SESSO E DISABILITÀ

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sesso e disabilità

La sessualità e il sesso fanno parte della vita di ogni persona, dalla nascita alla morte.

Ogni essere umano ha bisogno del contatto fisico, di sguardi e di soddisfare l’energia sessuale che è al suo interno. Spesso si pensa che la persona che ha una disabilità non abbia esigenze sessuali. Nella disabilità il corpo o una parte di esso è diverso da quello che abitualmente si vede.

Innanzitutto, è importante differenziare la disabilità psichica da quella fisica (non sempre sono presenti contemporaneamente). Poi è importante capire se la disabilità fisica è sempre stata uguale fin dalla nascita oppure se è arrivata improvvisamente (per esempio a seguito di un incidente stradale) oppure se si è aggravata nel tempo (ci sono delle patologie genetiche che si aggravano nel tempo). Queste differenze influenzano il rapporto col proprio corpo, con il proprio mondo emotivo e il rapporto con gli altri; una persona che ha perso l’uso delle gambe per un incidente stradale, infatti, vive in modo diverso la propria disabilità da una persona che ha perso l’uso delle gambe a causa di una malattia genetica che si è aggravata con gli anni e da una persona che non ha mai avuto l’uso delle gambe.

È luogo comune, purtroppo, che le persone con disabilità non provino il desiderio sessuale; questo pensiero è errato. La conseguenza di questo pensiero è che le persone con disabilità hanno difficoltà ad esprimere e a soddisfare la propria sfera sessuale (non andando oltre all’autoerotismo e di nascosto) tranne poche eccezioni. Il corpo del disabile viene associato al corpo di un bambino che, nell’immaginario, è asessuato. Spesso, in realtà, il disabile fisico necessita di aiuto per le cure igieniche e, per questo motivo, la sua intimità viene violata.

Cosa deve fare il disabile per aver cura della sua sfera sessuale?

In alcuni stati europei, e negli ultimi anni anche qui in Italia, esistono delle figure professionali che si chiamano LOVEGIVER o ASSISTENTI SESSUALI.
“L’assistente sessuale, o lovegiver, è un operatore professionale che si occupa dell’assistenza all’emotività, all’affettività e alla corporeità (O.E.A.S.) delle persone con disabilità.
La parola “sessuale” racchiude quindi la complessità del concetto di educazione ai sentimenti e alla relazione emotiva, che solo dopo un percorso diventa anche un’educazione a leggere le emozioni attraverso il corpo. Lo scopo non è arrivare ad avere rapporti sessuali, ma realizzare un percorso di educazione all’affettività e alla conoscenza del proprio corpo e di quello dell’altro. Un percorso che nessuna prostituta potrebbe portare avanti, perché non ha nulla a che fare con l’atto sessuale, visto come una semplice prestazione.”
(www. minoranze.it, vd anche www.lovegiver.it).

Il lovegiver, quindi, NON è una prostituta.
Come ho detto prima, nell’immaginario comune sembra quasi che la persona con disabilità non abbia un corpo né, tantomeno, una pulsione sessuale. La famiglia, per concreti motivi, concentra la propria attenzione sulla disabilità, perdendo di vista un’adeguata educazione emotiva e sessuale che vengono viste solo attraverso la lente della disabilità.

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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Anche la famiglia, però, può avere difficoltà a contattare la propria parte emotiva. Ciò porta, purtroppo, ad una sorta di diseducazione emotiva e sessuale che ha come conseguenza, una difficoltà della persona disabile a direzionare in modo adeguato e consono le sue legittime richieste emotive e sessuali.

Dottoressa Anna Maria Rita Masin

Psicologa – Psicoterapeuta Psicologa Giuridico-Forense

Cell. 338/3440405

 

www.psicoterapeutamasin.it

Cerveteri – via Prato del Cavaliere, 5
Ladispoli – via Ladislao Odescalchi, 27
Roma – via dei Camillis, 8 (metro Cornelia)