Buon Natale a tutti
di Alfonso Lustrino
Evidentemente la globalizzazione sta spingendo sempre di più i consumatori verso gli acquisti online a discapito dei negozi di città. A Natale questa tendenza aumenta in maniera esponenziale e quindi molti si ritrovano davanti ad uno schermo del pc a scegliere il regalo più gradito e originale senza sapere che tale scelta comporta una grave perdita per le attività locali. E Ladispoli non fa eccezione.
A tal proposito ognuno dovrebbe porsi alcune domande: chi di noi vorrebbe una città con strade vuote, saracinesche abbassate e poche luci nelle strade?
A chi piacerebbe una Ladispoli senza vetrine addobbate e con meno gente che vive lo shopping natalizio?
A sentire la Confesercenti è questo lo scenario a cui siamo destinati se non si avrà un deciso cambio di rotta. In quaranta capoluoghi di provincia di medie dimensioni in pochi anni i negozi sono scesi di oltre il 15 %. Hanno chiuso soprattutto librerie (una su quattro, e addirittura due su quattro in alcune grandi città), negozi di giocattoli, d’abbigliamento e alimentari. Chiudono le macellerie, le profumerie, i negozi di ferramenta, e quelli che per caso aprono non durano più di un paio d’anni. Nessuno governa più lo sviluppo delle attività commerciali, e nelle strade venditori di kebab e di chincaglierie cinesi si alternano ad altri venditori di kebab e di chincaglierie cinesi.
Per il resto la fanno da padroni la grande distribuzione e soprattutto Amazon & co. Quasi scomparso il rapporto di fiducia che si instaurava col negoziante e le chiacchiere di confronto che nascevano tra i clienti. I supermercati sono sempre più simili a freddi e asettici distributori di prodotti.
Un recente post su un gruppo locale di Ladispoli ha aperto un acceso confronto tra i pro e i contro. “Io compro dove risparmio”, “I negozianti sono tutti ladri”, “Preferisco il rapporto umano con i miei negozianti di fiducia”, “Quella di Amazon è concorrenza sleale”, sono solo alcuni dei commenti apparsi su Facebook. Evidentemente l’argomento è molto sentito.
Una cosa è certa: se il trend non cambia, entro 10 anni rischiamo che non ci siano più negozi in Italia. Ricordiamocelo, quando facciamo un acquisto. Il mondo che verrà dipende da noi e dalle nostre scelte quotidiane.
E allora combattiamo la pigrizia e facciamo un giro per la nostra bella città: di sicuro troveremo un regalo gradito ai nostri cari: un bel libro, un cesto alimentare di qualità, un capo d’abbigliamento, un oggetto di artigianato e tanto altro. In questo modo non arricchiremo il proprietario di Amazon, ma contribuiremo alla crescita delle attività locali. Non dimentichiamo che la nostra città è bella anche grazie alle tante attività commerciali che la abbelliscono e che permettono ad intere famiglie di vivere dignitosamente. Premiamo le più virtuose che non utilizzano personale a nero e che assumono comportamenti sostenibili. Acquistando dal web favoriamo un determinato tipo di commercio che con la sostenibilità non ha nulla a che vedere. Un giornalista del Fatto Quotidiano in incognito in un magazzino Amazon per tre settimane ha affermato: “Ero come in un videogame”.
Il Natale può essere il momento giusto per scoprire o riscoprire finalmente il negozio di fiducia del proprio quartiere, in cui scambiare due chiacchiere e acquistare prodotti di qualità. Il contatto umano, la competenza, la possibilità di comunicare non hanno prezzo. Buon Natale a tutti