Vicarello: alla ricerca delle terme perdute

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La Regione Lazio proroga ricerca mineraria

Ha tempo fino a San Silvestro, salvo nuove proroghe, la Vicarello Società Agricola per ultimare i lavori per la realizzazione di un impianto o di un sistema di monitoraggio dell’acquifero termominerale delle Terme Apollinari in località Vicarello. Autorizzata già nel settembre 2020 la società ha infatti chiesto ed ottenuto una proroga sostenendo di non aver reperito una ditta idonea ad effettuare i lavori entro la data del 30 giugno 2023. Si tratta di una indagine mineraria volta ad individuare la possibilità di ridare vita alle terme attive sin dai tempi degli Etruschi e votate, come dice il nome, al dio Apollo. L’esito delle ricerche qualora fosse positivo potrebbe invertire la rotta per una delle aziende più grandi del territorio di Bracciano. Ben 1.016 ettari di terreno, prevalentemente ad uliveto, oltre ad una serie di manufatti tra i quali i resti di quello che fu un grande albergo molto frequentato nel secolo scorso. L’azienda, un tempo nelle mire di speculatori che avrebbero voluto con un pacchetto di delibere con varianti al Piano Regolatore Generale, realizzarvi oltre 270 villette e campi da golf con vista lago, è stata salvata dal vincolo posto, dopo una dura battaglia ambientalista che vide in prima linea partiti della sinistra, Verdi, Italia Nostra Lago di Bracciano, con il cosiddetto Decreto Ronchey, dal nome dell’ex ministro all’epocadei beni culturali. In loco le persistenze archeologiche sono di massimo pregio se si considera che vi si trovava la villa dell’imperatore Domiziano che si deliziava anche nella caccia nei boschi circostanti. E proviene proprio da questa villa l’Apollo di Vicarello oggi custodito al Museo Civico di Bracciano, un Apollo arciere che presenta moltissime similitudini con quello rinvenuto di recente ai Bagni di San Casciano. Le ricerche archeologiche sul posto ad oggi sono solo abbozzate. Recenti studi sulla villa di Domiziano sono stati compiuti dal professor Giuseppe Cordiano, docente di Storia Romana all’Università di Siena. E’ di Vicarello il cosiddetto “tesoro” fatto prevalentemente di monete e dei “bicchieri” che riportano il percorso da Cadice a Roma in epoca romana oggi conservati a Palazzo Massimo. Ci fu un tempo in cui i sindaci dei Comuni rivieraschi firmarono un protocollo con il quale chiedevano alla Regione Lazio di acquistare la tenuta per farne una fiorente aziende regionale, ma la Regione preferì investire altrove. Ed oggi l’olio di Vicarello parte alla volta della Cina da dove provengono i proprietari.