CACCIA AL GRANCHIO BLU NELLE PESCHERIE E NEI RISTORANTI

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Granchio blu

A LADISPOLI LA SPECIE ALIENA FINISCE SUL MENÙ

Saranno “alieni” ma di diritto sono finiti nei menù dei ristoranti. Dalla grande distribuzione alle cucine degli chef per finire con le pescherie. A Ladispoli, ad esempio, il granchio blu è già un piatto prelibato come testimoniano alcuni gestori.

«Se vanno i granchi blu? Tantissimo, i clienti ormai ce li chiedono». In mare, nei canali di Torre Flavia, ma anche nel Vaccina ce ne sono in gran quantità. E ora, i granchi “alieni”, si iniziano a trovare con una certa frequenza sui banconi delle pescherie. «La richiesta è aumentata – conferma Alessia Pallantucci dall’”Acqua Pazza” – a volte ho un po’ di timore a pulirli per le chele imponenti che hanno». Nel supermarket di viale Europa se ne vendono già tre chili al giorno. Nelle cucine di qualche ristorante vengono proposti con i paccheri o i tonnarelli e stanno a 10 o 12 euro al chilo, al market qualche euro in meno.

Un piatto sicuramente poco conosciuto che in molti, spinti dalla curiosità, hanno deciso di provare. Ma potrebbe costituire un problema dal punto di vista della salute? «Direi di no – dice il biologo ladispolano Antonio Pizzuti Piccoli – come il resto del pescato dipende dal livello di inquinamento presente nell’ambiente in cui vive». Ma se dal punto di vista alimentare la preoccupazione è pressoché bassa, lo stesso non si può dire dei metodi applicati per la cattura della specie aliena che nell’ultimo periodo ha invaso anche i mari italiani. «Si stava valutando la possibilità di utilizzare la pesca a strascico – aggiunge Pizzuti Piccoli – questo però sarebbe deleterio per le altre specie locali». Per gli esperti dunque occorrerebbe trovare un metodo poco invasivo e che non rischi di danneggiare ulteriormente un ecosistema già messo a dura prova dall’introduzione di nuove specie.

I granchi blu stanno minando l’habitat

Mangiano soprattutto vongole, telline e cozze. A segnalarne la presenza in un’area che va da Passoscuro a Santa Marinella sono in particolar modo i pescatori ladispolani di Porto Pidocchio che da questo nuovo esemplare, specie autoctona delle coste atlantiche del continente americano, potrebbero ricevere solo danni. Altro impatto negativo potrebbero averlo anche sulle secche di posidonia. Non esistono, inoltre, predatori di granchi blu a causa delle loro dimensioni notevoli. E se da un lato ci sono veri e propri pescatori professionisti, anche sul territorio è partita la “caccia” al granchio blu ad opera di semplici cittadini che con il fai-da-te individuano i punti dove gli ospiti stazionano. Obiettivo: un bel piatto di pasta al granchio blu tra le mura domestiche, magari da condividere con gli amici.

ALTRI ALIENI SULLA COSTA

Dai granchi “forestieri” alle tartarughe azzannatrici. Una è stata catturata in palude a Torre Flavia. Non è la prima volta che l’habitat naturale viene messo a repentaglio da animali esotici, questa volta del Nord America. «Parliamo di specie aliene – conferma Corrado Battisti, gestore della palude per conto di Città Metropolitana – che non hanno predatori naturali e che, quindi, entrano in competizione con le altre tartarughe, autoctone, presenti qui».