a cura di Dott. Giovanni Battista Marchini – Odontoiatria e protesi dentaria
Proseguendo il discorso affrontato in un precedente articolo dal Sig. Alberto Nastri Odontotecnico in Ladispoli che aveva come argomento “il titanio”, viene naturale affrontare la situazione in cui si trova l’implantologia moderna e soprattutto definirne i limiti e le possibilità.
Come già detto il materiale usato ormai quasi ovunque per costruire impianti destinati al dentale è il titanio nelle sue varie formulazioni trattato in superficie in modo da essere totalmente sterile e biocompatibile.
I protocolli di inserimento ed utilizzo clinico degli impianti nelle varie zone della bocca sono abbastanza standardizzati e riconosciuti in tutto il mondo.
Ogni anno vengono apportate nuove conoscenze e quindi nuovi miglioramenti che rendono l’implantologia sempre più sicura ed affidabile. Questi successi della medicina attuale non devono assolutamente però far dimenticare che un dente naturale recuperabile è sempre meglio di un impianto e che la prevenzione è sempre una scelta molto saggia.
Inoltre complicanze nella chirurgia impiantare o nella successiva protesizzazione sono tutt’altro che infrequenti; una volta completato il lavoro bisogna seguire uno stretto programma di mantenimento dell’igiene, sia domiciliare che professionale, al fine di far durare nel tempo il più possibile il risultato ottenuto dalla collaborazione del dentista con il laboratorio odontotecnico.
Nonostante ciò le indicazioni all’implantologia oggi si sono notevolmente ampliate. Se da una parte sembra logico affidarsi agli impianti per traumi che hanno portato a perdere denti naturali lasciando però intatti i denti adiacenti alla mancanza, dall’altra parte non è sempre intuitivo immaginare di poter ottenere una dentatura fissa o perlomeno molto stabile ed efficiente quando si sono persi tutti i denti ed anche una buona parte di osso.
Oggi la stretta collaborazione tra il centro radiologico, il laboratorio ed il chirurgo mediante programmi computerizzati dedicati, permette di pianificare con esattezza le varie fasi di progettazione ed inserimento degli impianti anche dove i volumi ossei non sono ottimali e l’anatomia non è particolarmente favorevole.
Nei casi estremi dove l’atrofia ossea sia particolarmente severa, ci sono soluzioni avanzate (per es. impianti zigomatici o iuxtaossei etc) che possono risolvere questi casi complessi: ovviamente si tratta di una chirurgia più impegnativa che deve essere fatta solo da medici esperti e qualificati e che comunque richiede al paziente un maggior impegno in termini di sacrificio, tempo e denaro.
In conclusione, quasi ogni paziente con problemi di natura dentale, può avvantaggiarsi di terapie che prevedano l’utilizzo di impianti osteointegrati in titanio, purché siano disposti a dedicare del tempo alla propria salute e ad affrontare un impegno economico proporzionato alla gravità della patologia. Il sacrificio e l’impegno saranno ampiamente ripagati dal risultato finale che ridarà sicurezza nella vita di relazione, salute per il corpo e una qualità di vita nettamente migliorata.
Un semplice consiglio per poter ridurre il rischio di scegliere un professionista “sbagliato” è quello di seguire il vecchio detto latino “in medio stat virtus”: pagare troppo poco o eseguire il lavoro in pochissimo tempo possono essere segni negativi, come pure pagare troppo o impiegare un tempo eccessivo.
Se possibile, scegliere la via di mezzo anche se a volte non è facile trovarla.