Arriva nelle nostre sale “Piggy”

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UNA STORIA DIVERSA PER ORRORI COMUNI .

L’opera prima della regista spagnola Carlotta Pereda, la pellicola, premio speciale della critica al Bruxelles Film Festival, è stata presentata in anteprima al Sundance e come evento speciale alla Festa del Cinema di Roma. Un inno a tutte le diversità.

di Barbara Civinini

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Locandina verticale del film – I Wonder

Cerdita, cioè maialina, questo è il nomignolo che si è guadagnata la giovane Sara, interpretata da una bravissima Laura Galàn, per via delle abbondanti forme del suo corpo. Una morfologia corporea che l’ha resa succube di giovani coetanee sciatte e sciocche, che non sanno andare oltre la semplice forma del corpo e che l’unico divertimento a buon mercato che hanno a portata di mano è quello di perseguitare la povera malcapitata con il loro “insulti”.

 

 

 

Sara è interpretata da Laura Galàn – I Wonder

Malcapitata che per giunta è anche figlia, incompresa, del macellaio del paesino di campagna nell’Estremadura – in mezzo al nulla, intrappolato in sé stesso, come lo descrive la regista – dove è ambientato l’intero film. Un luogo con una sorta di atmosfera senza tempo perché è una delle zone più povere della Spagna. Il film, la prima volta di Carlotta Pereda, che firma soggetto, sceneggiatura e regia, è stato tratto da un suo precedente breve cortometraggio vincitore dei premi Goya e Forqué nel 2019.

Lo sconosciuto,Richard Holmes, le propone di uccidere insieme le tre bulle-I Wonder.

Sicuramente si tratta di un esordio importante, che ci conferma come il cinema spagnolo sappia misurarsi con i problemi dei nostri giorni anche all’interno di uno schema di genere, riassunti nel poster del film, quasi un manifesto identitario, dove la protagonista esprime tutto il dramma del suo problema, completamente imbrattata di sangue.

Ma di chi è quel sangue? Cominciamo dal principio. Sara, grande obesa, incalzata pure dalla madre perché non riesce a dimagrire, è presa di mira una volta di troppo in piscina. Le nascondono gli abiti ed è costretta a tornare in paese solo con il costume. Questa volta però le bulle sono rapite da uno sconosciuto, gentile con la Cerdita che ha visto tutto e che adesso deve scegliere se aiutare chi abitualmente si fa beffe di lei perché è grassa, oppure se aiutarle. Alla fine Sara si ritroverà in un mattatoio con Maca, Rochio e Claudia, immobilizzate come bestie dallo sconosciuto, che coltello alla mano le propone di finirle, ma la maialina lo accoltella a morte e libera le sue persecutrici. A mezza strada tra bullying movie, thriller e horror il film fa riflettere sul grave problema del body shaming, la derisione del corpo, di cui spesso le donne sono le vittime più indifese.

Nella macelleria di famiglia – I Wonder

Ho sempre voluto raccontare una storia di bullismo, perché come adolescente gay, l’ho provato sulla mia pelle, afferma la regista. Ho scritto “Piggy” per affrontare le mie paure. Paure della vita reale, cose che mi fanno sentire vulnerabile, spiega la regista. Violenza, violenza sessuale e, da quando sono diventata madre, il bullismo. Perché l’adolescenza può essere orribile, dice. “Piggy” è un inno a tutti i tipi di diversità. Anche morale. Sara non è magra, né bella, né buona. Ma è umana e, in quanto tale, alla fine riesce ad accettare sé stessa e a essere libera, conclude Pereda.

Un film che ci ricorda soprattutto, come affermava ai primi del 900 Charles Evans Hughes, giudice della Suprema Corte USA: “Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi”.