LE DONNE DI IERI E DI OGGI: UNA SPERANZA PER IL FUTURO

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Le donne di ieri di oggi

Arriva in sala il primo film da regista di Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”, che ha aperto la Festa del Cinema di Roma ed ha portato a casa tre premi. Raccontato in bianco e nero, fa riflettere con leggerezza sulla difficile condizione delle donne degli anni 40, passando per la svolta storica del diritto di voto.

di Barbara Civinini

Uno schiaffone in pieno viso e via, come se niente fosse. Questa è la vita di Delia, in balìa di un marito padrone e di un suocero canaglia. Ha come unica aspirazione il matrimonio della primogenita, nella speranza di una vita migliore. Siamo nel 1946, in una capitale che ricorda quella di “Una giornata particolare”.

Cortellesi

E’ la storia ordinaria di una famiglia qualunque, raccontata da Paola Cortellesi alla sua prima volta dietro e davanti alla macchina presa: “C’è ancora domani”, scritta a sei mani con Furio Andreotti e Giulia Calenda. Avevo il desiderio di mettere in scena le donne che ho immaginato dai racconti delle mie nonne: storie di vite dure, narrate con la volontà di sorriderne, dice la regista, che interpreta anche la protagonista del film, Delia. In quei racconti c’erano le donne comuni, che hanno accettato una vita di prevaricazioni perché così era stabilito, senza porsi domande. Questo è stato. Questo, a volte, è ancora, rimarca. Delia non vale niente, così le hanno insegnato. Ma una lettera, che certifica il suo diritto di contare, accende la speranza nel cambiamento.

Dunque, si tratta di un film costruito dallo sguardo profondo di una donna che riesce a far sorridere per raccontare a tutti una situazione di sottomissione assoluta, considerata la normalità, all’alba della conquista del voto femminile. Ci dice molto di quella quotidianità, che purtroppo ha dei punti in comune con la situazione delle donne di oggi, anche nel nostro evoluto Occidente, mentre ci interroghiamo sul futuro di una certa umanità, là dove è normale infierire su una donna per una ciocca di capelli fuori posto.

“C’è ancora domani”, un film di Paola Cortellesi – Vision Distribution

 

La narrazione, che si è avvalsa della consulenza storica di Teresa Bertilotti, è in bianco e nero, come la grande produzione di cinema neorealista dell’epoca. Mi piaceva fare riferimento al cosiddetto neorealismo rosa, che narrava fatti e personaggi realistici ma inseriti in un contesto romantico, spiega Cortellesi, Proprio per questo ha usato il formato 4/3 per la sequenza che apre il film prima dei titoli di testa, per poi “allargare” sia il formato che il discorso. Il vero dramma di questo film, è proprio nella normalità di quella prevaricazione che Ivano, interpretato da un versatile Valerio Mastandrea, usa abitualmente su sua moglie, spalleggiato dal vecchio padre Ottorino (Giorgio Colangeli), maschilista fino nel midollo. Il suo consiglio parla chiaro: “Non devi picchiare Delia così spesso, altrimenti si abitua. Devi picchiarla molto più forte, ma raramente così se ne ricorda”.

Valerio Mastandrea interpreta Ivano – Vision Distribution

The Hollywood Reporter lo definisce come “una di quelle opere che non ha paura: si impunta nel raccontare una storia semplice, eterna come la città che la ospita, infame come sa essere la quotidianità squallida di chi si è arreso alla propria indolenza, di un sistema maschilista così grottesco da essere tristemente vero”.

 

Al Festival del Cinema di Roma il film ha ricevuto il premio del pubblico, quello speciale della giuria e una menzione alla miglior opera prima.