “gli unici dati si ricavano dagli studi autorizzativi nei quali i decessi in vaccinati e non vaccinati erano all’incirca uguali (Moderna) o superiori nei vaccinati (Pfizer)” (cit. M. Cosentino) È verosimile che la demolizione del vecchio mondo per ora proseguirà senza ricorrere all’arma del terrorismo sanitario che oramai non fa più presa su una opinione pubblica moderatamente consapevole della truffa di cui è stata vittima.

Ma intanto il piano pandemico sta lì come una spada pronta per essere sguainata al momento opportuno. Per ora si punterà sull’agenda digitale, sulla costruzione della tecnogabbia con l’introduzione dell’IT wallet e moneta digitale, in città smart/15 minuti piene di sensori e telecamere di sorveglianza che tracciano ogni nostro spostamento. La mission della narrazione mediatica, infatti, è passata dalla propaganda dei vaccini sicuri ed efficaci alla promozione dell’Intelligenza Artificiale, alleata salvifica.

Ma torniamo al piano pandemico 2024-22028 messo a punto dagli “esperti” nominati dal governo Meloni e dalla schiera dei burocrati di stato in cui si ribadisce che “può diventare necessario imporre limitazioni alla libertà dei singoli al fine di tutelare la salute della collettività”, ma giusto “lo stretto necessario ed essere proporzionate all’entità dell’evento” e alla sua “efficacia”.

E chi stabilisce quale sia lo stretto necessario?
Forse la “Scienza” che ci terrorizzava spacciando per peste del secolo un virus con una letalità reale simile a quella di una influenza? Quella dell’Imperial College che all’inizio della farsa covid prevedeva milioni di morti se non si fossero adottati lockdown draconiani e in Italia avevano previsto 283.000 decessi anche con le chiusure adottate? Nella bozza piano pandemico, che sembra partorita dalla mente di un burocrate dell’Unione Sovietica, si sposa l’ideologia di uno Stato totalitario che sacrifica la libertà personale e persino il diritto alla salute del singolo sull’altare di un fumoso interesse collettivo (quello stabilito dal potere) ragion per cui – come previsto dalla Costituzione – è possibile imporre trattamenti sanitari obbligatori (tra cui rientrano anche i tamponi e le mascherine).

“Il pieno esercizio delle libertà fondamentali” dunque non può che soccombere se questo risulta “incompatibile con le misure di prevenzione e di contrasto alla pandemia necessarie secondo i più accreditati protocolli scientifici alla tutela della salute individuale e collettiva”.

Oltre alla resilienza (sic!), all’utilizzo di Dpcm come strumento privilegiato di governo, vengono riesumate in blocco le misure pazzoidi dei locdown dell’era contiana: chiusura delle scuole, DAD, chiusura delle attività lavorative non essenziali, la calda raccomandazione di “mascherine e filtranti”, “distanziamento fisico” con obbligoraccomandazione dei “2 metri di distanza”, modulazione dell’accesso ai mezzi di trasporto, le “misure per i luoghi di lavoro”, la “permanenza in casa” della popolazione la “restrizione delle interazioni sociali”, la limitazione degli assembramenti volti ad annullare eventi pubblici o modulare gli ingressi, imposizione degli orari di apertura e chiusura, “limitazione agli spostamenti della popolazione”.

Si promuove persino un approccio fondato sulla “restrizione della bolla sociale” che non può non ricordare il DCPM del 26 aprile 2020, in cui un Presidente del Consiglio in pieno delirio di onnipotenza, “concedeva” ai cittadini di spostarsi per far visita ai congiunti. Nel linguaggio del documento si ricalca persino un altro aspetto della linea Conte-Speranza: quella di mantenere una forte ambiguità tra obbligo e raccomandazione.

In sintesi, la bozza del nuovo piano pandemico rappresenta un insulto alla dignità di un popolo che dalla gestione scriteriata della pandemia ne è uscito a pezzi, economicamente, socialmente, fisicamente, psicologicamente. Una gestione che ha danneggiato l’economia, la scuola, la sanità, la salute fisica e mentale delle persone. Il re è nudo, le bugie sono state tutte svelate, ma i burocrati di stato, in barba a tutte le evidenze, con questo documento sanciscono che il re è vestito e che la Menzogna è Verità.

di Miriam Alborghetti