La privatizzazione dell’acqua è remunerativa

0
1283
acqua

Alcune riflessioni di Roberto Magri, Raffaele Cavaliere e Diego Corrao.

La Città di Ladispoli dal 30.09.2022 è passata al nuovo gestore Idrico Acea ATO S.p.A., ancora oggi sono molti gli utenti a cui non è pervenuta alcuna bolletta dell’acqua ed il 30.09.2023 si festeggerà il primo anno, seppur il precedente gestore Idrico Flavia Servizi S.r.l. abbia trasmesso il c.d. elenco ovvero “data base”, così come sono avvenute interlocuzioni tra l’Ente Locale Città di Ladispoli con gli Amministratori di Condominio, così come risulta da fonti aperte anche la notizia pubblicata in data 10.07.2023 da un nota testata giornalistica, ovvero che “Bollette di Acea, di Flavia dell’Eni, comunicazioni dalle finanziarie, abbandonate vicino alla fontanella dei giardini di via Firenze a Ladispoli”.

A tal proposito i tre Amici al bar, Roberto Magri, Raffaele Cavaliere e lo scrivente, in uno dei tanti incontri tra un cappuccino, un caffè ed una spremuta, si sono posti saggiamente alcune concrete riflessioni, ovvero che:

1) la Città di Ladispoli, Ente Locale dal 06.05.1970 secondo i dati disponibili su fonti aperte al 2017 aveva abitanti residenti per 41.174 ed oggi sono sicuramente aumentati;

2) in merito a quanto indicato al punto 1, è opportuno chiedersi da cittadini/contribuenti quanti sono concretamente e saggiamente i contratti ceduti al Nuovo Gestore Idrico Acea ATO 2 S.p.A. dato che dovrebbe essere pubblico e divulgato dagli Addetti ai Lavori, per trasparenza nei confronti di Tutti i Cittadini Contribuenti!

3) In attesa che qualcuno degli Addetti ai Lavori di buona volontà comunichi sulla stampa quanti siano i contratti ceduti alla Acea ATO 2 S.p.A., Nuovo Gestore Idrico, comunque facciamo una semplice moltiplicazione, ad esempio poniamo come riflessione che siano per n. 20.000, la metà della popolazione residente – ogni due persone un contatore dell’acqua -. Quindi la moltiplicazione contratti 20.000 x costo medio € 200,00 – non potendosi escludere che tantissime famiglie hanno già ricevute bollette stratosferiche anche superiori all’importo di 200,00 – uguale = € 4.000.000 di introiti/ricavi a bimestre per il Nuovo Gestore Idrico. Quindi, se la matematica non è un’opinione politica abbiamo in un anno (12 mesi) solo dalla Città di Ladispoli (esclusa la Frazione di Marina di San Nicola così come risulta documentato nell’Ordinanza n.38 del 15.06.2023) ulteriore moltiplicazione € 4.000.000,00 x 6 ( 1 anno 12 mesi quindi 6 bimestri)= € 24.000.000,00 di potenziali introiti a regime.

4) Al di là delle moltiplicazioni che evidenziano una evidente stortura del comparto idrico ATO, il fatto fondamentale è che ogni Famiglia in un anno pagherà, sempre con riferimento all’ipotetica cifra di € 200,00 a bimestre, ulteriore moltiplicazione € 200 x 6 bimestri (1 anno) € 1.200,00 solo per la bolletta dell’acqua, e ciò è incompatibile con i redditi percepiti da un normale contribuente, atteso che, sempre da fonti aperte risulta: “Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, con effetto dal 20 settembre 2023.”;

5) con riferimento alla situazione della Frazione Olmetto Monteroni facente parte come territorio dell’Ente Locale Città di Ladispoli (Roma), si comunica che anche “Campagnano” ha i valori fuori norma da meno tempo, da oltre 1 anno con valori troppo alti di arsenico come pure i fluoruri e il manganese che costringono i cittadini a limitarne l’utilizzo, quindi  “avvelenata” e dunque non potabile ma qualcosa, sembra che inizia a muoversi. Per questo motivo, da fonti aperte, apprendiamo da una notizia del 18.09.2023, ovvero che “Arsenico nell’acqua di Campagnano:la questione in commissione regionale”.

Concludendo, in attesa dell’ evento, così come risulta su fonti aperte, ovvero che si svolgerà dal 22.09.2023 al 24.09.2023 nella Città di Ladispoli, Lungomare Marina di Palo, denominato “La Ladispolana: il salotto culturale della Città di Ladispoli”, passiamo di seguito ad alcuni brevi cenni sulla Corte di giustizia dell’Unione europea, un’istituzione dell’Unione europea con sede in Lussemburgo nonché della relativa Sentenza del 07.09.2023, anch’essa presente su fonti aperte.

La CGUE ha il compito di garantire l’osservanza del diritto comunitario nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione europea.

La sentenza della Corte di giustizia vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposta un’identica questione. È sempre nell’ambito dei rinvii pregiudiziali che ciascun cittadino europeo può far chiarire le norme dell’Unione che lo riguardano.

Nella propria sentenza, la Corte di giustizia dell’Unione europea (la Corte) sancisce l’efficacia diretta del diritto dell’Unione europea (Unione). La sentenza stabilisce che il diritto dell’Unione non solo impone obblighi agli Stati membri dell’Unione, ma attribuisce anche diritti alle persone fisiche.

Ecco la Sentenza de quo, in sintesi:

“Corte di giustizia dell’Unione Europea

Decima Sezione

Sentenza 7 settembre 2023

«Inadempimento di uno Stato – Ambiente – Direttiva 98/83/CE – Acque destinate al consumo umano – Articolo 4, paragrafo 1, lettera b) – Misure necessarie per assicurare la qualità delle acque – Conformità ai requisiti minimi specificati nell’allegato I, parti A e B – Articolo 8, paragrafo 2 – Adozione quanto prima dei provvedimenti correttivi necessari – Obbligo di risultato – Allegato I, parte B – Valori parametrici di arsenico e fluoruro – Concentrazioni superiori a questi valori – Persistenza dei superamenti».

la Corte (Decima Sezione) dichiara e statuisce:

1) La Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che le incombono in virtù:

– del combinato disposto dell’articolo 4, paragrafo 1, e dell’allegato I, parte B, della direttiva 98/83/CE del Consiglio, del 3 novembre 1998, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, non avendo adottato misure atte ad assicurare il rispetto dei valori parametrici indicati nell’allegato I, parte B, di detta direttiva, per quanto riguarda, da un lato, il livello di concentrazione dell’arsenico nelle acque del Comune di Bagnoregio, a partire dall’anno 2018, del Comune di Civitella d’Agliano, nel primo semestre dell’anno 2018, nel secondo semestre dell’anno 2019 e a partire dall’anno 2020, escluso il secondo semestre dell’anno 2021, del Comune di Fabrica di Roma, nel 2013 e a partire dall’anno 2015, del Comune di Farnese, nel 2013 e a partire dall’anno 2018, del Comune di Ronciglione, nel 2013, nel primo semestre dell’anno 2018 e nel primo semestre dell’anno 2019, e in seguito a partire dall’anno 2020, e del Comune di Tuscania, dall’anno 2018 fino ad oggi, escluso il primo semestre dell’anno 2019, e per quanto riguarda, dall’altro lato, il livello di concentrazione del fluoruro nelle acque del Comune di Bagnoregio, dall’anno 2018 al primo semestre dell’anno 2019, e del Comune di Fabrica di Roma, nel 2018, nel primo semestre dell’anno 2019 e nel secondo semestre dell’anno 2021, nonché

– dell’articolo 8, paragrafo 2, della direttiva 98/83, non avendo provveduto affinché fossero adottati quanto prima i provvedimenti necessari per ripristinare la qualità delle acque destinate al consumo umano nei Comuni di Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania, per quanto riguarda il livello di concentrazione dell’arsenico in tali acque, e nei Comuni di Bagnoregio e di Fabrica di Roma, per quanto riguarda il livello di concentrazione del fluoruro nelle acque di questi ultimi.

2) La Repubblica italiana è condannata alle spese.”.

Ci aspettiamo che saggiamente le Istituzioni competenti si adoperino per la salvaguardia dei Cittadini Contribuenti che pagano qualsivoglia “balzello”, rispettando così la condanna dell’ Italia, e nel contempo, facendo luce a 360 gradi sui “servizi idrici” che continuano a fornire acqua non potabile, infrangendo non solo le norme europee, tra cui il

DECRETO LEGISLATIVO 23 febbraio 2023, n. 18

Attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualita’ delle acque destinate al consumo umano, peraltro in vigore dal 21.03.2023 (GU n.55 del 06-03-2023) e, quindi, rispettando il dispositivo emesso dalla CGUE, ovvero la condanna dell’ Italia, facendo, nel contempo luce a 360 gradi sui “servizi idrici”, che peraltro continuano a fornire acqua non potabile, infrangendo non solo le norme europee, magari facendo pagare all’ Utente le tariffe dell’ acqua come potabile quando potabile non è , quindi, non potendosi escludere, verosimilmente, i presupposti di un arricchimento non giustificato e/o potenziale truffa e dei relativi “danni biologici” dovuti alle sostanze che sono causa dell’ acqua non potabile. I Cittadini e Utenti dei fornitori dell’ acqua bene comune, che operano con ” bacini idrici” in regime di monopolio, chiedono che venga fatta chiarezza e giustizia a 360 gradi e che venga valutata nuovamente, alla luce di ciò, la c.d. “liberalizzazione mercato dell’ acqua”, così da favorire Gestori locali, che per il momento si sono dimostrati più efficienti e meno costosi, atteso che peraltro non hanno beneficiato di corposi Finanziamenti!

Tutto ciò, sempre a difesa della libertà di ognuno, occorre sempre assicurare l’effettività dei diritti civili e sociali, il rispetto delle libertà garantite dalla nostra Costituzione Italiana e della dignità delle persone è sempre la precondizione per la realizzazione di una vera DEMOCRAZIA.

Roberto Magri, Raffaele Cavaliere e Diego Corrao.