A Civitavecchia sabato 7 ottobre é avvenuta una storica apertura della Villa Pulcherrima. La Villa sorge sul colle del Belvedere ed è stata con grande probabilità l’abitazione imperiale a Civitavecchia dall’Imperatore romano Traiano.
Non era mai stato permesso al pubblico di far visita al sito archeologico e grazie al GAR, che dal 2019 si occupa della pulizia e della salvaguardia della Villa Pulcherrima, in sinergia con la Cooperativa che ne detiene la proprietà, sabato 7 ottobre circa 100 persone hanno potuto apprezzare una ricchezza storica e archeologica sconosciuta a molti civitavecchiesi.
Pur muovendoci nel campo delle ipotesi, studiando e osservando senza possibilità di scavi aggiuntivi, è molto probabile che le rovine siano state effettivamente la Villa Pulcherrima molto descritta delle fonti storiche della latinità. Tra tutte Plinio il Giovane, che per primo la denomina “Villa Pulcherrima” nello scambio epistolare con l’Imperatore Traiano. Nella lettera viene raccontato l’incontro del letterato con Traiano nella Villa, descritta come finemente adornata di stucchi, mosaici, marmi e statue.
Il sito noto fin dal ‘700, non è mai stato ufficialmente indagato fino a 30 anni fa quando, all’atto di vendita della proprietà dopo un ricorso, il Tribunale non concesse l’edificazione in quanto “sito archeologico non edificabile”.
Un momento che avrebbe dovuto segnare una presa di coscienza collettiva, invece 30 anni dopo la Villa Pulcherrima non può essere studiata a dovere e le visite al sito sono possibili solo grazie alla concessione dei privati e al grande lavoro del GAR in sinergia con il FAI.
La costruzione della Villa si fa risalire al periodo di costruzione del Porto, quando Traiano, tornato vittorioso dalla Dacia, investì le ricchezze della campagna per ampliare una costruzione già presente sul Colle del Belvedere, punto strategico da cui poter osservare il Porto, elemento oggi difficile da ricavare tuttavia a causa della vegetazione e delle costruzioni edilizie moderne.
Ipotesi di incredibile valore è che probabilmente la Villa si estendesse fino all’attuale Ospedale San Paolo da un lato e dall’altro fin sotto la Chiesa di San Felice ai Cappuccini. Si ipotizza inoltre che la Villa contasse cento stanze, delle quali oggi possiamo vederne emerse grazie agli scavi 24, insieme ad una fontana rivestita con intonaco idraulico e un ambiente circolare che potrebbe essere stata una sala per i ricevimenti, oppure una sauna, o una vasca d’acqua calda esposta da mezzogiorno al tramonto al sole, oppure un ninfeo con un tetto formato da grandi vetrate di cui abbiamo numerose conferme essendo stati rinvenuti frammenti di vetro piatto di certa datazione romana.
Stupefacente è quanto è ancora possibile osservare circa l’impianto idraulico del sito. Possiamo distinguere due tipi di approvvigionamenti: il primo di acqua dolce proveniente dall’acquedotto che si estende con un tracciato di incredibile genio ingeneristico dalle colline di Allumiere e che si dirama verso la Villa passando sotto i Cappuccini; l’altro impianto invece serviva per trasportare le acque termali della Ficoncella per creare un piccolo impianto termale privato.
Sono ancora visibili inoltre i bolli imperiali su molte superfici e un passaggio sotterraneo adibito a corridoio di servizio per la servitù.
La città di Civitavecchia ha risposto all’iniziativa con un numero complessivamente soddisfacente. Le visite, organizzate in turni di un’ora ciascuna per 3 ore la mattina e 3 ore il pomeriggio, sono state molto apprezzate dai partecipanti.
Si rivelano di certo uno strumento importante per diffondere nella città la conoscenza che c’è un sito archeologico di grande importanza, proprio a pochi metri da Via Terme di Traiano, una delle vie principali della città, corcevia di migliaia di civitavecchiesi ogni giorno. Il sito é inoltre proprio a due passi da tre istituti di istruzione superiore di secondo livello, che potrebbero essere coinvolti in gite scolastiche di grande valenza per lo studio del latino, della storia e dell’arte. Conoscere il sito, prendere consapevolezza del fatto che è un bene archeologico da preservare e studiare, è il primo passo per scuotere qualche coscienza e riportare l’attenzione su una delle tante questioni irrisolte della città di Civitavecchia.
La speranza é che passo dopo passo le istituzioni e i cittadini capiscano e riconoscano l’importanza di contribuire alla preservazione della memoria storica e delle radici della città.
Un buon inizio sarebbe promuovere iniziative come visite guidate della Villa Pulcherrima, della Rocca, delle Terme di Traiano, e anche riportando l’attenzione sulla figura dell’Imperatore Traiano, un po’ trascurato da Civitavecchia e che invece meriterebbe uno studio più approfondito e di essere assunto come simbolo della città in quanto fondatore, evidenziando soprattutto che senza la costruzione del Porto lo sviluppo di Civitavecchia sarebbe stato molto più lento e meno ricco e pregno di tradizioni che ancora oggi si possono riscoprire e fare proprie.